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W L'ITALIA, TOPIC PATRIOTTICO TRICOLORE DEDICATO AL SUO 150° COMPLEANNO :)
#41
Inviato 18 October 2011 - 23:38:01
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#42
Inviato 23 October 2011 - 23:29:20
I Nonino, una vera dinastia. Il bisnonno, il nonno, il padre, le figlie e una grande mamma. Cristina, Antonella, Elisabetta sono le spumeggianti fanciulle che accanto a mamma Giannola e papà Benito appaiono da anni su di un megaposter realizzato da Oliviero Toscani a conferma di un lay-out collaudato: fondo bianco e volti sorridenti.
Questa è la fotografia della famiglia oggi, riunita attorno ai vitigni, agli alambicchi, alle fasi della distillazione che lascia senza respiro. Dinastie capita in mezzo a loro proprio nei giorni caldi della distillazione quindi grande fermento quasi come se Dinastie partecipasse attivamente alla frenetica attività del momento. Cristina, Antonella ed Elisabetta bucano il video con i loro racconti semplici, veri, molto personali e quindi molto veri. E' una allegra brigata che punta all'unisono sul grande pregio di sentirsi una famiglia unita.
Papà Benito ci ha pensato su, prima di intervenire. Poi è partito alla grande. I Traguardi, gli obiettivi, le difficoltà, la tecnica. La performance principe è di mamma Giannola. E' lei che ha puntato su far rivivere antichi vitigni autoctoni; è lei che ha proposto un packaging originale, ad ampolla; è lei che sprona, governa, ascolta e consiglia. Attorno ai Nonino, Dinastie ha raccolto due contributi di grande spessore: Antonio Calò, Presidente della Accademia Italiana della Vite e del vino e Ulderico Bernardi, professore a Cà Foscari, membro della giuria del Premio Nonino.
A chiudere la puntata, una curiosità. A due passi dalla Franciacorta, vive Marino Damonti, uno dei più forti esperti di grappa. Apre a Dinastie la sua cantina con 9 mila grappe che datano dal 1800 ad oggi.
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#43
Inviato 28 October 2011 - 18:06:02
Chi veste le donne piu' elegantemente? Beh un uomo puo' certamente rispondere! Per me sono, nell'ordine:
1) Raffaella Curiel
2) Emanuel Ungaro
3) Valentino
Raffaella Curiel
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#44
Inviato 29 October 2011 - 13:33:07
Al Bolshoj il sipario damascato si rialza grazie a Rubelli
di Antonella Scott
La chiamata veniva direttamente dal Cremlino: così, quattro anni fa, è iniziata l'avventura di Rubelli al Bolshoj. Sono quasi coetanei, il teatro moscovita inaugurato nel 1856 e la storica azienda veneziana fondata da Lorenzo Rubelli, tra le prime al mondo nella produzione di tessuti di altissima qualità.
Domani sera, quando a Mosca il maestoso sipario si riaprirà dopo sei anni di restauri per il concerto di gala che celebra il ritorno del Grande Teatro, una parte importante della rinascita sarà legata all'Italia, ai telai e al lavoro infinito degli artigiani Rubelli, nella tessitura di Cucciago. «Un fiore all'occhiello», lo chiamano i rappresentanti dell'azienda nella showroom di Milano.
foto
Difficile dar loro torto: il restauro del Teatro Bolshoj – in parte si dovrebbe parlare addirittura di ricostruzione, a cominciare dalle fondamenta – è stato un progetto globale per il quale le autorità russe hanno preteso il top della qualità disponibile in ogni singolo dettaglio, senza badare a spese. La missione era risanare l'edificio e riportarlo all'aspetto pre-rivoluzionario, alla sua acustica leggendaria, unendo lavoro artigianale e tecnologie moderne.
Per il ritorno del Bolshoj, il Cremlino ha preventivato un trionfo. «Non è stato un lavoro facile, in nessun senso», spiegano i Rubelli. Ai primi interlocutori del Cremlino è succeduta la Direzione del teatro, implacabile nell'esigere prove infinite su ogni singola nuance, su ogni schizzo. I tessuti realizzati nella tessitura di Cuggiago, vicino a Como, riguardavano i palchi, i parati e le tende, e i tre sipari del Bolshoj. Il grande sipario, la parte più preziosa e impegnativa dell'opera. Il modello erano gli imponenti disegni risalenti all'epoca zarista, dal momento che il restyling del teatro prevedeva di cancellare tutto quanto aggiunto in epoca sovietica: a partire dal grande rilievo sul fronte esterno della facciata, falce e martello sostituiti con l'aquila bicipite, simbolo dell'Impero.
