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QUELLO CHE LE ALTRE NON DICONO
Started By
Carlo
, 12 Jun 2009 - 14:19:11
Questa discussione ha avuto 16 risposte
#11
Inviato 30 June 2009 - 13:35:34
Come dicevo sentiamo l'altra campana...
Attenti a Giordano!
a cura di Stefano Andreoli
Mi si passi il paragone: Mario Giordano (il direttore di "Studio Aperto", telegiornale di Italia Uno) sta al giornalismo d'inchiesta come Tinto Brass all'erotismo trasgressivo. Il solo fatto di svestire delle belle e giovani attrici emergenti e costruirci intorno una storia, magari con qualche riferimento culturale "alto", serve da giustificazione a Brass per accreditare i propri film come opere "controcorrente" e "liberatorie", mentre si tratta in realtà di prodotti di serie ormai abbastanza noiosi. Allo stesso modo Giordano - in Attenti ai buoni. Truffe e bugie nascoste dietro la solidarietà (Milano, Mondadori, 2003) - assembla, cita, risciacqua inchieste fatte da altri, condendo il tutto con la salsa del sarcasmo e della battuta sapida.
Il problema però è che a volte l'autore si lascia prendere un po' troppo la mano dalle battute e fa disinformazione. Un esempio che riguarda seppur indirettamente anche la UILDM è nel capitolo III: "Che (brutto) spettacolo. Quando la truffa sale sul palcoscenico". Si parla degli eventi spettacolari organizzati per raccogliere fondi (partite del cuore, concerti, maratone televisive ecc.), destinati, come nel caso del Pavarotti & Friends, a realizzare opere inutili e inutilizzate (come il Music Centre a Mostar) o nei quali, alla faccia della beneficenza, star e starlette varie (Monica Bellucci, Simona Ventura ecc.) si prestano a fare da testimonial a suon di sostanziosi cachet.
Fra le varie truffe viene annoverato anche Telethon. Titolo del paragrafo: Aiutate Telethon, ci guadagna Guardì. Qui Giordano spiega, citando la trasmissione di Raitre Report (che di giornalismo d'inchiesta se ne intende), che Telethon è una delle poche organizzazioni di beneficenza ben funzionanti. Ha bilanci trasparenti e non più del 20% delle somme raccolte è destinato a finanziare le spese di organizzazione interna.
Dunque dove sta la truffa? Essa riguarderebbe il fatto che siccome la trasmissione è considerata dalla SIAE un varietà, il suo autore Michele Guardì percepirebbe 153.000 vecchie lire al minuto in diritti d'autore (fate un po' voi il conto su circa 30 ore di trasmissione). Morale: Guardì si arricchisce grazie a una trasmissione che serve a raccogliere fondi per combattere le malattie genetiche in virtù di norme distorte in materia SIAE.
Detto questo, ci chiediamo ancora: dove sta la truffa? Non è lo stesso Giordano a dirci che i soldi versati a Telethon non vanno a Guardì, ma vanno alla ricerca e vengono pure spesi bene? Allora, perché strumentalizzare Telethon se il problema è la normativa sul diritto d'autore e l'atteggiamento eticamente discutibile di Guardì? Questo l'autore non ce lo spiega, anche perché se lo facesse avrebbe un briciolo di onestà intellettuale e se avesse un briciolo di onestà intellettuale, non avrebbe rubricato Telethon tra le "truffe".
Per il resto il libro riprende, come già detto, denunce, inchieste, studi fatti da altri (ovviamente citati), depauperandoli dell'aspetto rivolto all'analisi del fenomeno e limitandosi all'esposizione degli episodi eclatanti di spreco, malagestione, falsa solidarietà ecc.
L'unica parte veramente originale del libro è forse quella, nell'ultimo capitolo, in cui Giordano parla della propria mamma (a cui il libro è dedicato), come l'emblema della persona dalla faccia dura e dal cuore grande che quotidianamente e in silenzio è sempre disposta ad aiutare chiunque (figli, immigrati, anziani). Povera madre di Giordano! Senza saperlo è diventata la foglia di fico (a cui si aggiunge anche la citazione del Vangelo di Matteo in apertura) di tutti quelli che per non aiutare nessuno si giustificano dicendo che tutti quelli che lo fanno, hanno (nella migliore delle ipotesi) un secondo fine.
