Carlo, su 17-Sep-2009 12:36, dice:
VERSO LA MOLDOVA:
CONSIDERAZIONI E PREPARAZIONE AL VIAGGIO.
Mi è capitato fra le mani un libretto di qualche tempo fa.
Allora come oggi condividevo e condivido questi pensieri.
Il viaggio è un sogno, non inteso come bisogno di evadere, di lasciarci alle spalle ciò che alle spalle resta ogni volta che salpiamo, ma come consapevolezza del fatto che certe verità possono essere contenute solo nei sogni.
Sogni che nascono liberi e liberi devono restare per poter migrare, portare scompiglio in altre coscienze e continuare a seminare il desiderio e la voglia di partire.
Nella speranza di conservare occhi capaci di accorgersi quando, fuori dalla finestra, un palloncino sale a cercare il tetto della notte e un cuore che sappia ancora vibrare per il desiderio di inseguire il sogno che quell’immagine porta con sé, senza lasciarsi anestetizzare dall’ovvietà bugiarda del presente.
Ma il viaggio è anche l’avventura.
Le incognite sono tante e pesano.
E l’augurio che ci facciamo ad ogni partenza è che nella nostra bisaccia non manchino mai: lo stupore, la capacità di ritrovare incontaminato lo sguardo del bambino del palloncino. Il desiderio di desiderare, perché non manchi mai la volontà di fare di tutto perché le cose somiglino un pò più a noi.
La forza di non fermarsi all’evidenza ma grattare sotto la superficie e spiare il dietro le quinte dove si nasconde il senso vero delle cose.
La voglia e l’energia di ripartire ogni volta che il peso di quella distanza prende alla gola insieme alla tentazione di lasciarsi andare, mollare tutto e fermarsi li dove siamo arrivati (magari davvero ad un passo dal trasformare il nostro desiderio in realtà) e un grano di utopia, visto che ci vuole la forza di sogni smisurati per fare dei piccoli passi avanti a questo viaggiatore che, da molto più di due millenni, chiamiamo uomo.
CONSIDERAZIONI E PREPARAZIONE AL VIAGGIO.
Mi è capitato fra le mani un libretto di qualche tempo fa.
Allora come oggi condividevo e condivido questi pensieri.
Il viaggio è un sogno, non inteso come bisogno di evadere, di lasciarci alle spalle ciò che alle spalle resta ogni volta che salpiamo, ma come consapevolezza del fatto che certe verità possono essere contenute solo nei sogni.
Sogni che nascono liberi e liberi devono restare per poter migrare, portare scompiglio in altre coscienze e continuare a seminare il desiderio e la voglia di partire.
Nella speranza di conservare occhi capaci di accorgersi quando, fuori dalla finestra, un palloncino sale a cercare il tetto della notte e un cuore che sappia ancora vibrare per il desiderio di inseguire il sogno che quell’immagine porta con sé, senza lasciarsi anestetizzare dall’ovvietà bugiarda del presente.
Ma il viaggio è anche l’avventura.
Le incognite sono tante e pesano.
E l’augurio che ci facciamo ad ogni partenza è che nella nostra bisaccia non manchino mai: lo stupore, la capacità di ritrovare incontaminato lo sguardo del bambino del palloncino. Il desiderio di desiderare, perché non manchi mai la volontà di fare di tutto perché le cose somiglino un pò più a noi.
La forza di non fermarsi all’evidenza ma grattare sotto la superficie e spiare il dietro le quinte dove si nasconde il senso vero delle cose.
La voglia e l’energia di ripartire ogni volta che il peso di quella distanza prende alla gola insieme alla tentazione di lasciarsi andare, mollare tutto e fermarsi li dove siamo arrivati (magari davvero ad un passo dal trasformare il nostro desiderio in realtà) e un grano di utopia, visto che ci vuole la forza di sogni smisurati per fare dei piccoli passi avanti a questo viaggiatore che, da molto più di due millenni, chiamiamo uomo.
Considerazioni poetiche che stimolano l'anima e la fanno vibrare. Bravo amico mio delle bellissime parole utilizzate.
ANi