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Denuncia di una giovane moldava
Started By
Tati
, 15 Nov 2006 - 10:38:59
Questa discussione ha avuto 2 risposte
#1
Inviato 15 November 2006 - 10:38:59
Polizia a segno grazie alla denuncia di una giovane moldava
Pavia, presi “negrieri” albanesi
Flavia Mazza
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Imponente operazione contro contro il traffico di esseri umani, la riduzione in schiavitù, sequestro di persona e violenza sessuale. Tre arresti per altrettanti cittadini albanesi ma le manette sono scattate anche per un italiano mentre un quarto albanese è attivamente ricercato. E emerge la storia di una giovane moldava, convinta a lasciare il suo Paese, benchè all'inizio nolente, con la promessa di un lavoro con i fiocchi. La donna ha rimediato, invece, botte e violenze di ogni tipo: la vita rovinata. Quelli che gli inquirenti indicano come i responsabili sono Hushi Perparim, albanese trentenne e Khameta Shkeigim, albanese trentenne, entrambi residenti in Vigevano per i reati , in concorso, di riduzione in schiavitù, tratta di persone, sequestro di persona, violenza sessuale e sfruttamento della prostituzione. Invischiato nella brutta storia anche G.C., italiano quarantenne residente a Vigevano per i reati, in concorso, di sfruttamento e agevolazione della prostituzione mentre un ulteriore provvedimento restrittivo è stato eseguito dalla squadra mobile di Bari a carico di: Kuci Bukurosh, albanese trentenne. Il lavoro degli investigatori decolla grazie a una giovane donna moldava che, qualche mese fa, ha trovato il coraggio di rivolgersi a un ufficiale di polizia giudiziaria del commissariato di pubblica sicurezza di Vigevano. «Dolorosamente - fa sapere il questore di Pavia Giovanni Calesini - riesce a denunciare la sua estrema condizione di continue vessazioni, violenze fisiche e psichiche subite per lungo tempo ad opera di più cittadini albanesi e italiani che l’avevano relegata in una totale soggezione e schiavitù per costringerla a prostituirsi e trarne profitto. Nel gennaio 2001 la ragazza, per cercare di aiutare la famiglia che viveva in condizioni indigenti, decise di cercare un onesto lavoro».
Il classico "amico" la informa del fatto che in Italia sarebbe stato facile trovare occupazione in qualità di cameriera. La convince e lei decide di contattare degli inserzionisti, tramite giornali procurati dallo stesso amico. con i quali concorda le modalità per raggiungere l’Italia attraversando la Moldavia, la Romania fino a giungere in Jugoslavia dove, le dicono, ci sarebbe stata una donna ad attenderla. Alla giovane viene fatto credere che la donna in questione le avrebbe offerto una sistemazione in attesa di trovare lavoro.
Lei parte per la Jugoslavia e la donna la prende in custodia e la accompagna in un appartamento. Qui trova altre ragazze straniere che parlano sì di lavoro ma per la strada, come prostitute. Inizia a fare domande sempre più preoccupata. La segregano in quella casa per tre giorni. Scopo: piegarla ai voleri dell'organizzazione. Il quarto giorno viene prelevata da un’altra donna ed accompagnata in una località sconosciuta del Montenegro dove viene ceduta a due uomini di nazionalità slava e portata in una casa di periferia, segregata in una cantina dove erano stati sistemati precedentemente due letti. Rimane chiusa lì dentro altri 5 giorni.
Per lei acqua e frutta mentre viene violentata a turno dai suoi aguzzini ripetutamente. E quando si ribella sono schiaffi, calci e pugni su tutto il corpo. Poi arrivano tre albanesi, la "comprano" e la ragazza arriva in Albania per essere di nuovo imprigionata in un’abitazione e ripetutamente violentata da più uomini che arrivano in momenti diversi nell’abitazione. Gli albanesi, poi, la cedono ad altri slavi. Lei riceve una carta d’identità italiana falsa e viene portata a Bari venduta ulteriormente ad un altro gruppo di slavi che ancora con metodi violenti la costringono a prostituirsi, guardata a vista e con l'obbligo di consegnare tutto il denaro che riesce a guadagnare.
Lì la ragazza viene comprata da un altro albanese che la porta a Vigevano per costringerla a prostituirsi alle sue dipendenze. Qui la forza di denunciare e di uscire dall'incubo più nero. Tante le storie viste e raccontate dalla ragazza di giovani che hanno vissuto e stanno vivendo la sua stessa tragedia mentre gli investigatori continuano ad indagare. E la volontà che tutto questo sia pubblicizzato al massimo, perchè non accada che altre giovani belle e piene di sogni per il proprio futuro possano ripercorrere lo stesso calvario.
p.s Mi chiedo quanti ci saranno in giro di ragazze cosi???
Basta avere il coraggio e tutto finisce.
Brava la ragazza.
AssoMoldave
Tatiana Nogailic
Tel: 0039 3294754598
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I SOLDI SI DEVONO FAR PERDONARE!
NON Cè PACE PER I GIUSTI!
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#2
Inviato 15 November 2006 - 14:45:28
bene...
#3
Inviato 15 November 2006 - 17:32:52
queste ragazze dovrebbero sapere che se denunciano verranno protette in posti segreti tipo suore e caritas...
sono richiesti, ovviamente, denuncie e nomi degli sfruttatori...
Otterranno un pds regolare con cui potranno lavorare in Italia.
Ma forse tante di loro non lo sanno!!
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