Concludo con un consiglio ai lettori, che è anche una "controrecensione". Volete leggere un ottimo e approfondito libro sul Terzo settore e sul volontariato?
E' quello di Giulio Marcon, Le ambiguità degli aiuti umanitari. Indagine critica sul Terzo settore (Milano, Feltrinelli, 2003), il cui autore - presidente del Consorzio Italiano di Solidarietà, uno che da anni si "sporca" quotidianamente le mani con queste problematiche - affronta i cambiamenti del Terzo settore, inquadrandoli innanzitutto entro la cornice politica attuale e cioè della globalizzazione neoliberista.
Ne denuncia gli aspetti oscuri (a partire dalla cooperazione internazionale, agli aiuti umanitari, al mondo del non profit dentro e fuori l'Italia), soprattutto l'appiattimento di alcune organizzazioni su posizioni subalterne ai governi e al mercato. Suggerisce inoltre alcune alternative concrete per evitare di finire cooptati nel "primo" o nel "secondo" settore ed infine chiude con una previsione: "Ora che dietro la cortina fumogena del non profit si iniziano a vedere le differenze, si può iniziare a fare chiarezza e a schierarsi dalla parte giusta nel campo di gioco. [...] Qualcuno ha già suggerito: è l'ora del Quarto settore. Oppure: quella del Terzo settore sociale. Come, a un certo punto, la cooperazione sociale si è distinta dalla cooperazione d'impresa, cosEC anche un Terzo settore sociale potrà rinascere distinguendosi da un Terzo settore parastato o business oriented. Le strade e il confronto sono aperti. Le ambiguità alla fine si scioglieranno. Per chi ha scelto la strada della trasformazione sociale e delle alternative economiche e politiche al modello di sviluppo attuale, c'è molto cammino da fare".
Nonostante Giordano e gli uccelli del malaugurio.
#12
Inviato 01 July 2009 - 11:26:39
Carlo, su 30-Jun-2009 13:35, dice:
"Ora che dietro la cortina fumogena del non profit si iniziano a vedere le differenze, si può iniziare a fare chiarezza e a schierarsi dalla parte giusta nel campo di gioco. [...] Qualcuno ha già suggerito: è l'ora del Quarto settore. Oppure: quella del Terzo settore sociale. Come, a un certo punto, la cooperazione sociale si è distinta dalla cooperazione d'impresa, cosEC anche un Terzo settore sociale potrà rinascere distinguendosi da un Terzo settore parastato o business oriented. Le strade e il confronto sono aperti. Le ambiguità alla fine si scioglieranno. Per chi ha scelto la strada della trasformazione sociale e delle alternative economiche e politiche al modello di sviluppo attuale, c'è molto cammino da fare".
Quello che sosteniamo noi come associazione...creare le imprese sociali..ma giustamente, il cammino è ancora lungo...ma non ci scoraggiamo...
#13
Inviato 01 July 2009 - 12:26:03
Carlo, su 30-Jun-2009 12:26, dice:
Ho fatto una telefonata in libreria il libro non è più in commercio...Se qualcuno ne avesse una copia...poi gliela restituisco....
te lo porto io !!! anche se mi pare che tu stia fecendo un po' il "sòla" per il 7... sposti, rimandi, ipotizzi annullamenti...
#15
Inviato 01 July 2009 - 14:13:41
giemme74, su 1-Jul-2009 12:26, dice:
te lo porto io !!! anche se mi pare che tu stia fecendo un po' il "sòla" per il 7... sposti, rimandi, ipotizzi annullamenti...
Sola a me... magari...sono "rotondetto"...oggi ho le ultime...grazie alle compagnie aeree..ma non ho capito se è meridiana o air moldova...fra poco telefono a sergio e gae..
#16
Inviato 08 July 2009 - 20:33:16
Un pò vecchiotto come articola ma sempre attuale per le dinamiche...
Fondi europei dirottati alla nazionale di calcio italiana
Articolo di Economia salute e ambiente, pubblicato mercoledì 24 settembre 2008 in Gran Bretagna.
[The Telegraph]
Oltre 7 milioni e mezzo di euro di fondi europei destinati allo sviluppo della regione Calabria sono stati spesi per sponsorizzare la nazionale di calcio.
