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W L'ITALIA, TOPIC PATRIOTTICO TRICOLORE DEDICATO AL SUO 150° COMPLEANNO :)


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Questa discussione ha avuto 225 risposte

#21 XCXC

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Inviato 11 March 2011 - 01:56:20


e mentre il mondo sta a guardare... l'Italia almeno qualcosa sta facendo... :)

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Crisi in Nord Africa e Medio Oriente: l’impegno italiano per l’assistenza e lo sviluppo

20110309_mappa_aiuti_africa_dettaglio.jpg

09 Marzo 2011 Per fronteggiare le crisi in atto in Nord Africa e Medio Oriente, secondo l’Italia la strategia europea deve dispiegarsi in tre direttrici: l’immediato aiuto umanitario per alleviare le sofferenze delle popolazioni e decongestionare il concentramento di profughi di varie nazionalità; un piano di assistenza nel breve periodo per aiutare i nuovi regimi ad evolvere verso sistemi istituzionali democratici (assistenza al sistema legislativo, alla tenuta di elezioni libere e trasparenti, ecc.); la creazione di un partenariato euro-mediterraneo per lo sviluppo, che assicuri nel medio-lungo periodo tassi stabili di crescita ed equa distribuzione delle ricchezze.

La pronta risposta umanitaria italiana si è concretata nell’invio di aiuti di prima necessità (Bengasi ed Egitto), nella prima assistenza e rimpatrio dei fuggitivi dai teatri di guerra (creazione di una struttura di appoggio al campo gestito dalle Agenzie ONU in Tunisia, al confine con la Libia, e operazioni di rimpatrio di cittadini egiziani, maliani e bengalesi), nella preparazione in Italia di centri di accoglienza che possano far fronte a fenomeni di immigrazione di massa nel nostro Paese.

Nel breve e lungo periodo l’Italia può innanzitutto mettere in campo un variegato pacchetto di aiuti allo sviluppo che – tra doni, crediti di aiuto, meccanismi di conversione del debito – ammonta già ora a circa un miliardo di euro a beneficio di Paesi che vanno dal Marocco ai Territori Palestinesi. Si tratta non di rimpinguare questo già sostanzioso volume di aiuti con ulteriori impegni selezionati in base alle necessità dei singoli Paesi beneficiari, ma soprattutto di riorientarne l’utilizzo in funzione della necessità di facilitare la transizione democratica nel breve periodo, e di innescare un processo virtuoso di sviluppo nel medio e lungo.

Dialogo con la società civile e centralità delle giovani generazioni maghrebine e medio orientali: questi i pilastri di una politica italiana (ed europea). Dunque programmi di institution building istituzionale, di stimolo alla creazione di una classe di piccoli e medi imprenditori, di attenzione alle necessità dell’istruzione e dell’educazione.

L’Italia ritiene poi che il baricentro della politica europea debba spostarsi verso il Mediterraneo, che aumenti il volume degli aiuti allo sviluppo destinati a Nord Africa e Medio Oriente, che si ricorra ad un più coraggioso utilizzo degli strumenti della Politica di Vicinato e che si avvii la costruzione di un partenariato con la sponda sud del Mediterraneo. In quest’ottica il miglioramento della capacità produttiva di questi Paesi non è sufficiente, se ad essi non si offre come sbocco naturale delle loro merci anche il mercato europeo.

IMPEGNO FINANZIARIO ITALIANO PER NORD AFRICA E MEDIO ORIENTE




Egitto:


  • Conversione del debito in corso: circa 72 milioni di euro
  • Conversione del debito da negoziare: 115 milioni di euro
  • Linea di credito in corso a sostegno delle PMI egiziane: 15 milioni di euro
  • Linea di credito da avviare a sostegno delle microimprese egiziane: 13 milioni di euro
Tunisia:


  • Programma di conversione del debito in corso: 20 milioni di euro
  • Commodity Aid (linea di credito per acquisto beni settore pubblico): 95 milioni di euro
  • Linea di credito a favore delle PMI tunisine da avviare: 73 milioni di euro
  • Credito d’aiuto per un sistema di controllo delle coste contro l’inquinamento (VTS): 35 milioni di euro
  • Crediti d’aiuto disponibili da negoziare a favore del settore privato: 40 milioni di euro
Algeria:


