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Tumore, gli immigrati muoiono di più. Al via la campagna di sensibilizzazione


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Questa discussione ha avuto 1 risposte

#1 moldsport

moldsport

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Inviato 29 April 2014 - 16:04:56


Da: http://www.repubblic...81/?ref=HRLV-23

Dati preoccupanti dal World Cancer report 2014: tra i cittadini di origine straniera i decessi sono il 20% in più rispetto agli italiani. Solo un immigrato residente in Italia su due aderisce a programmi di screening. Coni, Fondazione contro il cancro e Aiom insieme per diffondere la cultura della prevenzione con l'iniziativa "La lotta al cancro non ha colore"

I dati sono preoccupanti: il numero di nuovi casi di tumore nel mondo passerà dai 14 milioni del 2012 ai 22 milioni nel 2030. Lo rivela il World Cancer Report 2014 dell'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. L'Italia non fa eccezione. Nel nostro Paese uno dei drammi della lotta contro questa patologia è quello degli immigrati, più a rischio  rispetto agli italiani. Accedono con difficoltà ai programmi di screening, e spesso  la malattia viene scoperta troppo tardi. Il numero di migranti residenti in Italia che muoiono a causa di un tumore è superiore del 20% rispetto agli italiani. L'iniziativa "La lotta al cancro non ha colore", promossa dalla Fondazione "Insieme contro il Cancro" e dall'Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica), è  stata presentata a Roma nella sede del Coni. Fra i partecipan Francesco Cognetti, direttore del Dipartimento di oncologia medica dell'Istituto nazionale tumori "Regina Elena" di Roma.

Professor Cognetti, le ultime statistiche indicano che gli immigrati, nel nostro Paese, muoiono più degli italiani. Perché?
"Molti arrivano da zone di guerra, e soprattutto dal bacino del Mediterraneo, dove ci raccontano che la prevenzione non è possibile. Ci sono dei rischi a frequentare luoghi pubblici e quindi  quando giungono nelle nostre strutture sanitarie presentano quadri spaventosi di diffusione della malattia. Per alcuni ci sono poi vincoli di natura culturale, conoscitiva, e talvolta di tipo  amministrativo per l'accesso alle strutture sanitarie nazionali. Tutte situazioni che impediscono una corretta prevenzione".

Quali sono le maggiori difficoltà che gli immigrati incontrano nell'accesso ai programmi di screening?
"Gli immigrati accedono in certe aree del Paese in misura  pari al 50 per cento in meno rispetto agli italiani. La stessa popolazione italiana non brilla  certo per adesione ai programmi di prevenzione. Per quanto riguarda le mammografie come prevenzione per il tumore della mammella i dati sono del 50 per cento di adesione degli stranieri, contro il 70 per cento degli italiani. Per quel che riguarda il colon, e cioè la ricerca di sangue occulto nelle feci, il dato è  del 47 per cento delle italiane contro il 20 per cento delle straniere. Non va poi meglio per i pap test, per i quali aderisce il 50 per cento per le immigrate  contro più del 72 per cento delle italiane".

In quale modo la Fondazione " Insieme contro il cancro" che lei presiede prende concretamente parte all'iniziativa?
"Sicuramente nello sviluppo dei migliori sistemi di cura e di diagnosi, ma  anche nello stimolare sia alla prevenzione primaria che secondaria. Per quanto riguarda la prevenzione primaria promuoviamo corretti stili di vita, frequentando anche le scuole e facendoci aiutare nei modi di convincimento da sportivi e calciatori famosi. Ricordo che l'iniziativa presentata oggi ha tra i suoi sostenitori il capitano della Roma, Francesco Totti, il commissario tecnico della Nazionale italiana, Cesare Prandelli, Carlo Verdone, Antonello Venditti, Nicola Pietrangeli e molti altri nomi importanti dello sport e non solo. Per questa iniziativa abbiamo predisposto quattro opuscoli, tradotti anche in lingue straniere, sui principali stili di vita che possono indurre il rischio di cancro: fumo di sigaretta, alimentazione sana, sovrappeso, frequente uso di alcol. Con i fondi raccolti acquisteremo unità mammografiche mobili da donare agli oncologi dei Paesi in via di sviluppo,  e pensiamo di produrre video informativi  per  spiegare l'importanza degli screening di prevenzione per l'abbattimento dell'indice di mortalità  delle patologie oncologiche. Ricordo che la campagna sarà finanziata grazie all'attivazione di un numero solidale. Dal 29 aprile al 4 maggio, tutti i cittadini potranno donare 1 euro da sms o 2 euro  con chiamata da rete fissa al 45594".

In quali regioni italiane il fenomeno legato alla difficoltà di accesso ai programmi di screening è maggiormente diffuso?
"Sicuramente nell'area del centro-sud del Paese, e particolarmente proprio al Sud,  dove in Sicilia, Calabria, Basilicata, e in parte anche in Sardegna, c'è  una minor quantità di inviti da parte delle strutture sanitarie pubbliche ad effettuare programmi di controllo e prevenzione".

Ci saranno delle Strutture sanitarie d'eccellenza che saranno coinvolte in questa iniziativa?
"Io direi che non dovranno essere coinvolte tanto le strutture di eccellenza, che svolgono in realtà un'altra funzione,  quanto piuttosto la diffusione di attività di diagnosi precoce nei piccoli ospedali, ai quali spesso  viene sottratta la possibilità di trattare pazienti con patologie complesse come quelle di tipo oncologico. I piccoli nosocomi non devono essere cancellati dalla faccia della terra ma devono essere  anche riallocati proprio in questa funzione di follow up e screening per decongestionare i grandi ospedali".

Come nasce la collaborazione tra la Fondazione " Insieme contro il cancro" e il Coni?
"Il Coni ci ha sempre affiancato in queste attività. La promozione di stili di vita sani e dello  sport sono la miglior prevenzione  contro il cancro. Lo sport ha un valore aggregante, e soprattutto siamo grati al Presidente Malagò che ha fatto sua la nostra iniziativa".

In quale direzione dovrebbe muoversi il SSN per cercare di arginare questo fenomeno e provvedere ad un'efficace campagna di prevenzione su scala nazionale?
"Nel nostro documento " Position Paper", presentato al Senato della Repubblica lo scorso 25 febbraio, abbiamo evidenziato, tra le possibili soluzioni, un forte potenziamento dell'attività di diagnosi precoce anche tra gli italiani, che unita ad  un'informazione corretta fornita sia dalle Istituzioni pubbliche, quanto dalle Associazioni dei pazienti, potrebbe dare ottimi risultati. Abbiamo anche illustrato soluzioni per una diversa organizzazione delle strutture oncologiche pubbliche del nostro Paese. Vorremmo essere considerati degli alleati, specie in un momento in cui è richiesto a tutti di ottimizzare le risorse economiche del settore pubblico".


#2 XCXC

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Inviato 30 April 2014 - 01:13:46


bla bla bla bla bla...

L'Italia e' il paese dei bla bla bla... e alla fine nn funziona niente per i cittadini...

mentre la CASTE hanno tutto e di piu'!!!

I progetti son fatti per attingere fondi, da deviare poi alle caste! Come sempre!



.





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