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Matrimonio moldavo


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Questa discussione ha avuto 129 risposte

#101 antalena

antalena

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Inviato 29 April 2010 - 13:00:37


Visualizza messaggioXCXC, su 29-Apr-2010 13:50, dice:



Ah dimenticavo... qualcuno mi spieghi allora perche' se esntro in un negozio moldavo mi trovo meglio se parlo russo e non romeno...
...come fanno i friulani che scimmiottano il dialetto veneziano... perche' erano dominati da quella classe dirigente ed ancor oggi c'e' questa "moda"...

e prima del venexiano c'era il milanese...

Hai gia risposto tu...

Solo che li ci sono i russi (potenti).



Kivulumi

#102 Lavi

Lavi

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Inviato 29 April 2010 - 14:04:28


Visualizza messaggioXCXC, su 29-Apr-2010 12:50, dice:

ma per favore...

ovvio che mi sto riferendo ai moldavi d'origine russa... ma anche i moldavi piu' vicini ai romeni ammirano di piu' i russofoni...tant'e' che qualcuno con la puzza sotto il naso si russonizza (azz nn so come si dice correttamente...)... un po' come fanno i friulani che scimmiottano il dialetto veneziano... perche' erano dominati da quella classe dirigente ed ancor oggi c'e' questa "moda"...


Questa è un'impressione che ho avuto anch'io...una curiosità:ma il  friulano non assomiglia al veneto come dialetto?


#103 Rick

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Inviato 29 April 2010 - 14:12:18


Visualizza messaggioantalena, su 28-Apr-2010 23:43, dice:

quelli del sud non sopportano quelli del nord...
:girl_wacko:
Diciamo che non sopportano i moldavi di romania

di cui sotto sotto da sempre diffidano



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#104 smerdiakof

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Inviato 29 April 2010 - 14:15:27


Visualizza messaggioXCXC, su 29-Apr-2010 12:50, dice:

Ah dimenticavo... qualcuno mi spieghi allora perche' se esntro in un negozio moldavo mi trovo meglio se parlo russo e non romeno...

Risposta facile e scontata: perchè in Moldova la stragrande maggioranza dei moldavi odiano i romeni e tutto ciò che li riguarda, in primis la lingua.
Ovviamente non TUTTI i moldavi, diciamo un 70-80%.
La percentuale diminuisce nei piccoli villaggi.
Anche i moldavi di etnia romena spesso preferiscono il russo al romeno.
I motivi possono essere tanti, non dimentichiamo che in Moldova la lingua russa è stata imposta per 50 anni.
Il discorso è lungo e complesso e non lo si può spiegare in due righe.


#105 Rick

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Inviato 29 April 2010 - 14:51:30


molto semplicemente
una lingua diventa “dominante” per tutta una serie di motivi
di carattere pratico ……

Vuoi che sia una cultura che produce di più
Vuoi che sia una questione di rapporti commerciali
Vuoi che sia u fattore di rapporti umani più frequenti
Vuoi che sia per una questione di offerta di intrattenimento maggiore
Vuoi che sia per occasioni di lavoro

Se mettiamo sul piatto della bilancia Russo e Rumeno
per quanto entrambe le lingue ed entrambe le culture siano degnissime

È ovvio che la lingua che viene espressa da circa 200 milioni di anime
esercita un’attrazione enormemente maggiore .

Se entrate in una casa moldava
potete scommetterci che la TV è per la maggior parte delle volte accesa
su di un canale russo
il quale trasmetterà anche i soliti programmi di varietà stupidi
ma esercita più attrazione , è colorato , è ben fatto , stimolante , fa sognare …..



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#106 Rick

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Inviato 29 April 2010 - 15:02:26


Visualizza messaggiosmerdiakof, su 29-Apr-2010 16:15, dice:

I motivi possono essere tanti, non dimentichiamo che in Moldova la lingua russa è stata imposta per 50 anni.
Ecco , qui prendo lo spunto per sottolineare ancora una volta una cosa

che gli stessi post di altalena mi hanno suggerito .