  • Conversione del debito in fase di negoziazione: 10 milioni di euro
Marocco:


  • Conversione del debito in corso: 20 milioni di euro
  • Conversione del debito da negoziare: 35 milioni di euro
  • Crediti d’aiuto in fase di negoziazione: 20 milioni di euro
Siria:


  • Conversione del debito in fase di negoziazione: 14 milioni di euro
  • Crediti d’aiuto disponibili da accordi 2008: 63 milioni di euro
  • Linea di credito in fase di avvio a favore delle PMI siriane: 25 milioni di euro
  • Linea di credito in fase di avvio a favore del settore agroindustriale siriano: 9 milioni di euro
Giordania:


  • Conversione del debito in fase di negoziazione: 16 milioni di euro
  • Crediti d’aiuto disponibili per settore sanitario: 9 milioni di euro
  • Crediti d’aiuto disponibili per settore idrico: 10 milioni di euro
Territori Palestinesi:


  • Linea di credito in corso a favore di PMI palestinesi: 25 milioni di euro
  • Crediti d’aiuto in fase di negoziazione per settore agroindustriale: 40 milioni di euro
Libano:


  • Crediti d’aiuto messi a disposizione da protocolli vigenti: 132 milioni di euro
  • Crediti d’aiuto disponibili da Conferenza di Parigi 2007: 37 milioni di euro
Per tutti:

alle disponibilità derivanti dalla conversione e dai crediti vanno aggiunte quelle a dono: si tratta di circa 50 milioni di euro nel triennio 2011-2013, che finanziano iniziative le più disparate, ciascuna di limitato valore finanziario (spesso si tratta di progetti di assistenza funzionali alla realizzazione dei programmi a credito o a dono).

Totale:


  • Conversione del debito: 302 milioni di euro
  • Crediti d’aiuto: 641 milioni di euro
  • Doni 50 milioni di euro
http://www.esteri.it...edioOriente.htm



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#22 XCXC

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Inviato 12 March 2011 - 17:17:09


Visualizza messaggioXCXC, su 19-Feb-2011 01:38, dice:


la nuova Ferrari FF


Allegato attachment

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Ferrari FF
VIDEO E FOTO DALL'ALTO ADIGE



Volano alto le Ferrari: è proprio il caso di dirlo, dopo che un paio di esemplari della nuova granturismo Ferrari FF è stato trasportato in elicottero sulle cime innevate di Plan de Corones, la conosciuta stazione sciistica delle Dolomiti, a quota 2.350 metri.



Esercito Italiano. Le Ferrari FF sono arrivate in cima con l'elicottero da trasporto CH-47 Chinook del 1° Reggimento Antares di Viterbo e al supporto di tre elicotteri Agusta 205 del 4° Reggimento Altair di Bolzano dell'Aviazione dell'Esercito Italiano.

Cosa ci fanno qui le FF? Semplice: attendono i giornalisti, che finalmente la potranno guidare, dopo averla ammirata al Salone di Ginevra nelle giornate riservate alla stampa. Lassù, fra le nevi, è stata allestita una speciale pista ghiacciata per provare l'inedito e particolarissimo sistema di trazione integrale sviluppato dalla Ferrari. C.D.G.




331196_7660_big_ferrari_ff_brunico_1.jpg



331196_6371_big_ferrari_ff_brunico_2.jpg



331196_5797_big_ferrari_ff_brunico_3.jpg






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Inviato 17 March 2011 - 17:37:02


La nuova Lamborghini AVENTADOR...



...e per ascoltare l'inconfondibile rombo delle Lamborghini...








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Inviato 17 March 2011 - 19:19:00


Claudia Cardinale, auto ma anche mafia. La classifica dell’export culturale italiano secondo l'Independent



Dalle auto veloci ai latin lover: per l’Independent l’Italia ha prodotto “un’incredibile ricchezza” di esportazioni culturali. John Walsh stila una divertente classifica delle “Top 15”. Al primo posto c’è Claudia Cardinale, al secondo il dolce far niente, al terzo le automobili. L’unica esportazione di cui si sarebbe volentieri fatto a meno è la mafia, collocata al decimo posto.