La regione Calabria, classificata come una delle regioni europee più povere, ha deciso di ridestinare i fondi per lo sviluppo economico dalla costruzione di porti ad attività di sponsorizzazione in occasione della recente coppa del mondo.
Beniamino Donnici, un parlamentare europeo di corrente liberale ed ex assessore al turismo della regione Calabria, ha chiesto alla Commissione Europea di investigare sul perché fondi destinati ai poveri sono stati utilizzati a favore di una delle federazioni calcistiche più famose e ricche del mondo. “Questa è pazzia a un livello degno del Guinness dei Primati” ha detto.
“Perché mai i fondi pubblici sono stati utilizzati per la squadra campione del mondo e non in Calabria?”
Donnici, che ha rilasciato documenti dell’amministrazione calabrese per corroborare le sue accuse, ha inoltre rivelato che incluso nei trasferimenti di denaro c’è un “tributo” da oltre mezzo milione di euro a favore di un’associazione caritatevole fondata dal giocatore italiano Gennaro “Rino”Gattuso. Membro della squadra campione del mondo nel 2006, Gattuso è calabrese e gioca per AC Milan, una delle squadre più ricche del mondo e di proprietà di Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio italiano.
Il denaro è stato donato alla Onlus Forza Ragazzi, una fondazione il cui scopo è di fornire un tetto e attrezzature sportive ai giovani ragazzi calabresi. Bill Newton-Dunn, eurodeputato britannico che ha guidato la Commissione del Parlamento Europeo per il Controllo del Budget (Budgetary Control Committee), ha dichiarato che questo dimostra che “le cose stanno andando per il verso sbagliato”.
“La Commissione Europea deve avere un ruolo di controllo e verifica più diretto” ha detto. “Donnici è un uomo coraggioso, spero che si stia guardando le spalle. Dovremmo stargli vicino.” La Calabria, una delle regioni d’Italia più povere, è anche territorio della ‘Ndrangheta, una delle mafie più potenti e violente che è stata accusata di sottrarre i fondi regionali europei.
Un portavoce della Commissione Europea ha sottolineato che la decisione della regione Calabria potrebbe rientrare nelle regole europee per la promozione del turismo ma ha insistito che tutte le decisioni che riguardano i fondi saranno verificate e tutti i soldi spesi male dovranno essere risarciti. “C’è un arbitro alla fine di questo processo. Potrebbe suonare il fischietto e alzare il cartellino rosso. Oppure, potrebbe congratularsi con la Calabria per buona condotta,” ha dichiarato.
Agazio Loiero, governatore della Calabria, ha difeso l’accordo di sponsorizzazione come positivo per promuovere la Calabria e dare risalto alla sua “immagine positiva”. Ha sostenuto che solo un milione e 700 mila euro circa verrano dati direttamente alla nazionale di calcio, su un totale di oltre 7 milioni di fondi europei, mentre gli altri soldi sono stati spesi in pubblicità a favore della campionato del mondo.
L’anno scorso, la Calabria ha attirato critiche per aver speso oltre 6 milioni di euro di fondi europei per una campagna pubblicitaria che mirava a demolire i pregiudizi verso la regione. Un cartellone ritraeva giovani sofisticati e di bella presenza, e lo slogan “Mondo sommerso? Sì, siamo calabresi.”
[Articolo originale di Bruno Waterfield e Nick Squires]
#17
Inviato 09 July 2009 - 19:15:43
Cambogia: soldi che spariscono
I giornali dell’Asia (India, Viet-nam, Thailandia, Nepal) hanno dedicato poca attenzione al processone di Phnom Penh ai residui Khmer Rouge. Questo conferma lo scarso interesse giuridico per la messinscena. Ma appena iniziato il carozzone ha iniziato a piangere miseria. L’evanescente portavoce della Corte ha gridato al rischio bancarotta e all’impossibilità di pagare i numerosi funzionari che gravitano attorno alla struttura. Ricordiamo che la Corte è già costata USD 62 milioni. Per adesso grandi schermaglie procedurali.