Quante volte sentiamo parlare dell'era CCCP in termini assolutamente negativi
da persone che in quell'era neanche erano nate

Abbiamo spesso sentito Peste e Corna ,
di tutto e di più si può raccontare
senza aver timore di essere smentiti
perchè chi può farlo preferisce tacere
per non passare per un nostalgico .

Quante volte abbiamo sentito dire
che il Prut era un confine invalicabile tra Romania ed URSS ????

ed invece ..... Altalena e Smerdi ci danno testimonianze del tutto diverse  

Quante volte abbiamo sentito dire che in MD si faceva la fame

ed invece ..... Altalena ci da una  testimonianza del tutto diversa


Quante volte abbiamo sentito dire che parlare moldavo era tabù ?


ed invece ..... non era affatto vero !

il moldavo veniva usato abitualmente senza tanti problemi ,
al russo veniva solo riservato il compito di lingua interculturale  
oltre che ufficiale .

MA i documenti erano scritti anche in moldavo

lo si studiava a scuola

alla televisione alla radio nei teatri c'erano spettacoli in moldavo

anzi

possiamo senza dubbio dire
che gli stessi russi apprezzavano il moldavo come lingua particolarmente musicale

Non erano di certo tempi facili , quelli ,
ma per i moldavi non sono stati poi così orribili
come a loro piace tanto farci credere

specialmente se confrontati con quel che passavano in altri stati comunisti  !



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#107 liliana

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Inviato 29 April 2010 - 15:50:40


Visualizza messaggioCRISTY, su 28-Apr-2010 22:32, dice:

ma poi sono cresciuta e mi sono resa conto che la Romania è solo una mela bellissima fuori, ma marcia dentro.


Quoto al 100%



MEMENTO AUDERE SEMPER


#108 XCXC

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Inviato 29 April 2010 - 17:30:47


Visualizza messaggioCRISTY, su 28-Apr-2010 21:43, dice:


Non c'è bisogno che ci lo dici te sai?...sapiamo meglio di te com'è la Moldova.
Sarà solo collina, senza mare e montagna, ma per noi è bellissima così com'è.
Mi sembra di essere all'asilo..."La mia casa è più bella della tua...io c'ho anche una cameretta bella e tu non ce l'hai..pampamperooo!" :girl_haha:  


ma ovvio...

il mio pensiero va ai tanti italiani che son passati per questo forum... che cantando estasiati le meraviglie della Moldova... quasi rinnegavano il Bel Paese... :24:

a tutto c'e' un limite... ;)



.


#109 XCXC

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Inviato 29 April 2010 - 17:47:54


Visualizza messaggioLavi, su 29-Apr-2010 15:04, dice:


.una curiosità:ma il  friulano non assomiglia al veneto come dialetto?

il friulano non e' un dialetto dell'italiano ma una lingua neo-ladina... (che interessa anche la tua regione)

-------

Ladino

Ladino è il nome con cui spesso il territorio dolomitico viene identificato e la gente ladina come la popolazione delle Dolomiti. Questa visione della terra dei monti pallidi, per certi versi, è errata. Infatti, pur essendo vero che i ladini sono il popolo delle dolomiti per antonomasia e che ne abitano gran parte del territorio, è vero che, da un lato il ladino non è considerato da tutti i linguisti una vera e propria lingua e i ladini un vero e proprio popolo, dall’altra è constatato che esistono territori dolomitici non ladini e popolazioni di lingua ladina al di fuori delle dolomiti.

Riguardo la prima puntualizzazione bisogna innanzitutto precisare che non esiste una lingua ladina unitaria, il tentativo della creazione di una lingua ladina standard - progetto SPELL - è pur sempre un progetto artificiale e che coinvolge comunque i soli territori ladini storici o ex-asburgici. Esiste, invece, una serie di dialetti ladini, anche molto differenti tra di loro, tanto che parlanti di diverse vallate potrebbero non comprendersi. Inoltre è oramai assodato presso i linguisti il fatto che i dialetti ladini sono in realtà dei dialetti italiani settentrionali molto arcaici, che un tempo erano presenti in un areale molto più vasto ed ora sono relegati in alcune zone più isolate o più conservative da un punto di vista delle tradizioni e della parlata. Si può quindi parlare di ladino come lingua solo in quanto insieme di dialetti con caratteristiche arcaiche, che in maniera così massiccia e non limitata ad una sola caratteristica, non sono presenti in altre parlate di altre zone dell’arco alpino o dell’Italia settentrionale. In sostanza si tratta di una lingua nata in epoca moderna non come idioma con uno sviluppo dal latino indipendente rispetto ai dialetti limitrofi e tanto meno, come alcuni sostengono, come amalgama di idiomi latini e reti. È solamente un insieme di dialetti con tratti antichi e dove non esistono caratteristiche del tutto estranee ad altri idiomi o parole con un’origine esclusivamente ladina.