Claudia Cardinale sbaraglia la Loren, la Lollobrigida e anche la Bellucci: tra tutte le dive del cinema italiano del dopoguerra, il quotidiano britannico sceglie l’attrice che David Niven ha definito “la più felice invenzione italiana”, dopo gli spaghetti.  

Al secondo posto del podio c’è il dolce far niente, “brevettato” dagli italiani: è l’ozio piacevole e senza pensieri, la “deliziosa pigrizia”, il prendersela comoda come “cura esistenziale”.

Le automobili sono al terzo postoe non poteva mancare la foto di una Fiat 500 sullo sfondo di una veduta panoramica di Roma. “Come fanno? Qual è la connessione mistica tra gli ingegneri italiani e l’automobile?”, si domanda l’Independent, snocciolando i nomi che commuovono gli uomini: Fiat, Lancia, Bugatti, Alfa Romeo, Lamborghini, Maserati, Ferrari.

In omaggio al cliché turistico più diffuso all’estero, al quarto posto ci sono i gondolieri di Venezia, attrazione “irresistibile” da 900 anni. Seguono i sonetti (): i poemi di Shakespeare devono molto a Petrarca, che stabilì “regole di ferro”. Poi il gelato italiano (), “il migliore di tutti”.

Lo “straordinario” tenore Enrico Caruso è al settimo posto. È stato uno dei primi cantanti lirici a essere registrato per il nuovo fonografo e anche il primo a vendere un milione di copie di un disco, “Vesti la Giubba” dai Pagliacci, nel 1907. Un’altra personalità artistica del Belpaese si aggiudica l’ottavo posto: Federico Fellini, uno dei più grandi registi italiani, è “’immaginazione italiana incarnata”.

L’Independent mette in classifica anche il latino (): sbaglia “chi dice che è una lingua morta”, scrive il quotidiano, citando tante espressioni entrate nel linguaggio corrente. Per restare in tema, fa posto pure all’antica Roma (11°), che “ha dominato l’Europa occidentale per 1200 anni”.

L’Italia non ha inventato i gangster, ma “il concetto di famiglia criminale”: ecco dunque che si distingue pure per la mafia (10°), un tipo di criminalità nato in Sicilia intorno al 1860 ed esportato con successo. L’Independent cita il film Il Padrino: “Quando gli italiani sono cattivi, sono davvero ingegnosamente cattivi”.

La classifica si chiude con personaggi che hanno tutti raggiunto una loro storica grandezza: Giacomo Casanova (12°), l’amante per antonomasia; Dante (13°), il “padre della lingua italiana”; Leonardo Da Vinci (14°), “la persona con il talento più grande e vario che sia mai vissuta”.

E, dulcis in fundo per i tifosi del pallone, Roberto Baggio (15°), la migliore espressione della “età dell’oro del calcio italiano”, negli anni Novanta: “La sua velocità, agilità e capacità di trovare angolazioni impossibili lo hanno reso una leggenda”.



http://www.ilsole24o...l?uuid=Aar5FOGD



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#25 XCXC

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Inviato 23 March 2011 - 17:42:13


lo sapevi... :)
















http://www.italia.it


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#26 sergio3

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Inviato 23 March 2011 - 18:38:03


Ottima pubblicità, fatta bene, ma si è dimenticato di dire che è anche il "paese delle belle gnocche"



Io non mi sento italiano, voglio resistere e insorgere


#27 XCXC

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Inviato 31 March 2011 - 21:15:31


Da Stradivari a Monteleone: tutti gli eroi della chitarra made in Italy. Cinque secoli di storia



Da Stradivari a Monteleone. Al Metropolitan gli eroi della chitarra Made in Italy Quando si parla di «Guitar heroes» la mente degli appassionati di musica va subito a leggende del calibro del mancino di Seattle, Jimi Hendrixo agli ineclissabili astri inglesi Eric Clapton, Jeff Beck e Jimmy Page. Chi è più giovane e meno orientato alle sette note di quanto non lo sia ai videogame potrà al massimo pensare a un fortunato gioco per Play Station. La mostra in corso fino al 4 luglio al Metropolitan Museum of Art di New York, intitolata per l'appunto in questo modo, fa però riferimento a un'altra particolarissima tipologia di «eroi» della chitarra: i liutai, quegli artigiani dal mestiere antico quanto magico che per secoli hanno dato «forma» all'arte delle sei corde.


