Inviato 05 March 2009 - 18:20:37
Era un vecchio che pescava da solo su una barca a vela nella Corrente del Golfo ed erano ottantaquattro giorni ormai che non prendeva un pesce. Nei primi quaranta giorni lo aveva accompagnato un ragazzo, ma dopo quaranta giorni passati senza che prendesse neanche un pesce, i genitori del ragazzo gli avevano detto che il vecchio ormai era decisamente e definitivamente salao, che è la peggior forma di sfortuna, e il ragazzo li aveva ubbiditi andando in un'altra barca che prese tre bei pesci nella prima settimana. Era triste per il ragazzo veder arrivare ogni giorno il vecchio con la barca vuota e scendeva sempre ad aiutarlo a trasportare o le lenze addugliate o la gaffa e la fiocina e la vela serrata all'albero. La vela era rattoppata con sacchi da farina e quand'era serrata pareva la bandiera di una sconfitta perenne.
Il vecchio era magro e scarno e aveva rughe profonde alla nuca. Sulle guance aveva le chiazze del cancro della pelle, provocato dai riflessi del sole sul mare tropicale. Le chiazze scendevano lungo i due lati del viso e le mani avevano cicatrici profonde che gli erano venute trattenendo con le lenze i pesci pesanti. Ma nessuna di queste cicatrici era fresca. Erano tutte antiche come erosioni di un deserto senza pesci.
Tutto in lui era vecchio tranne gli occhi che avevano lo stesso colore del mare ed erano allegri e indomiti.
"Santiago" gli disse il ragazzo mentre risalivano la riva dal punto sul quale era stata sistemata la barca. "Potrei ritornare con te. Abbiamo guadagnato un po' di quattrini."
Il vecchio aveva insegnato a pescare al ragazzo e il ragazzo gli voleva bene.
"No" disse il vecchio. "Sei su una barca che ha fortuna. Resta con loro."
"Ma ricordati quella volta che sei rimasto ottantasette giorni senza prendere pesci e poi ne abbiamo presi di enormi tutti i giorni per tre settimane di seguito."
"Ricordo" disse il vecchio. "Lo so che non è perché dubitavi di me, che mi hai lasciato."
"È stato papà, che mi ha costretto a lasciarti. Sono un ragazzo e devo ubbidire."
"Lo so" disse il vecchio. "È assolutamente normale."
"Lui non ha molta fiducia."
"No" disse il vecchio. "Ma noi sì. Vero?"
"Sì" disse il ragazzo. "Posso offrirti una birra alla Terrazza? e poi portiamo la roba a casa."
"Perché no?" disse il vecchio. "Tra pescatori."
Sedettero sulla terrazza e parecchi pescatori canzonarono il vecchio e lui non si offese. Altri, pescatori più vecchi, lo guardarono e si sentirono tristi. Ma non lo mostrarono e parlarono con garbo della corrente e a che profondità avevano gettato le lenze e del bel tempo stazionario e di ciò che avevano visto. [...]
Mi piacerebbe che leggessi un libro di Ernest Hemingway, forse l'hai già fatto, che si intitola IL VECCHIO E IL MARE.
L'ho fatto sempre nei momenti di debolezza, di delusione, di sconforto....a me ha dato tantissimo, molto di più che dei consigli degli amici, mi ha insegnato a vivere con un altro spirito...“Ma l’uomo non è fatto per la sconfitta, l’uomo può essere ucciso, ma non sconfitto" diceva il vecchio Santiago..
Tutti noi abbiamo un sogno. Quasi mai questo sogno si avvererà ma non importa; l’importante è inseguirlo con tutte le proprie forze senza rimpianti, senza paura e senza smettere mai di crederci.
Ci saranno giorni in cui lo sconforto sarà più forte del coraggio di credere ma non c’è notte che non venga seguita da qualche raggio di sole ed è proprio aspettando quei raggi di sole che bisogna vivere.
Il vecchio Santiago sta aspettando da tanto tempo il sole, lo aspetta in mare, da solo, scanzato da tutta la sua gente come un gatto nero che attraversa la strada. Cullato dalle onde tutti i giorni aspetta, aspetta senza perdere mai la speranza ripensando ai bei tempi passati insieme al giovane Manolo. Insieme a lui quelle giornate non erano tanto lunghe e la sconfitta non era tanto umiliante.
Ma il ragazzo non aveva potuto disubbidire gli ordini del padre che lo aveva costretto ad abbandonare lo sfortunato vecchio per sostituirlo con un altro equipaggio: “una barca fortunata” come la chiamava il vecchio stesso.
Ma il vecchio torna ogni mattina in mare e poi, un giorno, finalmente, spunta il sereno e il vecchio vince la sua battaglia con un enorme pesce spada dei Caraibi, a mani nude, con la forza dell’orgoglio e con la rabbia degli sconfitti. Poco importa se quel pesce non raggiungerà la riva, poco importa se gli squali lo divoreranno prima, quello che conta è che il vecchio ha vinto ancora una volta e quello scheletro che si porta dietro è il simbolo della sua vittoria. Proprio quando tutti lo considerano morto lui risorge e può alzare in aria il trofeo della sua fatica.
Concordo con quello che hanno espresso nel forum i nostri amici...è bello essere uniti..e questo tante volte lo dobbiamo a Te....Grazie ancora per quello che fai per noi tutti..
nte 
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, parlando con XCXC gli ho detto che vorrei morire...mi ha colpito molto un suo messaggio che ho ricevuto dopo...Gaia, non e' per ripetermi, per cercare motivazioni o facili illusioni...ma pensaci, sei bella, intelligente, simpatica, hai una salute di ferro, sei accomodante, paziente ed hai mille pregi, sei fortunatissima....Non dire e non pensare mai di voler morire. E' un'offesa a Dio che ti ha dato tanto...ma sopratutto pensa a quelli che ti amano e che darebbero la vita per te, per difenderti...Non dirlo mai piu'...
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