Soldi buttati nella spazzatura in un paese in cui il 40% della popolazione vive con USD 1 al giorno e che s’aggiungono ai molti sprecati dall’industria dell’assistenza, fra l’altro, nella sanità e nell’educazione. Nella combutta, storica, fra governo e donatori s’inserisce la durissima denuncia dell’organizzazione Global Witness di Londra in cui si accusa le elites politiche, legate al Primo Ministro Hun Sen, di accappararsi le sostanziose royalties pagate dalle multinazionali che stanno sfruttando le risorse naturali del paese (una delle cause della scacciata dei contadini dalle loro terre). Il denaro proveniente da petrolio, carbone, gas naturale, legname è sparito e spartito “behind closed doors “ alla faccia del futuro sviluppo del paese e dei bisogni fondamentali della popolazione. Tutto ciò mentre i donatori internazionali (USD 1 milione nel 2009) si divertono nei baretti della capitale (dico io) e chiudono gli occhi di fronte a widespread corruption, mismanagement and nepotism (dice Global Witness). Più di 75 compagnie, incluse Chevron, BHP Billiton PLC, stanno sfruttando le risorse del paese e hanno pagato milioni di dollari al governo. Nessuno sa quanto, precisamente, e dove sono finiti questi soldi.
Nel 2007 Transparency International ha collocato la Cambogia al numero 162 su 179 paesi per livello di corruzione. Può essere che Global Witness ce l’abbia con Hun Sen che li scacciò dalla Cambogia nel 2007 dopo un ‘altro durissimo rapporto sulla corruzione ma, in effetti, si nota che per i comuni cittadini i bisogni fondamentali che lo stato dovrebbe fornire sono assenti, anzi peggiorano. Nel sistema sanitario si prevede la privatizzazione delle strutture pubbliche e il resto è affidato a contractors (spesso ONG) che forniscono servizi scadenti o inesistenti.
Il sistema educativo non decolla, malgrado i milioni di dollari iniettati dai donatori, tant’è che da ultimi rapporti emerge che, a causa della crisi e delle spese indirette per l’educazione, sta aumentando il numero di drop-out (abbandoni scolastici), specie nei villaggi e fra le bambine. Insomma, il rapporto di Global Witness, denuncia che l’intenso sfruttamento delle risorse naturali non sembra destinato ad assicurare un futuro per il paese. Il Governo, chiaramente smentisce e dà vaghe assicurazioni. Hun Sen non si tira indietro e attacca, a testa bassa, l’industria dell’assistenza già definita “just long term tourist” che attaccano il governo per attirare donatori. Allarga il tiro, accusando i “long noses” (occidentali) di dare consigli non richiesti e di scaricare sui paesi poveri costanti accuse di corruzione, dimenticando che il loro malgoverno ha generato il disastro economico mondiale che tutti stiamo pagando.
Torna alla carica con la legge del 2006, legittima anche se discutibile, per regolarizzare le oltre 2000 NGO presenti in Cambogia, richiedere reports e conti. Ci fu una sommossa dei soggetti (lo stesso avvenne in Nepal nel 2005). Lo slogan, ben visto dalla gente comune, fu che stava per finire il “paradiso per le ONG e i loro dirigenti” e rifletteva una realtà, segnalata dalla stessa Action Aid che stimò, nel 2005, che il monte salari degli oltre 700 funzionari espatriati che vagavano per la Cambogia era identico a quello usato per stipendiare 160.000 funzionari pubbblici. Cose note e già segnalate da Sophal Ear, nel suo libro The Political Economy of Cambodia, Aid and Governance, che aggiunge che le ONG gestiscono un mucchio di business (dai baretti, ristoranti, negozi di abbigliamento e artigianato fino a strutture sanitarie e scolastiche); mantenere apparati e garantire prebende e soldi agli appartenenti alla casta politica (qui chiamata okhnas). Per adesso regole poche anche perchè l’interesse, come ovunque, lega i burocrati delle ONG stranieri a quelli locali, di norma parenti e amici dei politici e dei potenti.
Anche gli italiani non se la passano male, abbiamo segnalato, in un post precedente che CCS Italia (una ONLUS italiana che opera dal 2006 in Cambogia) ha speso nel 2008 euro 115.000 di struttura (case, macchine, stipendi) su euro 215.000 raccolti per i bambini fra i sostenitori italiani.
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