L'esposizione, attraverso ottanta eccezionali esemplari in alcuni casi di valore inestimabile, ripercorre l'evoluzione storica dello strumento dal Seicento ai giorni nostri, dai primi timidi esperimenti che partivano dal liuto all'avvento dell'elettricità. E l'Italia, in virtù delle sue antiche tradizioni di bottega, la fa ovviamente da protagonista, sia per i nomi illustri della liuteria del Bel Paese scomodati nella circostanza (da Sellas e Stradivari fino a Maccaferri), sia perché la dovizia di particolari con cui si documenta l'ideale asse maestro-allievo che va da John D'Angelico a John Monteleone, passando per James D'Aquisto.


I capolavori del Nord Italia
La mostra newyorchese ha inizio con una verticalizzazione sulle antiche tradizioni liuteristiche di Venezia, Padova, Bologna, Milano, Brescia e Cremona, le città del Settentrione nelle quali, in particolare tra il Seicento e il Settecento, si concentrano le botteghe più importanti del Vecchio Continente. Un nome in particolare: quello di Antonio Stradivari, maestro cremonese noto soprattutto per il suono inconfondibile dei violini da lui prodotti del quale il Metropolitan mette in mostra un raro esemplare di chitarra decacorde del 1700. C'è spazio anche per gli strumenti da cui la chitarra come oggi è intesa si è sviluppata: dai liuti (in mostra un modello cinquecentesco del padovano Wendelin Tieffenbrucker, alias Vendelio Venere) ai mandolini, come quelli firmati da Giuseppe Presbler e risalenti alla fine del Diciottesimo secolo.


Da Napoli a New York
Tra le sezioni più interessanti della mostra newyorchese, di sicuro quella che mette in relazione l'ex capitale del Regno Borbonico con la Grande Mela. Napoli fino ai primi del Novecento era infatti al tempo stesso culla di importantissime liuterie specializzate nella produzione di mandolini e chitarre, nonché uno tra i principali porti italiani dai quali salpavano i bastimenti carichi di emigranti diretti nel Nuovo Mondo. New York era la porta d'America e, insieme, un laboratorio di contaminazioni musicali con pochi eguali al mondo. L'esposizione del Metropolitan documenta l'affascinante «liaison» che ha per lungo tempo collegato le due città: ecco allora le chitarre prodotte da Gennaro Fabbricatore o curiosi esperimenti come la «mandolira» di Nicola Turturro, i blasonatissimi nomi di Nicola Calace e Giuseppe Vinaccia i cui manufatti d'epoca viaggiano ora su quotazioni esorbitanti.


La scuola italoamericana
L'esposizione entra nel vivo con la sezione dedicata ai maestri italoamericani del Novecento, quelli che seppero rispondere alle mutate esigenze di una musica che aveva bisogno di sempre maggiore volume. L'avvento del jazz e delle prime grandi orchestre mise infatti in crisi il ruolo della chitarra tradizionalmente inteso: occorreva uno strumento che riuscisse a «farsi rispettare» dalle timbriche squillanti degli ottoni. John D'Angelico, maestro di origini napoletane classe 1905, raccolse la sfida reinterpretando a modo suo la chitarra archtop (vedi alla voce semiacustica) inventata da mister Orville Gibson. Da qui prenderanno le mosse i suoi illustri «epigoni» James D'Aquisto e John Monteleone, una linea di discendenza nobilissima cui la storia della sei corde deve molto. Se avete qualche dubbio a riguardo, provate a chiedere ai vari George Benson, Steve Miller e Mark Knopfler. Gente che se ne intende, artisti che per lungo tempo hanno stretto tra le braccia legni americani con un'anima italiana.


