I GRANDI RISULTATI DEL BACIAPILE RICCARDI L'IMPORTAZIONE DI MUSULMANI A GOGO (CAZZIATONE DEL PAPA ASSICURATO)
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«Le vere badanti restano clandestine»
STRANIERI. Poche le regolarizzazioni registrate in Veneto; risultano circa un terzo rispetto alla santoria del 2009
Nel Vicentino 2.085 domande e solo 210 da Ucraina e Moldavia Restano le polemiche sui costi 19/10/2012
Sanatoria chiusa. Ma le polemiche restano. Sui tempi, sui costi. Sulle nazionalità, sui “falsi assistenti familiari” come li definiscono i sindacati. In Veneto si è conclusa con 10.366 domande di emersione inviate al ministero dell'Interno, nemmeno l'8% del totale delle domande (134.576) arrivate, per via telematica, al Viminale entro la mezzanotte di lunedì 15 ottobre. VICENTINO. Ne sono partite 2.085 e, solo negli ultimi due giorni, si è toccato il picco, con oltre 400 invii. La maggior parte per lavori domestici, ma il dato rischia di essere falsato guardando alle nazionalità.
La maggior parte delle domande è stata presentata da cittadini bengalesi (641), poi indiani (406) e pachistani (148). Mentre le richieste provenienti dalla Moldavia sono state 98 e dall'Ucraina 112. «È logico pensare, almeno per i primi due Paesi, che si tratti di connazionali che hanno assunto parenti per sanare la loro posizione, ma vengono impiegati in ben altre attività - spiega Ugo Ometto, responsabile del Caaf della Cgil -. Le vere badanti, quelle ucraine o moldave, sono rimaste fuori e i numeri lo dimostrano: per colpa della documentazione da presentare che le tagliava fuori visto che non potevano dimostrare di essere in Italia dal 31 dicembre del 2011 e per i mille euro da versare». DOMANDE. Nel Veneto il 91% delle richieste riguardano domande per l'emersione di lavoratori domestici mentre sono solo 953 quelle per regolarizzare dipendenti di aziende (lavoratori subordinati). Diverso il dato nazionale dove la percentuale delle domande di sanatoria per lavoratori domestici è stata inferiore di 5 punti pari all'86%. Il totale delle domande presentate dal Veneto è di gran lunga inferiore ad ogni stima preventiva, comprese le più basse (circa 20 mila). Tenendo in considerazione la popolazione residente, italiana e straniera non comunitaria, i numeri regionali risultano sottodimensionati anche rispetto ad altre realtà con caratteristiche economiche e sociali simili: 36 mila richieste in Lombardia e 14 mila in Emilia Romagna. UNA SCONFITTA. «Il flop, previsto fin dai primi giorni in conseguenza all'obbligo per il lavoratore di dimostrare la sua presenza in Italia con un documento pubblico, si è concretizzato con una quantità di domande che è pari ad un terzo di quelle presentate, oltre 29 mila nella nostra regione in occasione della sanatoria del 2009 - commenta Maurizio Cecchetto, segretario della Cisl del Veneto con delega all'immigrazione - gli uffici della Cisl mettono anche in evidenza che solo negli ultimi 2 giorni sono state inviate quasi 2 mila domande: i datori di lavoro ed i lavoratori si sono decisi all'ultimo minuto sulla logica di chi gioca al lotto: senza biglietto di certo non si vince. Non si possono penalizzare centinaia di lavoratrici ucraine e moldave che lavorano nelle nostre famiglie costringendole alla clandestinità. Anche i sindaci dovrebbero far sentire la loro voce». IL MINISTRO. Andrea Riccardi ministro per la Cooperazione e l'integrazione si è detto soddisfatto dell'esito della sanatoria sostenendo che sono stati recuperati ben 135 milioni di euro, mentre sempre secondo fonti governative finiranno 75 milioni in più nelle casse dell'Inps. Ma soprattutto - secondo il ministro - si è data una prospettiva di dignità ad oltre 135 mila stranieri. Comunque non ha preso in considerazione le richieste delle parti sociali che domandavano una proroga, anzi ha annunciato che il Governo sarà più duro con chi non è in regola.