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Moldova | Moldavia | Aliquote d'imposta del 3% e 12% per le imprese


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Questa discussione ha avuto 16 risposte

#11 XCXC

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Inviato 17 October 2013 - 17:38:08


ci sarebbe da chiarire anche se le nuove aziende sono agevolate per i primi anni d'attivita' e se le imprese straniere ad intero capitale estero hanno altre agevolazioni come ad esempio la detraibilita' sulle tasse del valore dei macchinari importati... ecc... ecc...
Sarebbe pure interessante capire se ci sono diversi regimi fiscali tra imprese moldave, miste o solo estere...

Fare cioe' un quadretto semplice per far capire all'imprenditore italiano quali siano i vantaggi a trasferire l'azienda in MD...



.


#12 Alfredo Lorenzo Ferrari

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Inviato 17 October 2013 - 19:29:10


Al, prometto di occuparmene nei prossimi giorni :)




#13 cemento

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Inviato 17 October 2013 - 20:35:10


Visualizza messaggioXCXC, su 17 October 2013 - 17:38:08, dice:

ci sarebbe da chiarire anche se le nuove aziende sono agevolate per i primi anni d'attivita' e se le imprese straniere ad intero capitale estero hanno altre agevolazioni come ad esempio la detraibilita' sulle tasse del valore dei macchinari importati... ecc... ecc...
Sarebbe pure interessante capire se ci sono diversi regimi fiscali tra imprese moldave, miste o solo estere...

Fare cioe' un quadretto semplice per far capire all'imprenditore italiano quali siano i vantaggi a trasferire l'azienda in MD...

Quali chiarimenti vuoi......ufficiali,

o quelli veri ?

quelli veri da me non li avrai neanche sotto tortura,

quelli ufficiali li trovi nei vari siti,

sono tutti belli sgravi, agevolazioni, segh.. ma solo per i terroni,

per gli asini del nord è tutto diverso.


#14 XCXC

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Inviato 17 October 2013 - 21:49:53


:lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:

vabbeh... volevo un quadretto ufficiale semplice semplice...  cosi' un imprenditore puo' avere un primo approccio sulla legge fiscale moldava...



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#15 cemento

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Inviato 18 October 2013 - 15:33:06


Visualizza messaggioXCXC, su 17 October 2013 - 21:49:53, dice:

:lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:

vabbeh... volevo un quadretto ufficiale semplice semplice...  cosi' un imprenditore puo' avere un primo approccio sulla legge fiscale moldava...

Difficile fare un quadretto semplice semplice della situazione,

tu se non sbaglio sei andato nei primi anni in Romania, quando

parecchie aziende si sono spostate, ed erano sempre in aumento,

in Moldavia la situazione e molto diversa, circa 700/800 aziende registrate

ma che lavorano forse il 15%, un motivo ci sarà ?

perchè preferiscono andare nei paesi slavi, ucraina, russia, ?

lasciamo stare la cina un caso a parte,

forse perchè in quei paesi si trovano meglio ?

o vanno perchè si trovano male ?


#16 XCXC

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Inviato 18 October 2013 - 16:29:32


ma era cosi' anche in Romania... solo una percentuale era attiva veramente... il resto era gestito cosi'... vuoi per avere una scusa per andarci... vuoi per un semplice passaggio di carte... vuoi perche' molti provavano ecc...

io rimango sempre del parere che un'impresa vada gestita all'estero personalmente oltre ad avere la fortuna di trovare una persona di fiducia che ti sostituisca quando sei in Italia.... Poi devi essere sveglio, saper mediare con un po' di pelo sullo stomaco e stare attento a non invadere campi gia' occupati da imprese locali... soprattutto nel commercio. Copertura politica ed economica e' obbligatoria per medio-grandi progetti... Questa e' la base...

E a proposito di Romania... quando nel 1990 proponevo ad alcune imprese di andarci... mi sorridevano... e quasi manco sapevano dov'era la Romania. 10 anni dopo il Banato era gia' l'ottava provincia del Veneto :D



.