«Guitar Heroes. Legendary craftsmen from Italy to New York»
New York City, Metropolitan Museum of Art
Dal 9 febbraio al 4 luglio 2011



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Inviato 02 April 2011 - 10:28:29


Scoperto dall'Eni un maxi giacimento nel mare di Barents. Prossimi obiettivi in Ghana e Turkmenistan




Maxi scoperta per Eni nel mare di Barents in tandem con Statoil Eni si prepara a festeggiare una maxi scoperta nel mare di Barents. Contro le attese, considerato che ormai quel pezzo di mare a Nord della Norvegia viene considerato dai più in esaurimento, il pozzo esplorativo di Skrugard, sul quale il Cane a sei zampe (30%) opera in consorzio con Statoil (50%) e Petoro (20%), ha dato importanti segnali. In particolare, stando alle prime proiezioni, secondo quanto appreso da Il Sole 24 Ore, si ipotizza che da quelle acque si possano estrarre fino a 470mila boe (barili di olio equivalente) al giorno per un complessivo annuo di 7 miliardi di metri cubi di gas. Poco meno di quanto ogni anno assicura la Libia all'Italia, 8 miliardi di metri cubi di gas.

La scoperta, dunque, è doppiamente importante. Da un lato perché segna una netta inversione di tendenza rispetto a quello che era il trend più recente di abbandonare quella fetta del Mar Glaciale Artico perché ritenuta non più fruttifera. Dall'altro, il colpo messo a segno dall'Eni in tandem con Statoil tutela parzialmente il Cane a sei zampe dalle conseguenze della difficile situazione libica, paese nel quale, stando all'ultimo bilancio del colosso petrolifero, la produzione di idrocarburi si è ridotta dal livello di circa 280mila boe al giorno agli attuali 70-75mila boe/giorno, quasi tutte destinati, peraltro, alle esigenze locali. Tanto più che i primi dati di Skrugard vanno ben oltre le iniziali stime che ipotizzavano al massimo 220mila boe al giorno. Senza contare che, a quanto si apprende, si tratta con ogni probabilità, del più rilevante ritrovamento ad olio fino ad oggi mai effettuato nel mare di Barents. Considerato anche il fatto che quell'area potrebbe riservare un potenziale aggiuntivo. La licenza ad operare in quella zona consente infatti l'esplorazione di un altro sito distante pochi chilometri che sembra avere dimensioni simili. In più, altri pozzi di dimensioni minori sono presenti nella zona, il che potrebbe assicurare la realizzazione di un grande hub di produzione, con tutte le sinergie industriali che sarebbe possibile estrarre.

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Sulla carta, dunque, per Eni si tratta di un colpo importante che arriva in una fase assai delicata per l'azienda (si veda altro articolo a pagina 6), che, sebbene continui a produrre utili, non lo fa più con la marcia degli anni passati, complice in parte un contesto economico e geopolitico difficile. Senza contare l'altalena di voci rispetto a possibili cambi al vertice che la tornata di nomine pubbliche ha alimentato e che, con ogni probabilità, si chiuderà con l'arrivo di un nuovo presidente e la conferma dell'amministratore delegato Paolo Scaroni.

Ecco perché Skrugard rappresenta un segnale importante, ancor più se inserito nell'attività esplorativa del gruppo. Attività che in quest'ultimo periodo e nei prossimi mesi si concentrerà soprattutto in Ghana e in Turkmenistan. Per quanto riguarda il Ghana è di pochi giorni fa l'annuncio che il gruppo ha raggiunto un accordo per rilevare il 35% degli interessi operativi nel blocco offshore di Keta, attualmente gestito da Afren. L'intesa deve ancora ricevere il via libera delle autorità locali ma rappresenta un ulteriore passo di Eni nel paese dove il Cane a sei zampe è rientrato nel 2009, dopo aver compiuto i primi passi addirittura negli anni '70.

Altro tassello cruciale, come detto, è rappresentato dal Turkmenistan, dove Eni è entrata nel 2008, a seguito dell'acquisizione di Burren Energy. Già a partire dal 2009 ha cercato di stringere ulteriormente il rapporto e la scorsa estate l'ad Scaroni e il presidente del paese Gurbanguly Berdimukhamedov hanno preso l'impegno ad esplorare tutte le possibili alternative per estendere la cooperazione a nuove iniziative.