In merito al fatto che esistono aree dolomitiche non ladine è evidente a chi conosca sufficientemente bene il territorio e la cultura dolomitica. Ad esempio sono numerose le vallate tedesche nelle dolomiti altoatesine, oppure la Valbelluna, l’Alpago e il feltrino sono zone pedemontane, con però al loro interno cime dolomitiche, in cui si parlano dialetti veneti settentrionali. Allo stesso modo esistono zone di lingua ladina al di fuori dell’area dolomitica. Si pensi a tal proposito al romancio in Svizzera e al friulano, parlato anche in zone di pianura.

Anticamente l’area ladina era molto più vasta dell’attuale. Era parte di questa cultura gran parte dell’arco alpino e molte zone pedemontane e anche di pianura dell’Italia settentrionale. Il fenomeno di erosione è avvenuto, e sta tuttora avvenendo, gradualmente nel tempo. Così in molte zone si sono perse caratteristiche linguistiche ladine (arcaiche) a vantaggio di innovazioni linguistiche e, allo stesso modo, le popolazioni hanno optato per un sempre più massiccio utilizzo di idiomi considerati più prestigiosi: dialetti tedeschi o italiani settentrionali a seconda delle zone di influenza linguistica e culturale. Sul fatto che l’areale ladino era un tempo molto più vasto dell’attuale - e questa tesi ormai riconosciuta rende obsolete altre teorie che vorrebbero i ladini una popolazione limitata alle vallate del Sella - basti pensare che l’alta Val Venosta era ladina fino ai primi anni del secolo XIX e a Trieste città era parlato, da una parte della popolazione, un dialetto ladino (Tergestino), simile al friulano sempre fino al secolo XIX. Numerosi sono inoltre gli esempi toponomastici, sia in aree di dialetto veneto settentrionale (Valbelluna e feltrino), che nell’Alto Adige germanofono.

L’attuale zona di lingua ladina si può suddividere in tre grosse sub-zone corrispondenti ad altrettante famiglie ladine, che però non sono sempre omogenee al loro interno, esistendo altre sub-famiglie e numerose differenze tra diversi dialetti appartenenti ad ognuna di queste tre macroregioni.

Il romancio è parlato nell’area più occidentale della lingua ladina. E’ parlato in Svizzera nei Grigioni occidentali e centrali e in Alta e Bassa Engadina, nonché in Val Monastero.

Il ladino dolomitico o centrale. Parlato nelle valli di Non e di Sole (trentino) - peraltro il noneso e il solandro non sono unanimemente riconosciuti come dialetti ladini - nelle valli di Fassa (trentino), Gardena e Badia (Bolzano) e in alcune frazioni di Castelrotto (Bolzano), nei comuni di Livinallongo Del Col Di Lana, Colle Santa Lucia e Rocca Pietore (bellunese) ladino atesino; in Cadore, Comelico e Cortina d’Ampezzo (bellunese) ladino cadorino; in Val di Zoldo e nell’agordino (bellunese) si parla un dialetto ladino-veneto, che si fa via via più simile al veneto settentrionale nelle vallate più a Sud e quello più arcaico nelle vallate più settentrionali. Il dialetto ladino-veneto zoldano è molto interessante in quanto al suo interno presenta caratteristiche degli idiomi ladini atesini, dell’agordino e del Cadore. Il friulano. È il gruppo ladino più orientale ed ha delle caratteristiche proprie non riscontrabili nelle altre parlate. È comunque assodato che il friulano, conservato anche in zone di pianura, appartiene alle lingue ladine. In Veneto il ladino si parla esclusivamente nella parte alta della provincia di Belluno: territori ladini ex-asburgici (Livinallongo Del Col Di Lana, Colle Santa Lucia e Cortina d’Ampezzo), agordino, zoldano, Cadore e Comelico; a parte alcuni comuni in provincia di Venezia ove si parla il friulano (comprensorio di Portogruaro, comuni di: Concordia Sagittaria, San Michele al Tagliamento, Teglio Veneto, Fossalta di Portogruaro, Gruaro, Cinto Caomaggiore, Pramaggiore).

