Vai al contenuto

  • Log In with Google      Accedi   
  • Registrati ora!
  Moldova-mms.com News dal Regina Pacis Seborganelmondo  




SMMS   a
moldova-mms.com

     VEDI MEGLIO
    
e commenta >>

     IMGS   a:   live @ moldova-mms . com
     MMS    a:   live @ moldova-mms . com





- - - - -

L’ITALIA PERDE TERRENO TRA LE POTENZE ECONOMICHE: CI SCAVALCA ANCHE LA RUSSIA


  • Non puoi aprire una nuova discussione
  • Effettua l'accesso per rispondere
Questa discussione ha avuto 4 risposte

#1 XCXC

XCXC

    TpX2MI

  • Ambasadiani MIra
  • StellaStellaStellaStellaStellaStellaStellaStellaStellaStellaStellaStella
  • Messaggi: 17,634

    Medaglie








Inviato 25 October 2013 - 01:12:48


Immagine inviata
SIAMO SOLO SU GOOGLE MAPS -

L’ITALIA PERDE TERRENO TRA LE POTENZE ECONOMICHE: CI SCAVALCA ANCHE LA RUSSIA -

PIAZZA AFFARUCCI: IN DIECI ANNI, SOLO ATENE HA FATTO PEGGIO DELLA BORSA ITALIANA

Dopo la Cina nel 2000 e il Brasile nel 2010, ora ci supera la Russia di quel figlio di Putin -L’Italia scivola al nono posto per Pil, partecipiamo al G8 ma siamo fuori per dimensioni del fatturato, peso economico e capacità di proiettarlo nel mondo - Piazza Affari è la 23esima al mondo per capitalizzazione…



1 - L'ITALIA NON È PIÙ TRA GLI 8 GRANDI SUPERATA NEL PIL ANCHE DALLA RUSSIA ENTRO 5 ANNI FUORI DALLA TOP TEN

Federico Fubini per "la Repubblica"

Nel 1975, premier Aldo Moro, l'Italia entrò nel club dei grandi perché vantava la sesta economia della Terra e occupava la presidenza della Comunità europea. Quello di allora era un G6, riunito per l'occasione dal presidente francese Valéry Giscard d'Estaing nel castello di Rambouillet. Oggi l'erede in linea diretta è il G8.

Immagine inviata
GABRIELE BASILICO FOTOGRAFA CATTELAN IN PIAZZA AFFARI

E quando nel 2014 l'Italia farà un altro turno di presidenza dell'Unione europea, continuerà a partecipare al G8 con una piccola differenza: per dimensioni dell'economia, non sarà più fra i primi otto.
Dopo la Cina nel 2000 e il Brasile nel 2010, quest'anno la Russia sta compiendo ufficialmente il sorpasso. L'Italia scivola al nono posto per Prodotto interno lordo (Pil), partecipe del G8 per lignaggio politico ma fuori per dimensioni del fatturato, peso economico e capacità di proiettarlo nel mondo. Non è chiaro che valore abbia oggi un club dei "grandi" che esclude una democrazia come il Brasile e tiene dentro Paesi più piccoli, solo perché sono di sviluppo più antico.
Forse è qui la radice di quello che il politologo americano Ian Bremmer chiama il mondo del G-zero, un pianeta senza leadership. Certo il riallineamento non si ferma qui: alle tendenze attuali fra non oltre cinque anni l'Italia sarà fuori anche dai primi dieci, scavalcata da Canada e India e relegata all'undicesimo posto; quello per il quale oggi competono Spagna e Corea del Sud.
Forse perché alla Spagna portò sfortuna nel 2006 sbandierare il sorpasso sull'Italia nel reddito procapite, o per l'Italia di Bettino Craxi fu infausto vantare quello sulla Gran Bretagna di Margaret Thatcher, stavolta è diverso.