#17 XCXC

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Inviato 18 October 2013 - 16:47:52


la MD dovrebbe darsi da fare e organizzare qualcosa tipo la Carinzia:

Tentazione-Carinzia per non morire di crisi

Cresce l’interesse delle imprese italiane. A loro disposizione una task force. L’ad di Aek : non c’è concorrenza sleale, offriamo garanzie e prospettive

image.jpg KLAGENFURT. Il dato di partenza è incontrovertibile: l’esasperazione degli imprenditori medio-piccoli è giunta a un punto di non ritorno e non soltanto a causa di una crisi mortifera, ma anche di un sistema vessatorio in cui lo Stato fa lo sbirro e non il complice, la sanguisuga piuttosto che il “socio”.

Quello di arrivo è, invece, la speranza di un rilancio economico traghettato da un sistema burocratico finalmente snello, veloce ed efficiente e da un sistema fiscale sopportabile, congruo e logico.

Nella terra di nessuno. In mezzo c’è la terra di nessuno, decine e decine di aziende che non ce la fanno e chiudono, la disperazione di chi sta in trincea, l’orgoglio di chi vuole resistere. Ma anche il desiderio di andare a produrre, a fare, a inventare altrove, lontani da uno Stato Rottweiler.

Così, in attesa che il futuro sia migliore, molte aziende valutano di trasferirsi oltre confine, prima di chiudere. La Carinzia è una delle mete, anzi, la meta. Pronta a lusingarti, sedurti e fagocitarti a colpi di realpolitik riassumibili in due slogan: sgravi fiscali e poche pastoie amministrative.

Domande in aumento. Ma anche una struttura operativa, oliata da tempo, in grado di offrire un ventaglio di proposte “ad hoc”, con un esercito di consulenti che da mesi e mesi scorrazzano lungo il Nordest, organizzando incontri a tappeto.
E le domande di imprese italiane, venete e friulane in primis, pronte a trasferirsi armi e bagagli in Austria, è in aumento esponenziale. Del fenomeno si era occupata di recente anche la presidente della Regione, Debora Serracchiani, in un’intervista rilasciata alla “Kleine Zeitung”, pubblicata lo scorso 26 giugno.

La sfida della Serracchiani. Alla domanda “Sappiamo che l’Agenzia di sviluppo della Regione Carinzia pubblicizza le opportunità e i vantaggi di trasferirsi qui con campagne sul Messaggero Veneto”, la Serracchiani aveva replicato, tra l’altro, in questo modo: «È vero, non è un fenomeno nuovissimo e non riguarda soltanto la Carinzia, ma anche la Slovenia, e riguarda soprattutto l’alta tassazione e l’eccessiva complessità della burocrazia italiana... E poi - era stato un passaggio successivo - abbiamo aperto una trattativa serrata con Roma su tutta una serie di fronti, per accelerare la realizzazione di infrastrutture strategiche, porti e ferrovie veloci, che si servono per essere una piattaforma logistica al servizio dell’Europa, e ovviamente anche della Carinzia».

Il biglietto da visita. Infine, la “sfida” della presidente: «Non è un male assoluto che le nostre aziende vadano in Carinzia: io lavoro affinché anche le aziende carinziane vengano in Friuli Venezia Giulia»... L’Entwicklungsagentur Kärnten, Eak, è una società governativa della Regione Carinzia con un’organizzazione economica privata.

Rafforzare l’economia carinziana creando nuovi posti di lavoro o salvando quelli esistenti è l’obiettivo primario di Eak, che proprio a tale proposito cerca di promuovere le innovazioni, le cooperazioni e gli insediamenti in Carinzia. Più nel dettaglio, Eak è responsabile per la promozione della Business location Carinzia sul livello nazionale, ma soprattutto su quello internazionale.
Una governance in rosa. «L’obiettivo – precisa Sabrina Schütz-Oberländer, l’amministratore delegato (foto in alto) – è di creare nuovi posti di lavoro in Carinzia. Per arrivare a questo obiettivo abbiamo diversi compiti: gestiamo e sviluppiamo centri logistici, parchi tecnologici e industriali in Carizia, offriamo un servizio gratuito a tutte le aziende carinziane. Il compito che, invece, riguarda l’estero è quello di offrire a tutti gli imprenditori stranieri un servizio gratuito molto articolato e completo».

