Dedicato agli "incompetenti" a partire da Orson Wells, quelli che dicono che la Svizzera non fa altro che produrre "orologi a cucù" "cioccolata" e ladrocini bancari,
Prima di parlare della SVIZZERA, sciacquatevi la bocca con la "cunegrina" (in Ticinese) varechina in Toscano- o candeggina che dir si voglia.
Mf di giovedì 7 gennaio 2010
E' il Canton Ticino il paradiso delle pmi -
di Gualtieri Luca
NEGLI ULTIMI ANNI DECINE DI SOCIETÀ ANNO DELOCALIZZATO OLTRE CONFINE
La North Face è un'impresa specializzata in abbigliamento, calzature e accessori per la montagna. La proprietà è americana (VF Corporation, un colosso del North Carolina con un fatturato di 8 miliardi di dollari) ma la sede della società è in Italia, a Treviso.
O meglio era.
Già perchè con il nuovo anno la North Face ha deciso di fare i bagagli e di attraversare il confine italo-svizzero per trasferire la sede a Lugano. Nelle scorse settimane la VF Corporation ha inviato una nota ai sindacati italiani in cui spiega i motivi del trasferimento, legati alla ricerca di una maggiore competitività in una fase di mercato complessa come quella attuale.
La vicenda della North Face è specchio di un fenomeno del tutto nuovo per l'economia italiana. Finora le nostre aziende avevano delocalizzato nei Paesi emergenti, in Europa orientale o in Asia, soprattutto per risparmiare sul costo del lavoro e sulle forniture di materia prima.
Oggi per gli imprenditori hanno scoperto un piccolo paradiso appena sotto casa: la Svizzera.
Negli ultimi anni decine di società hanno delocalizzato parte della produzione oltre la frontiera. Recenti statistiche parlano di almeno un centinaio di aziende medio-grandi e il trend starebbe accelerando proprio in questi mesi di crisi economica. Alcuni nomi fanno partedel gotha della moda come Versace, ugo Boss, Gucci e Armani.
Ma ci sono anche gruppi tessili come la Ermenegildo Zegna e fa capolino perfino la Fiat.
Senza considerare le molissime pmi che in questi ultimi anni hanno deciso di dirigere il timone oltre le Alpi. Tra queste c'è Pramac, la società con sede operativa a Casole d'EIsa (Siena) attiva nella produzione e distribuzione di gruppi elettrogeni: nel 2008 il management ha investito 85 milioni di euro in una nuova fabbrica per produrre pannelli fotovoltaici in Canton Ticino.
L'impianto sorge a Riazzino su una superficie totale di 35 mila metri quadrati, è stato inaugurato la scorsa estate e sembra destinato a dare un forte contributo alla Pramac.
Ma perchè questa corsa in Svizzera? Le ragioni sono diverse: un mercato id lavoro pi flessibile, una fiscalità meno gnvosa, forti incentivi agli investimenti e una sostanziale disponibilità del sistema bancario a sostenere gli start up.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro, la Svizzera offre condizioni più vantaggiose rispetto all'italia e questo rappresenta un fattore di dinamismo e di crescita per tutte le imprese.
L'incidenza del costo della manodopera, nelle sue componenti fisse e variabili, è relativamente ridotta e del tutto marginale se si considera il rapporto tra costo del lavoro e produttività.
Non solo.
In base alle statistiche. i dipendenti svizzeri risultano molto pi qualificati dei vicini italiani e il tasso medio di assenteismo è tra i più bassi in Europa.
Anche sul fronte della fiscalità le sorprese positive sono molte. In generale la Svizzera presenta un carico fiscale moderato, combinato agli incentivi previsti dalla promozione economica. L'insieme di tutto ci fa pensare del Ticino un piccolo paradìso per le pmi italiane.
La chiarezza delle norme e la stabilità economica, politica e sociale facilitano l'imprenditore nel compito di pianificazione e gestione aziendale.
Nello scenario internazionale la Svizzera è tra i Paesi con il sistema fiscale pi attrattivo e le persone giuridiche devono sottostare in media a un'imposizione fiscale diretta contenuta.
Ad esempio, in Canton Ticino l'onere fiscale per le imprese si attesta attorno al 20% dell'utile e l'Iva è in assoluto la più bassa in Europa.
A differenza di quanto solitamente accade con le economie energenti, la Svizzera offre inoltre una forte diversificazione economica e infrastrutture molto più sviluppate.
Il Canton Ticino ha un prodotto interno lordo che si avvicina ai 12 miliardi di euro. L'ossatura della sua economia è rappresentata soprattutto da piccole e medie imprese e in totale vi sono oltre 163 mila posti di lavoro su una popolazione di 325 mila abitanti, Il 70% della forza lavoro è assorbita dal terziario e i servizi finanziari rappresentano un importante motore di crescita del Cantone. 1 comparti trainanti sono le industrie di esportazione (dalla meccanica all'elettronica fino alla chimica- farmaceutica), la logistica, la finanza e il turismo. Nel complesso il Ticino esporta merci per oltre 4 miliardi all'anno di cui il 70% verso i paesi dell'Unione europea e i primi tre mercati sono Italia, Germania e Nord America.
Un'altra attrattiva di primo piano per le aziende italiane è rappresentata dalla promozione economica.
Ad esempio nel 1997 il Canton Ticino ha lanciato il Progetto Copernico per migliorare la visibilità della regione all'estero e far conoscere le opportunità d'investimento.
Nel primo decennio Copernico ha permesso l'insediamento di oltre 150 aziende di cui 70 italiane. Non solo. Per sostenere i nuovi progetti economici lo Stato, oltre a garantire le condizioni quadro favorevoli alla crescita, si è dotato di diversi strumenti legislativi che prevedono un mix di misure: dai contributi a fondo perduto alle agevolazioni fiscali fino agli incentivi per le assunzioni.
C'è poi un ultimo ma fondamentale fattore di attrazione: la lingua. L'italiano è una delle lingue ufficiali della Svizzera ed è la pi parlata in Canton Ticino. Insomma, per abbattere i costi e aumentare l'efficienza della produzione basta andare qualche decina di chilometri a nord di Milano. Delocalizzare, oggi, è più semplice del previsto sopratutto per la chimica farmaceutica,