Immagine inviata
ITALIA CAPOVOLTA

Tutto si sta consumando in silenzio. Il presidente russo Vladimir Putin non si fa sfuggire annunci rodomonteschi. Ma la banca dati del Fondo monetario internazionale non lascia dubbi: stimato in dollari a prezzi correnti, il Pil della Federazione russa era allineato all'Italia nel 2012 e sarà superiore di circa 50 miliardi di dollari alla fine del 2013. Sono 2.068 miliardi contro 2.117. Il Brasile è sopra a 2.190; il Canada appena sotto a 1.825 miliardi e l'India segue non distante.
In fondo non c'è quasi niente di sorprendente, nota lo storico dello sviluppo Gianni Toniolo: «Tutti i Paesi europei, uno dopo l'altro, saranno presto superati da economie emergenti con popolazioni più vaste e un livello di benessere degli abitanti più basso - dice -. Se non parleranno con una voce sola, gli europei non saranno più ascoltati».
Eppure Toniolo, docente alla Luiss e alla Duke University negli Stati Uniti, nota un'anomalia: il Canada è un'economia matura, la sua popolazione poco più di metà di quella italiana eppure la sua economia si prepara al sorpasso.

Immagine inviata
vladimir putin e xi jinping

Non è difficile capire perché: le classifiche non diranno tutto, ma il Canada viaggia venti posizioni sopra all'Italia in quella dell'Ocse sul livello di istruzione degli abitanti, sessanta sopra in quella della Banca Mondiale per «facilità di fare impresa» e sessantacinque sempre sopra in quella di Transparency International sulla percezione di corruzione.
Quanto a questo, l'Italia batte la Russia in tutto, però l'economia guidata da Putin ha due volte e mezzo gli abitanti dell'Italia e beneficia del superciclo di rincari dei
prezzi delle materie prime: è il primo esportatore di gas al mondo e il secondo di petrolio dopo l'Arabia Saudita.

Immagine inviata
IL PRESIDENTE DEL BRASILE DILMA ROUSSEFF IL PRESIDENTE DELLARGENTINA CRISTINA FERNANDEZ E IL PRESIDENTE BOLIVIANO EVO MORALES SULLA SPIAGGIA DI COPACABANA

Questo non significa che l'Italia sia condannata a un declino ineluttabile: non se si guarda da dove viene e la strada che ha fatto. Il volume di storia dell'economia del Paese dall'unità, curata da Toniolo per la Banca d'Italia ("Oxford Handbook of the Italian Economy since Unification") mostra che nel 1861 il 40% degli abitanti del nuovo Regno viveva con quello che oggi sarebbe un euro e mezzo al giorno.
L'aspettativa di vita alla nascita era di trent'anni, un bambino su tre non terminava il primo anno di vita, la statura media delle reclute al servizio militare era di 163 centimetri e il Pil per abitante era pari a quello dei 42 Paesi africani meno poveri di oggi. Una nazione così, malgrado un tasso di crescita di zero-virgola qualcosa nei primi trent'anni di vita unitaria, nel 1870 era già l'ottava economia del mondo: proprio il posto che occupava fino all'anno scorso.

Immagine inviata
POVERTA

All'epoca le prime due potenze produttive del pianeta erano Cina e India, terza il Regno Unito, quarta gli Stati Uniti e quinta la Russia. Da allora Cina, India e Russia hanno perso terreno durante oltre un secolo, per poi recuperarlo.
Un'altra prova di resistenza dell'economia italiana è arrivata dopo 1945: il debito bellico e i bombardamenti avevano riportato il fatturato in quell'anno ai livelli del 1911, poi il rapido recupero fino alle primissime posizioni del mondo e al riconoscimento ad Aldo Moro a Rambouillet.
Gli ultimi vent'anni rappresentano dunque un record negativo dall'unità in poi, con un tasso di crescita di meno dello 0,5% l'anno e lo scivolamento fuori dalle prime dieci posizioni al mondo. E la dimensione del Pil conta eccome: attrae investitori per l'ampiezza del mercato, consente alle imprese economie di scala che permettono una proiezione all'estero, riduce la dipendenza dal sostegno di altri Paesi. I dati del Fondo monetario mostrano che dal 1980 la Cina è cresciuta di 29 volte, l'India di 9, gli Stati Uniti di 5,8.