Nel territorio cadorino bisogna distinguere alcune varietà: l’Ampezzano, parlato nel comune di Cortina d’Ampezzo (lad. Anpezo), particolarmente conservativo (ad esempio non ha subito l’introduzione delle interdentali come nel resto del Cadore), a causa del più lungo periodo di dominio austriaco, che non ha permesso una forte influenza veneta. Comunque il ladino ha inaspettati fenomeni arcaici dove il dialetto è stato più modificato e altrettanto inaspettati fenomeni innovativi dove è più arcaico, ad esempio a Cortina si usa la parola meno conservativa caal (cavallo), invece della più conservativa ciaval usata nel resto del Cadore.

L’Oltrechiusano, parlato nei comuni di San Vito di Cadore (lad. San Vido), Borca di Cadore (lad. Borcia), Vodo di Cadore (lad. Guodo) e Cibiana di Cadore (lad. Zubiana), anch’esso molto conservativo, anche se leggermente meno dell’Ampezzano, soprattutto nei comuni di Cibiana e San Vito e nel paese di Vinigo (lad. Vinego) nel comune di Vodo.

Il cadorino centrale, parlato nei comuni di Valle di Cadore (lad. Val), Pieve di Cadore (lad. Piee), Perarolo di Cadore (lad. Perarol/Peraruò), Calalzo di Cadore (lad. Cialauz) e Domegge di Cadore (lad. Domeie/Domiege). Il cadorino centrale non è omogeneo in tutta la sua area. Per la precisione il comune di Valle ha perso gran parte della sua latinità, maggiormente mantenuta nel paese di Venas (lad. Venas). Ancor meno ladino si presenta il paese di Perarolo e quello di Pieve, anche se in quest’ultimo non si riscontra la stessa situazione in tutto il territorio comunale. Infatti se nelle parlate dei paesi di Pieve, Sottocastello (lad. Sotecastel) e Tai (lad. Tai/Tei) il ladino è quasi irriconoscibile, è già più evidente nel paese di Nebbiù (lad. Nebiù/Nobiù), per diventare evidentissimo nel paese di Pozzale (lad. Pozale). In particolar modo il paese di Pozzale è quello con la parlata più arcaica di tutto il Cadore centrale, fenomeno stranissimo considerando che si trova solo due chilometri sopra all’abitato di Pieve, dove le tracce di ladino sono minime. La parlata pozzalina presenta tratti oltrechiusani ed arcaici (es. le parole daos (dietro) o pistorte (patate), simile alla parola pestorte usata a Cortina). La parlata ridiventa decisamente ladina nell’intero comune di Calalzo (ancor più conservata nel paese di Rizzios (lad. Rezuos) e ancor di più nell’intero territorio comunale di Domegge.

Il cadorino orientale è una serie di dialetti anche con tratti diversi tra di loro, ma con caratteristiche simili (es. il finale dei participi passati in ou e iu: zerciòu (assaggiato), dormìu (dormito)). È parlato nei comuni di Lozzo di Cadore (lad. Loze), Vigo di Cadore (lad. Vigo), Lorenzago di Cadore (lad. Lorenzago) e Auronzo di Cadore (lad. Auronzo/Auronze). E’ un dialetto decisamente più conservativo del centrale, e con alcune caratteristiche differenti, tipo il participio passato di cui sopra. Strano il salto linguistico tra Domegge e Lozzo che distano tra loro pochi chilometri. Tra questi dialetti particolare è proprio il lozzese per alcune soluzioni linguistiche solamente sue (es. denogio (ginocchio) invece di denocio/denoio/denuoio, o vuou/uovo invece di uóvo/goo). Particolarmente conservativi i dialetti di Laggio (lad. Laio) nel comune di Vigo e di Auronzo. In quest’ultimo si riscontrano parole molto arcaiche assenti nelle altre parlate cadorine orientali (es. sartio (sole), come in Comelico).