Per i Rubelli questo voleva dire sostituire dai tessuti tutti gli elementi dell'iconografia sovietica - spighe di grano, stelle a cinque punte, sigle dell'Unione Sovietica, in cirillico CCCP – con la scritta "Russia", l'aquila degli Zar, l'immagine di San Giorgio e il Drago, lo stemma di Mosca. Studio iniziale, esecuzione del disegno, realizzazione dei campioni e successive approvazioni: soltanto il grande sipario ha richiesto un anno e mezzo di lavoro, viaggi continui tra Mosca e l'Italia di dirigenti, tecnici e stilisti. «Il problema più grande è stato trovare il filato d'oro zecchino con il titolo giusto, da lavorare insieme alla seta», spiegano i Rubelli. In tutto, nella tessitura dove i telai jacquard elettronici di ultima generazione coesistono con cinque telai a mano perfettamente funzionanti, sono stati utilizzati 500 chilogrammi di filato d'oro puro. Produttore ed "editore" tessile (con il marchio Donghia), Rubelli ha scelto anche la strada della produzione di mobili e complementi. Collabora da tempo con Armani/Casa (a dicembre l'inaugurazione dell'hotel Armani di via Manzoni a Milano) e, sul fronte della realizzazione di tessuti per l'arredamento di interni, ha già fatto "suoi" la Fenice di Venezia, la Scala di Milano, il San Carlo di Napoli e il Petruzzelli di Bari.
La Russia, insieme agli Emirati Arabi Uniti, era uno dei nuovi mercati trainanti sul fronte residenziale. «Una clientela ricca con un gusto a volte un po' esagerato», sorridono nella show-room di Milano. Il Bolshoj è stato tutt'altra cosa. E certamente per i dirigenti russi non dev'essere stato facile ricorrere a mani straniere per ridare vita a uno dei simboli più alti dell'orgoglio nazionale. Per i Rubelli l'avventura – un'operazione complessiva da un milione di euro – si è conclusa con la partenza per la Russia dai telai di Cuggiago, tra il 2010 e il 2011, di 12mila metri di damaschi, lampassi, broccatelli, tessuti ignifughi. Che ora sono parte del Grande Bolshoj.
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#46
Inviato 30 October 2011 - 20:16:46
c'e' qualcosa che non mi torna nei conti... parlano di 500 kg di oro zecchino (24 ct.) che costa circa 35 euro al grammo (totale 1.750.000 euro) e alla fine parlano di totale dell'operazione di 1.000.000... hanno lavorato in perdita ??? non credo... per me è una fornitura da almeno 5/6 milioni...
#47
Inviato 31 October 2011 - 03:14:57
giemme74, su 30-Oct-2011 20:16, dice:
Gli altri sono estero su estero
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#49
Inviato 01 November 2011 - 21:48:49
chi ricorda lo spot Martini a Portofino con Charlize Teron, "Onassis" e il mitico motoscafo Riva?
RIVA
Aquarama, il nome magico, indiscusso, conosciuto, amato e invidiato dai cultori del lusso, sull'acqua. La storia degli intramontabili cantieri di Sarnico, è una filiera di successi partiti all'inizio del 900 fino ad oggi, inarrestabili ed inimitabili. Ormai Aquarama ha travalicato il limite di una definizione di un modello, per diventare un brand. Otto metri di mogano stagionato che ha segnato la linea mediana tra altri nomi storici, Ariston, Florida, SuperAriston, e la linea moderna degli Aquariva fino al rilancio in grande stile della linea Riva Vintage. E' il grande ritorno: le linee d'acqua uniche al mondo, la maniacalità nella costruzione e quel sapore degli mitici sixties che da Portofino a Cap d'Antibes hanno firmato un mondo di storie fantastiche, da ricordare con grande passione.
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#50
Inviato 02 November 2011 - 12:37:34
Vedere queste cose fanno inorgoglire !!!
Mi è piaciuta la parlata (accento) prettamente Padano.
Mi è piaciuto sopratutto la costanza di questa Famiglia nel persistere di proporre un prodotto di altissima qualità
Mi è piaciuto la collaborazione col Politecnico nella ricerca e nei test sui materiali.
Mi è piaciuta la semplicità nell'esporre un prodotto di alta tecnologia (forse un po' meno da parte della 5° generazione, cresciuta nel bambagio)
Fino a quando esisteranno questi imprenditori, come la Famiglia Nonnino, ci sarà sempre da essere orgogliosi.
Io non mi sento italiano, voglio resistere e insorgere
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