Immagine inviata
POVERTA'

L'Italia in questo è in linea con Francia, Germania o Gran Bretagna: negli ultimi 40 anni la sua economia si è moltiplicata circa per quattro, non meno delle altre vicine. I tempi lunghi della storia fanno dunque sperare più del presente o dell'ultimo ventennio. Ammesso - ma non concesso che per i senza lavoro e i senza casa che si sono accampati sabato scorso a Porta Pia a Roma, o i milioni rimasti nelle loro città, questa sia davvero una consolazione.

2 - E PIAZZA AFFARI NON TIENE IL PASSO IN UN DECENNIO FA PEGGIO SOLO ATENE

Vittoria Puledda per "la Repubblica"

In fondo alle classifiche mondiali, superata da tutti i grandi della terra ma anche dai Brics e, negli ultimi due anni, da Messico, Indonesia e Malesia; unica, insieme ad Atene, ad avere una performance negativa negli ultimi dieci anni (dal dicembre 2002 ha perso il 5,6%, contro una crescita del 129% della Germania), battuta dieci volte su diciotto dal rendimento dei Bot: è questa l'impietosa fotografia della Borsa italiana scattata dall'Ufficio studi di Mediobanca.

Immagine inviata
poverta

Che certifica ancora una volta, sotto il profilo borsistico, la deriva dell'Italia non solo rispetto ai Paesi maturi, ma anche nei confronti degli emergenti. Partiamo dalle dimensioni, la capitalizzazione di Borsa: ebbene, tra il 1998 e il 2001 Piazza Affari viaggiava stabilmente tra l'ottavo e il nono posto, battuta ovviamente da Wall Street e da Tokio, ma non certo dalla Russia e dal Brasile o da Taiwan; tutti mercati ormai più grandi di quello italiano, che occupa solo la 23esima posizione, dopo Indonesia e Malesia.
Un declino che si conferma anche in termini di performance: dal gennaio 2003 all'ottobre 2013 l'Indonesia ha registrato un rialzo annuo medio del 24,4 % (significa che chi ha investito a inizio periodo ora ha oltre dieci volte di più) mentre Brasilia e Johannesburg hanno recuperato quasi cinque volte l'investimento iniziale.

Immagine inviata
BARACK OBAMA SI TOGLIE LA GIACCA

La Borsa italiana, nonostante il recente recupero, segna nel periodo una perdita
media annua pari allo 0,5%. Persino nel lunghissimo periodo, dal 2 gennaio 1928 al settembre 2012, chi avesse investito a Piazza Affari si dovrebbe leccare le ferite: in termini reali (cioè al netto dell'inflazione ma senza reinvestire i dividendi) avrebbe perso il 2,4% ogni anno. Ciò significa che il potere d'acquisto del gruzzoletto iniziale sarebbe sceso dell'88%.
Ovviamente il rischio delle medie è sempre quello di Trilussa: e infatti per Generali, Italcementi e Caltagirone dal '38 ad oggi il rendimento sarebbe positivo, anche al netto dell'inflazione. Infine, ricorda Mediobanca, le più penalizzate sono le banche: dal 2007 ad oggi la capitalizzazione del credito a Piazza Affari è scesa da 214 a 61 miliardi, con un rapporto tra valore di Borsa e capitale netto così basso che le mette a rischio-scalata.

Immagine inviata
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama aiuta i lavoratori rimasti a casa durante lo shutdown



.