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Inviato 19 April 2011 - 18:28:46


ne parlavo gia' molti anni fa... http://ambasada.it/i...o...post&p=1673 e sono contento che si siano fatti passi da gigante

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Responsabilità sociale: le aziende italiane sono tra le più etiche al mondo



Responsabilità sociale: le aziende italiane sono tra le più etiche al mondo (Imagoeconomica)

Le aziende italiane sono le più etiche del mondo. Merito della certificazione SA 8000 che vede l'Italia primeggiare con 799 imprese (il 34,29% del totale mondiale) con bollino socialmente responsabile. Seguita solo, a distanza, da India (539 siti per il 33,13%) e Cina (339 siti per il 14,55%). Un primato che dimostra l'attenzione degli imprenditori italiani verso le tematiche della tutela dei diritti dei lavoratori, della responsabilità verso la comunità e l'ambiente. Un' identità etica e una reputazione sociale che non coinvolge solo le politiche interne all'azienda ma si estende anche ai fornitori. Insomma, massima attenzione all'intera filiera produttiva. Un processo non facile ma necessario per gli esperti e le imprese che aderiscono al Csr Manager Network (associazione nazionale che raggruppa i principali attori del sistema di certificazione SA8000) oggi a Bologna per discutere di "Etica e sostenibilità della Supply Chain: una sfida per le imprese, una richiesta dei consumatori, un'opportunità per il made in Italy".

Questo il tema dell'incontro, introdotto da Caterina Torcia (Public e Social Affairs manager di Vodafone Italia) presidente di Csr Manager Network, con il contributo di Valeria Fedeli, Vice segretario di Filctem-Cgil e Presidente del sindacato europeo del Tessile, e Rossella Ravagli, Csr Manager di Gucci, per illustrare l'approccio Csr pioneristico dell'azienda nel settore del lusso e della moda. Due le tavole rotonde nella giornata di studio dedicata alle strategie innovative della Csr. La prima sul ruolo delle ONG e delle associazioni per una supply chain responsabile con interventi di: Chiara Campione (Greenpeace); Mariarosa Cutillo (Valore Sociale); Deborah Lucchetti (Clean Clothes Campaign); Elisa Rotta (Fondazione Sodalitas). Al centyro del secondo incontro, le best practice di impresa con le testimonianze di Anna Adriani (Illycaffè); Franco Cappelli (Responsabile SA8000) per Coop; Pasquale di Rubbo (Csr Manager per Techinip).

Uno degli obiettivi del confronto tra i maggiori esperti nazionali di Csr è l' individuazione delle metodologie che rendono trasparente il processo produttivo e commerciale dell'impresa: il dove e come si arriva al prodotto finale, garantendo standard socio-ambientali rigorosi da parte dei propri fornitori, lungo tutta la filiera. Un risultato di trasparenza richiesto sempre di più dai consumatori, come testimonia una recente indagine di Gfk Eurisko per la Fondazione Sodalitas, con il 76% degli italiani che ritiene molto importante che l'impresa garantisca la sostenibilità della propria filiera. Senza dimenticare che un quarto dei consumatori sceglie quali prodotti acquistare, anche in base all'eticità della filiera. La certificazione produce valore aggiunto per i prodotti aziendali visto che oltre un terzo delle imprese considera molto importante la sostenibilità di filiera, in particolare le PMI e le aziende che operano sui mercati esteri, con il 60% di queste che valuta i fornitori anche in base a criteri di sostenibilità, spesso riconoscendo un premium price ai partner con maggiori garanzie.

Insomma, non manca l'attenzione degli imprenditori ai valori etici anche se la crisi economica sta frenando il processo di certificazione. Se nel 2006 l'aumento dei siti certificati valeva un + 36%, nel 2009 è calato al + 12% mentre nel terzo trimestre del 2010 la crescita si è fermata ad un + 11%. <>. Un rafforzamento della propria reputazione e quindi del marchio.