Quale? Eccolo spiegato da Natascha Zmerzilkar (una governance in rosa, quella di Eak), direttrice per il mercato italiano (foto in basso, a lato) : «Informazioni di base sul settore/mercato, ricerca del sito ideale, organizzazione degli incontri con commercialisti, avvocati che parlano perfettamente l’italiano e conoscono alla perfezione il sistema tributario e societario italiano e austriaco».
Il ventaglio di offerte. «Inoltre – dice ancora la Zmerzilkar – assistiamo nel coordinamento delle pratiche burocratiche (permessi di costruzione, autorizzazione dell’impianto produttivo, licenza commerciale eccetera».

E a questi servizi di aggiungono anche quello del processo di finanziamento del progetto (contatto con le banche, con gli enti erogatori di contributi), dell’accesso alla rete di contatti dell’Eak per la ricerca di potenziali partner, fornitori e quant’altro.
Non solo, «coordiniamo - insiste la Zmerilkar – la ricerca del personale, informiamo sui contributi per la qualificazione del personale e rimaniamo sempre a disposizione dell’azienda anche dopo il suo insediamento». Più di così, verrebbe da dire...
Gli insediamenti friulani. Il tam tam carinziano per sedurre le nostre imprese è cominciato a partire dal 2001. Già tre anni dopo, era stato attivato un project management specifico per l’Italia e in particolare per il Nord. Nel solo 2012 l’Eak ha coordinato 380 progetti di insediamento aziendale in Carinzia. Di questi, 43 sono stati realizzati con la creazione di 193 nuovi posti di lavoro (ma dal 2000 allo scorso anno complessivamente sono circa 800).

Di questi progetti arrivano dall’Italia con 77 posti di lavoro: 9 progetti sono veneti, 3 della lombardia, 3 del Friuli Venezia Giulia e 1 di Marche, Lazio, Piemonte, 3 dell’Emilia Romagna. Al settembre 2013 i progetti italiani realizzati sono 20. Di questi 4 sono del Fvg, mentre degli attuali 183 progetti in corso, 124 appartengono all’Italia. E di questi ben 18 arrivano dalla regione Fvg.
La difesa dei carinziani. E mentre la Carinzia investe a tutto tondo sull’estero per esere sempre di più attrattiva, in Italia e anche in Friuli c’è chi parla di concorrenza sleale o addirittura di aziende che ci verrebbero letteralmente “rubate”. La replica degli interessati è immediata.

Dice l’ad Schütz-Oberländer: «Nessuno dei nostri clienti ha chiuso in Italia l’attività per fare qualche cosa da noi. Va anche precisato al proposito che la maggior parte delle attività insediatesi da noi negli ultimi anni sono state di ordine commerciale, questo perché le aziende avevano bisogno di immagine in loco per puntare più facilmente verso i mercati della Germania, dell’Est e del Nord Europa».
Concorrenza sì, ma leale. Una scelta quasi obbligata. «Insomma, una volta in Austria – conclude l’ad – il passo è decisamente più facile e breve. Chi, invece, si insedia qui per creare produzione lo fa per motivi assolutamente comprensibili che sono quelli dei trasporti più agevoli, dei minori costi dell’energia, della burocrazia più easy, della flessibilita del lavoro e delle minori imposte.
Dunque, nessuna concorrenza sleale». Eak è ospitato in un palazzone giallo e bianco di Klagenfurt. Vi lavorano 15 persone. Nello stesso stabile ci sono anche Kwf (35 dipendenti, è l’ente di promozione economico della Carinzia che eroga i contributi a chi investe) e l’Azienda per la promozione turistica della Carinzia (Karnten Werbung) che ha 45 dipendenti. Infine, c’è anche la holding della Carinzia che gestisce tutte le società governative.

18 ottobre 2013



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