#2 Rudy

Rudy

    MI

  • Ambasadiani MI1-e
  • StellaStella
  • Messaggi: 367

Inviato 25 October 2013 - 07:40:15


Ci sono tantissimi paesi in cui si vive bene e i cittadini sono ricchi, senza stare nel G8. Questo modo di valutare il peso dei paesi fa parte di una mentalità antiquata; basata sull' industrializzazione. Il nostro paese non è fatto per le industrie che sporcano e rovinano.
Dovremmo smetterla di inseguire i sogni di potenza industriale dando retta ai vecchi sindacati e alle vecchie confindustrie.
Dobbiamo curare quello che abbiamo: i nostri immensi giacimenti di storia, arte, cultura, ambiente, produzioni tipiche e tradizioni. Se sapessimo farlo come si deve, saremmo la prima potenza mondiale del saper vivere, del turismo, del lusso, del design, della moda e del buon gusto. Solo con questo si può vivere da ricchi, tutti quanti in Italia. Basta solo organizzarsi, darsi da fare, smetterla di inseguire i sogni di potenza industriale o di scandalizzarsi se un gelato costa 40 € in Piazza San Marco. Magari fossimo pieni di locali dove il gelato si paga anche 300 € o di hotel dove una suite costa 20,000 € a notte.
L' industria, quella lasciamola fare ai Cinesi o ai Tedeschi, noi possiamo limitarci a invitarli qui a godersi la vita dopo che hanno fatto i soldi, che tanto noi sappiamo come farglieli spendere. Meglio se le loro economie tirano, cosí la clientela ricca si amplia.



e se non piangi, di che pianger suoli?

#3 cemento

cemento

    TpxMI

  • Ambasadiani MI1a
  • StellaStellaStellaStellaStella
  • Messaggi: 1,860

    Medaglie




Inviato 25 October 2013 - 10:39:08


Visualizza messaggioRudy, su 25 October 2013 - 07:40:15, dice:

Ci sono tantissimi paesi in cui si vive bene e i cittadini sono ricchi, senza stare nel G8. Questo modo di valutare il peso dei paesi fa parte di una mentalità antiquata; basata sull' industrializzazione. Il nostro paese non è fatto per le industrie che sporcano e rovinano.
Dovremmo smetterla di inseguire i sogni di potenza industriale dando retta ai vecchi sindacati e alle vecchie confindustrie.
Dobbiamo curare quello che abbiamo: i nostri immensi giacimenti di storia, arte, cultura, ambiente, produzioni tipiche e tradizioni. Se sapessimo farlo come si deve, saremmo la prima potenza mondiale del saper vivere, del turismo, del lusso, del design, della moda e del buon gusto. Solo con questo si può vivere da ricchi, tutti quanti in Italia. Basta solo organizzarsi, darsi da fare, smetterla di inseguire i sogni di potenza industriale o di scandalizzarsi se un gelato costa 40 € in Piazza San Marco. Magari fossimo pieni di locali dove il gelato si paga anche 300 € o di hotel dove una suite costa 20,000 € a notte.
L' industria, quella lasciamola fare ai Cinesi o ai Tedeschi, noi possiamo limitarci a invitarli qui a godersi la vita dopo che hanno fatto i soldi, che tanto noi sappiamo come farglieli spendere. Meglio se le loro economie tirano, cosí la clientela ricca si amplia.

Bella come teoria,

difficile passare alla pratica,

come sempre la via di mezzo sarebbe ideale,

cioè  bene quello che tu dici, ma una giusta dose d industrie non sarebbe male,

per fare il gelato ci vogliono le macchine....del gelato.


#4 XCXC

XCXC

    TpX2MI

  • Ambasadiani MIra
  • StellaStellaStellaStellaStellaStellaStellaStellaStellaStellaStellaStella
  • Messaggi: 17,634

    Medaglie








Inviato 25 October 2013 - 12:13:33


L'Italia e' diventata grande grazie agli artigiani, industriali e operai del settore PRIVATO !

Poi c'e' una larga fetta di PARASSITI in cui si annoverano professionisti vari, prenditori di finanziamenti pubblici, quasi tutta la PA, caste protette, certi sindacati ecc... ed infine i politici che sono la vera causa del disastro.

Principale problema,dei politici, e' la loro IGNORANZA e MISERIA culturale, imprenditoriale e sociale di provenienza, che li rende malleabili a qualsiasi trattativa (leggi corruzione)... cancro anche di molti dipendenti pubblici con posizioni apicali.... o peggio ancora... sono legati alle ideologie passate (kompagnosky vari).