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Inviato 20 April 2011 - 23:02:04


Da Trieste alle colline di Hollywood
disegnando creature mostruose





Daniele Auber, ha interrotto il Dams per andare a lavorare con Dario Argento. Ma solo all'estero ha trovato il proprio spazio. Prima Londra poi gli Stati Uniti. In Italia? "Tornerei certo, ma vorrei ci fosse più serietà. Ricordo che a Roma per farmi pagare dovevo quasi pregare"




Immagine inviataDaniele Auber




Avete presente la scena in cui Johnny Depp fluttua in un mondo fantastico nel film Parnassus? Oppure la scena in cui Monica Bellucci invecchia di 500 anni ne I fratelli Grimm e l’incantevole strega? Le “magie” sono opera di un triestino 42enne emigrato a Los Angeles: Daniele Auber. Ci parla dalla sua casa sulle colline di Hollywood, dalla finestra vede l’osservatorio astronomico, quello diventato famoso per la lotta a coltelli fra James Dean e Dennis Hopper in Gioventù bruciata. Daniele si definisce un concept designer. “Rendo reali le visioni dei registi, trasformo in disegni le sceneggiature”. Le sue specializzazioni sono il fantasy e l’horror, e i registi di cui parla sono del calibro di Terry Gilliam e Wes Craven, il padre di Freddy Kruger.

Quali sono i tuoi ultimi lavori? “Per Craven ho disegnato The ripper, lo squartatore del film che fra poco uscirà in Italia My soul to take (Prendi la mia anima) e le storyboard di Scream 4, anche questo in uscita. Per Terry Gilliam ho realizzato le ambientazione fantasy di Parnassus, quelle appunto in cui si muove Johnny Depp, e le creature fantastiche del film I fratelli Grimm. Ora però sto lavorando alla mia seconda sceneggiatura. Infatti scrivere è la mia ultima passione”.

Prima però c’è stata Londra vero? “Sì, a Londra ho lavorato per la Jim Henson Company, quella che ha inventato il Muppet Show e ha creato tutte le tecnologie che stanno dietro a Guerre Stellari. Sapevi che la voce di Yoda è la stessa di Miss Piggy? Per loro ho fatto gli effetti speciali del film Jack e la pianta di fagioli, e ho vinto anche un Emmy Award, l’Oscar della televisione. È per questo che ho ricevuto la green card, il permesso per vivere e lavorare negli Stati Uniti. Prima ancora però, c’è stata Roma, e in particolare la bottega di Sergio Stivaletti che mi ha insegnato il mestiere e mi ha permesso di lavorare con Dario Argento e approdare al cinema horror”.

L’Italia sembra più lontana che mai. Cosa vedi da laggiù? “Sono molto grato all’Italia, Stivaletti mi ha insegnato a sviluppare le capacità artigianali e l’arte di arrangiarmi. Ma la cosa che mi strappa il cuore ora è che, oltre all’arte, la vespa e la cucina, ciò che tiene (ancora) alta la nostra reputazione è il cinema. Gli americani sono ancora molto legati all’immaginario di Federico Fellini e di Michelangelo Antonioni. Un’eredità che è completamente scomparsa, non perché sia impossibile farla rimanere in vita ma perché chi governa non l’ha considerata una ricchezza e non ha capito che l’industria cinematografica può essere anche molto redditizia. Se gli venisse data l’importanza giusta sarebbe fortissima. Oltretutto nello show business l’italiano è ancora visto come quello che ha una marcia in più, perché tutti qui sanno che noi cresciamo circondati dall’arte e dalla bellezza. Ci riconoscono questa ricchezza di cui invece in patria non ci rendiamo più neanche conto”.

Non solo. “Anche l’horror italiano anni ‘70, è tuttora oggetto di culto in tutto il mondo. E avrebbe delle potenzialità enormi se solo gli si desse l’opportunità di risorgere. In Italia ci sono molti talenti che potrebbero essere i protagonisti di questa onda. Ma è un genere che viene considerato tecnicamente troppo costoso, mentre le commedie romantiche non hanno bisogno di effetti speciali”.

Torneresti? “Sì, il mio desiderio è tornare in Italia un giorno, girare i miei film e mettere in pratica tutte le cose straordinarie che ho imparato lavorando con i grandi, ma mi piacerebbe vedere che vengono fatti investimenti e progetti e che c’è un’etica nel lavoro”. Cosa intendi? “Mi piacerebbe vedere più professionalità nelle relazioni, nell’impegno, nei pagamenti anche! Mi ricordo che a Roma dovevo pregare per essere pagato nei tempi previsti! Insomma, per il momento sono felice qui, a scorrazzare in vespa sulle colline e bere noci di cocco”.

http://www.ilfattoqu...struose/105476/



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