Il dialetto cadorino del Comelico. È il più conservativo, per molti anche più dello stesso Ampezzano. Si potrebbe anche confonderlo con un dialetto non cadorino, avendo tratti tutti suoi e a volte simili al friulano. In realtà i linguisti lo fanno appartenere ai dialetti cadorini, anche se all’interno del gruppo riveste un ruolo tutto suo. È parlato in tutti i comuni del Comelico (lad. Comelgo/Comelgu), eccetto Sappada, di cui si dirà più avanti. Il dialetto del Comelico si può suddividere in due sezioni: 1) Comelico orientale (paesi di Costalissoio (lad. Costliseign), Campolongo (lad. Cianplongo), San Pietro (lad. San Piero), Mare (lad. Mar), Presenzio (lad. Parnei) e Costalta (lad. Costata); 2) Comelico occidentale (paesi di Candide (lad. Candide), Casamazzagno (lad. S-ciamazeign), Dosoledo (lad. Dudlè), San Nicolò (lad. San Colò), Cosat (lad. Costa), Parola (lad. Padla), Danta (lad. Danta), Santo Stefano (lad. Sa Stefi), Campitello (lad. Cianpdel), Casata (lad. Ciasada).

Il paese di Ospitale di Cadore (lad. Ospedal), che è il più a Sud di tutto il Cadore, si può considerare più appartenente al gruppo dei dialetti veneti settentrionali che a quello ladino. Il paese di Zoppè di Cadore (lad. Zopè) appartenente storicamente al Cadore, ma gravitante nella valle di Zoldo, ha un dialetto ladino-veneto zoldano. Il comune di Selva di Cadore (lad. Selva) appartenente storicamente al Cadore, ma in Val Fiorentina, in agordino, ha un dialetto ladino-veneto agordino settentrionale tendente al ladino, in quanto i tratti veneti sono tutto sommato pochi. Ha al suo interno caratteristiche dei vicini dialetti ladino-atesini di Colle Santa Lucia, Livinallongo del Col di Lana e Rocca Pietore ed arcaismi cadorini (es. alolo (subito), presente nelle parlate ampezzana e del Comelico). Infine il comune di Sappada (dial. ted. Plodn) è un’isola germanofona, con un dialetto arcaico bavarese, molto simile al dialetto dell’isola germanofona friulana di Sauris (dial. ted. Zahre).

Le rivendicazioni storiche-politiche-etniche nell’area dolomitica sono presenti solo nelle aree dei cosiddetti ladini storici o ex-asburgici, divisi nelle tre province di Bolzano (Val Gardena e Val Badia e alcune frazioni del comune di Castelrotto) e Belluno (comuni di Livinallongo del Col di Lana, Colle Santa Lucia e Cortina d’Ampezzo). Al di là del fatto che questi territori, al di fuori del lungo dominio asburgico, hanno poche caratteristiche culturali e anche linguistiche (sono tutte zone ladino-atesine, eccetto Cortina d’Ampezzo, che è ladino-cadorina, ma è escluso il comune di Rocca Pietore, che appartiene al gruppo ladino-atesino) in comune, sono le uniche ad avanzare rivendicazioni storiche-politiche-etniche. Le altre zone si definiscono ladine in un solo ambito linguistico-culturale. Tutti i comuni ladini sono tutelati dalla legge nazionale 482/99, che ha dato finalmente voce a molte zone ladine (per esempio il Cadore, l’agordino e lo zoldano in provincia di Belluno), finora non tutelate dal punto di vista culturale-linguistico.



.


#110 Rick

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    Medaglie



Inviato 29 April 2010 - 18:15:02


tra queste

particolarmente interessante è il Romancio , parlato in Svizzera nella zona di Saint Moritz .

Chissa che impressione fa
ai moldavi sentire questa lingua ......





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