TOLTO  il marcio piu' sopra... l'Italia si farebbe un baffo della Germania e sarebbe la prima potenza europea. Chi ha lavorato in EU sa bene che francesi e tedeschi non sono poi dei gran lavoratori... la loro fortuna (un po' meno per i francesi) e' avere amministratori degni d'essere e ragionare semplicemente da padri di famiglia.

Pensare di vivere solo di turismo e' impossibile... prima di tutto perche' 4 sassi e 4 opere d'arte non sono attrattive per tutti... e perche'  la maggior parte dell'umanita' cerca una lavatrice e un frigorifero prima di poter viaggiare... Lusso che si possono permettere ancora pochi... diciamo a spanne forse 300 milioni su 7 miliardi ! Senza contare che nn viviamo ai tropici quindi, ad esempio, la risorsa mare e' limitata a qualche mese! Idem dicasi per la montagna...

Gli Uffizi a Firenze son gia' pieni oggi, solo il doppio di turisti manderebbe in tilt varie citta'...

Certo... un'organizzazione migliore contribuirebbe ad aumentare le entrate... ma anche pensando (fantascienza nel ns Paese) di raddoppiarle o triplicarle si arriverebbe pur sempre al 20/30% del PIL

L'Italia e' (e se continua cosi' "era") uno dei pochi Paesi al mondo dove si fa quasi tutto! Ieri anche l'elettronica. Tolta quest'ultima la capacita' di progettare e costruire non e' seconda a nessuno.

L'Italia va rifondata completamente nella gestione pubblica, troppa gente vive direttamente o indirettamente di economia pubblica.

Cominciamo a dare un calcio in c**o a chi gestisce l'energia. Primo comandamento di un economia di trasformazione come la nostra! Vedere Scaroni in TV portato e riverito come potente dell'ENI fa ridere. Il risultato? Il mercato dell'energia (petrolio, gas, elettrica) e' uguale ovunque... peccato che da noi COSTI IL DOPPIO DI ALTRI PAESI EU ED ESATTAMENTE IL TRIPLO DEGLI USA ! Lo Stato cioe' subito vende l'energia al cittadino facendo una cresta doppia o tripla di altri Paesi!


Tutto il resto gestito dalla PA e' uguale... MARCIO OVUNQUE, SUDDITI SOLO DA SFRUTTARE A VANTAGGIO DI POCHI !!!

La scuola e' il secondo comandamento. Se vuoi che un POVERO prenda l'ascensore sociale DEVI GARANTIRE UNA SCUOLA DI BASE PER TUTTI MA PREMIARE, POI, SOLO COLORO CHE SONO BRAVI ! Oggi invece vengono "premiati" coloro che hanno che si permettono scuole esclusive e master esclusivi, il tutto a caro prezzo.

Purtroppo i kompagni italiani hanno rovinato anche quella! La scuola sforna asini e premia i furbi. I risultati si vedono. Tutti allo stesso livello, il pezzo di carta non conta piu' . E chi si avvantaggia? Ovviamente il ricco che oltre al pezzo di carta ha i mezzi per fare altro. Se invece la scuola premiasse il povero bravo e ridimensionasse il ricco (o il povero) deficente... le cose andrebbero meglio. Sicuramente il diploma avrebbe un altro valore.

Il discorso e' lungo... ma e' una perdita di tempo... Qui il problema e' Berlusconi... l'unico che si puo' additare... perche' il sistema italiano e' talmente MARCIO che non ha riferimenti. Nessuno e' responsabile dello sfascio della Giustizia per esempio...

Il sistema Italia e' nato dall'eredita' mafiosetta e occulta di DC e PCI dove era assolutamente VIETATO il personalismo del potere . Tutto si doveva governare senza avere riferimenti personali. In pratica decenni di gente che governava nascondendosi dietro il partito e lo Stato. Tutto questo ha contribuito a facilitare i ladri senza essere visti. A legiferare per pochi senza sapere chi era l'autore dello scempio. A creare caste per distribuire la ricchezza solo fra loro...

