Inviato 07 July 2009 - 09:23:28
Badanti e colf irregolari, famiglie in allarme. Patronati presi d’assalto.
Acli Colf: «I datori di lavoro chiedono la sanatoria, le straniere hanno paura dell’espulsione»,
di Francesca Filippi
ROMA (7 luglio) - «Le famiglie ci chiamano, non sanno cosa fare. Le lavoratrici hanno paura». A Roma, così come nel resto d’Italia, è allarme per le “badanti” irregolari. La denuncia è delle Acli Colf: «Decine di migliaia aspettano ancora la risposta dall’ultimo decreto flussi. L’unica via d’uscita è accogliere le domande di assunzione già presentate nel 2007 e procedere a nuove regolarizzazioni». Già, ma c’è lo stop della Lega all’appello di Giovanardi di regolarizzare proprio le badanti. E poco importa se il sottosegretario non ha mai parlato di “sanatoria”, nelle sedi di sindacati, negli uffici dei patronati della Capitale non si parla d’altro. «Ricevo cinquanta telefonate al giorno solo per questo aspetto del pacchetto sicurezza – afferma Maria Paola Infantino, impiegata presso l’Ital Uil, lo sportello di via Quattro Cantoni a cui gli immigrati si rivolgono per pratiche relative a rinnovo permessi di soggiorno, ricongiungimenti familiari, richieste di cittadinanza e consulente legali -. Ma tanto è inutile, non si possono presentare domande perché siamo in assenza di flussi di ingresso. I più arrabbiati sono i datori di lavoro, mentre gli immigrati sono rassegnati, anche se sperano in una sanatoria futura».
Intanto, ieri sera in consiglio comunale è stata presentata una mozione bipartisan per la regolarizzazione delle badanti, a sostegno della proposta lanciata da Giovanardi. Presentato dal consigliere Fabrizio Panecaldo del Pd, il documento è stato sottoscritto anche dai consiglieri del Pdl Federico Rocca e dell’Udc Alessandro Onorato. Ora la mozione verrà messa in calendario: prevista già per giovedì prossimo la votazione.
E se in Italia ci sono 600mila badanti in regola e almeno 500mila a rischio, secondo il dossier Migrantes della Caritas a Roma e provincia le colf straniere dichiarate sono un quinto del totale (i dati si riferiscono al 31 dicembre 2007). Lo stipendio di una collaboratrice familiare, su una media di 42 ore settimanali, è di 880 euro (le domestiche filippine arrivano anche a mille euro perché la loro è immigrazione più radicata e stabile) ma c’è chi ne percepisce 750, pur lavorando 17 ore in più a settimana «solo perché irregolare ed in Italia da meno di due anni, in genere provenienti dall’Europa dell’Est», spiega Alessandro Iapino, ufficio stampa delle Acli. Non solo. Le cifre dell’Istat (ferme anche queste al dicembre 2007) parlano di 391.000 stranieri residenti censiti nel Lazio, dei quali 321.887 solo a Roma. Tenendo conto che non tutti gli stranieri sono stati registrati, la Caritas stima che a Roma e nel Lazio ci siano 480.729 stranieri. Dunque 89.729 vivono nell’ombra.
Secondo la Uil le persone occupate e nate all’estero che lavorano presso famiglie sono 21.331 nel Lazio (il 90% a Roma e provincia). A questi vanno aggiunti, sempre nella regione, i 26.000 nel commercio, i 51.400 nelle costruzioni e i 12.000 nell’agricoltura. Ed è di ieri il sì della Cei a una sanatoria per colf e badanti «perchè c’è da sanare una situazione che va avanti da tanto tempo». Ad affermarlo è mons. Domenico Sigalini, segretario della commissione episcopale per le Migrazioni. «Bisognerà – aggiunge - riconoscere loro dignità e apprezzamento poiché struttura portante dell'assistenza alle persone».
D’accordo con il prelato, padre Lucio Zappatore, parroco di Santa Maria Regina Mundis, a Torre Spaccata che conta 10 mila fedeli: «C’è legalità solo c’è rispetto per la persona. Non fare nessuna legge sull’immigrazione è un errore, farla e condannare le persone solo perché irregolari è errore ancora più grave». Infine Pietro Soldini, responsabile Ufficio Immigrazione della Cgil: «Questo decreto colpisce anche gli immigrati regolari. Il governo chiede a medici e insegnanti di fare i delatori anti-clandestini. Invece l’unica “spiata” necessaria sarebbe quella di andare dove lavorano queste persone e metterle in regola».