Poi e' arrivato Berlusconi, il contrario (con tutti i suoi evidenti limiti ma pur sempre un innovatore) del marcio italiano DC e PCI ! Uno che si e' esposto. E oggi, non riuscendolo a cacciare politicamente lo fanno con la Giustizia. Ma chi? Non si sa! A macchia di leopardo... un po' questo Giudice, un po' l'altro... un po' questa Procura un po' l'altra... come gli girano o come obbediscono a qualcuno... laggiu' ancora nascosto e pieno di muffa marcia...



.


#5 XCXC

XCXC

    TpX2MI

  • Ambasadiani MIra
  • StellaStellaStellaStellaStellaStellaStellaStellaStellaStellaStellaStella
  • Messaggi: 17,634

    Medaglie








Inviato 30 October 2013 - 23:43:58


Visualizza messaggioXCXC, su 25 October 2013 - 12:13:33, dice:


L'Italia va rifondata completamente nella gestione pubblica, troppa gente vive direttamente e indirettamente di economia pubblica.




Quanto ci costa...
Casta, un milione di persone e 24 miliardi di spese

Nello studio della Uil i numeri da capogiro della macchina pubblica italiana. Gli stipendifici? Le aziende di Stato


28/10/2013

Più di un milione di persone impiegate e un giro d'affari 23,9 miliardi di euro. E' la politica, il settore dell'economia italiana che dà lavoro a più persone e genera maggiore ricchezza (per la casta, non per il Paese). I numeri, tirati fuori da uno studio della Uil sui database e i dati ufficiali di partiti e istituzioni, sono da capogiro. Le persone impegnate tra Governo, Parlamento, Regioni, Province e Comuni sono poco più di 150mila. Tra queste solo il 12 per cento è stato eletto dai cittadini. I veri stipendifici sono però le aziende pubbliche e partecipate; nei Cda siedono 24.432 persone, nei collegi dei sindaci e dei revisori altre 44.165, quanti lavorano a "supporto politico" sono 38.120, i consulenti a vario titolo sono 487.949. Poi ci sono gli stessi apparati dei partiti, che danno uno stipendio (con i soldi pubblici) a 390.120 persone.
Un fiume di denaro - Dare un lavoro a circa un italiano su sei costa caro. E la politica, per rimanere in piedi, assorbe una cifra altissima: 23.9 miliardi di euro. Gli organi istituzionali costano complessivamente 13,5 miliardi di euro. Le aziende di Stato per funzionare hanno bisogno di 4,6 miliardi di euro. A queste somme si aggiungono 5,8 miliardi di euro per "spese accessorie" come auto blu e personale politico di "fiducia".
Le proposte della Uil - Il taglio alla spesa pubblica è (o dovrebbe essere) obiettivo del governo Letta. Ma, in attesa che la montagna delle larghe intese produca il topolino, la Uil fa le sue proposte per risparmiare un tesoretto annuo da 10,4 miliardi di euro. La confederazione di via Lucullo propone l'accorpamento degli oltre 7400 comuni sotto i 15mila abitanti, la redefinizione dei compiti degli uffici regionali e provinciali, una riduzione complessiva del 30 per cento dei costi delle istituzioni e una serie di misure tese a rendere maggiormente efficiente la macchina statale.



.





Leggono questa discussione 0 utenti

0 utenti, 0 ospiti, 0 utenti anonimi










                                                               Effettua i tuoi pagamenti con PayPal.  un sistema rapido, gratuito e sicuro.



info@ambasada.it

 Telegram.me/Ambasada     iMessage: info@ambasada.it

fax (+39) 02 70033057       tel (+39) 02 45077169


Sedi diplomatiche della Repubblica di Moldavia:

Ambasciata di Roma
   Consolato di Milano  Consolato di Padova





Privacy e Cookie Policy / Termini e Regole del Forum