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MEZZO SECOLO CON COCHI E RENATO - DIRANNO POCO O NULLA ALLE ULTIME DEGENERAZIONI MA PER I VECCHIETTI INCARNANO QUEL MONDO COMICO MENEGHINO CHE SI STACCAVA DAL MAINSTREAM ROMANESCO-NAPOLETANO - BATTUTE DEL TIPO SURREALE: RENATO: "QUANTO COSTA UN


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Questa discussione ha avuto 2 risposte

#1 XCXC

XCXC

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Inviato 17 October 2012 - 01:42:36


MEZZO SECOLO CON COCHI E RENATO


- DIRANNO POCO O NULLA ALLE ULTIME DEGENERAZIONI MA PER I VECCHIETTI INCARNANO QUEL MONDO COMICO MENEGHINO CHE SI STACCAVA DAL MAINSTREAM ROMANESCO-NAPOLETANO


- BATTUTE DEL TIPO SURREALE: RENATO: "QUANTO COSTA UN TRAM?". E COCHI: "UN TRAM FERMO COSTA COME UN TRAM IN MOTO, MENO IL PREZZO DELLA MOTO"….



Gian Luigi Paracchini per il "Corriere della Sera"







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COCHI RENATO

«Cochi? Grandissimo pigro». «Renato? Grandissimo rompiscatole». Anche se ammorbidita da una tenera ricorrenza, le nozze d'oro in palcoscenico, mezzo secolo cioè dal primo show, questa è una coppia esente da ipocrisie e inutili buonismi.
Come in tutti i sodalizi veri, radicati, Cochi Ponzoni, 71 anni e Renato Pozzetto, 72, hanno avuto momenti buoni, meno buoni, lunghi silenzi ma alla fine sono sempre rimasti Cochi e Renato. Due che sono cresciuti insieme e non se le sono mai mandate a dire, quando è servito.

Renato: «Una volta m'ha mandato a quel paese (eufemismo) in un teatro strapieno. E di brutto muso!». Cochi: «Ho sbagliato una battuta e lui mi sputtana di fronte al pubblico. Non potevo fare altro...». Renato: «Era una battuta cui tenevo. Io domandavo: "Quanto costa un tram?". E lui doveva rispondere: "Un tram fermo costa come un tram in moto, meno il prezzo della moto".




Immagine inviata
COCHI RENATO NEGLI ANNI SETTANTA

E invece ha fatto un tale casino! Poi però la gente ha riso lo stesso».
Anche se la torta manca (anagrafe e zuccheri non sempre si pigliano) Ponzoni e Pozzetto rievocano il loro anniversario al bar-pasticceria Gattullo, ghiotto, storico punto d'incontro milanese con quelli che sono stati alcuni dei loro compagni di strada: Enzo Jannacci, Bruno Lauzi, Beppe Viola, Lino Toffolo, Felice Andreasi e compagnia.

Quelli del cabaret, si potrebbe dire, guarda caso titolo del nuovo spettacolo che i due stanno per portare in tournée. Due ore di canzoni e ragionamenti come lo definiscono, farcito di successi con qualche chicca inedita come «Innocenza», una canzone mai registrata di Lauzi, dedicata a una donna di vita.

Come sono cominciate nel '62 queste nozze d'oro? «Cantando qualche canzone anarchica all'Osteria dell'Oca d'Oro, tenuta da Pino Pomè, pugile ma comunista, che teneva in cortile una riproduzione di Guernica. Ci venivano Lucio Fontana, Dino Buzzati, Luciano Bianciardi, Piero Manzoni che faceva vedere, senza aprirla però, la "m***a d'Artista" in scatoletta. La buona scuola non c'è mancata».

Poi il passaggio in altri templi dello spettacolo ragionato come il Cab 64 di Tinin Mantegazza dove vengono notati da Enzo Jannacci, quindi il Derby (1965) che sta al Cabaret italiano come il Cavern Club di Liverpool ai Beatles. Quello è il periodo che entrambi ricordano più volentieri e che li spingerà verso la tv in «Quelli della domenica» ('68), «Il poeta e il contadino» ('73), «Canzonissima» ('74) con canzoni popolate di galline che ripetono il loro gesto, di gente che si sposta le efelidi, di sciocchi in blu che ballano. E i tormentoni? «Bene, bravo 7 più», «A me mi piace il mare, effettivamente», «Qui siamo sui milleetrè».




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cochi e renato

«A Canzonissima '74 avevamo portato con noi Massimo Boldi, uno che poi ha fatto un po' di film, ma Raffaella Carrà non lo voleva. Chiaro che lei stando sul pianeta del "Tuca-Tuca" non capiva il nostro modo di fare ironia. Non abbiamo mollato e con i dirigenti si è arrivati al compromesso». Da lì però la ditta Cochi e Renato prende strade diverse: più teatro per il primo, più cinema per il secondo.

Cochi: «Fare film insieme era impossibile perché ci offrivano parti allucinanti tipo Peppone e don Camillo o coppia di Carabinieri, poi ci siamo trovati in Sturmtruppen ma era un'altra cosa». Renato: «Non è vero che abbiamo litigato, siamo sempre rimasti in contatto anche se nel privato abbiamo preferito tenerci su vite parallele».

E infatti la reunion nel nuovo secolo, dopo un tot di anni, è avvenuta sia in tv («Nebbia in val Padana») sia in teatro («Stiamo lavorando per voi») fra luci e ombre ma come se si fossero lasciati il giorno prima. Il tempo che passa? Un giorno Paolo Villaggio ha amaramente annotato come per un comico che invecchia sia difficile continuare a far ridere. E poi, la politica insegna, va molto di moda la rottamazione dell'anziano. Che cosa ne pensano i due ex ragazzi? E com'è cambiato il pubblico?




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MILANO PASTICCERIA GATTULLO PRIMI ANNI UMBERTO BINDI BRUNO LAUZI ENZO JANNACCI RENATO POZZETTO COCHI PONZONI SERGIO ENDRIGO AUGUSTO MARTELLI GIORGIO GABER

Cochi: «Non è che l'anagrafe sia una valore assoluto. Poi non si può negare che molta gente ci voglia ancora bene, se no mica ci offrirebbero teatri così importanti no?». Renato: «In politica la rottamazione la capisco di più perché sentire gente che ripete da 40 anni le stesse cose, ti girano per forza le scatole. Con le canzoni no. Il pubblico? Come la politica, come la corruzione, è figlio del periodo. Se applaudono le schifezze al cinema, se votano così è perché gli va bene».

Dove collochiamo il fenomeno di «I soliti idioti»? Cochi dice di essersi fermato a Aldo, Giovanni e Giacomo. Renato ha trovato un quid, «però costruirci su un film è dura». Perfettamente comprensibile per due che hanno preso lezioni di chitarra da Gaber, che andavano in vacanza a Cesenatico con Fo e che hanno vissuto in simbiosi con Jannacci.
Da escludere però che si mettano a studiare tardivamente da guru come, in modi diversi, Celentano e Grillo. Loro in fondo sono sempre convinti che «la vita l'è bela, basta avere l'ombrela, che ti para la testa, sembra un giorno di festa...».



la canzone intelligente




a me mi piace il mare




la gallina




nebbia in val padana








.


#2 Rick

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Inviato 17 October 2012 - 06:16:55


si

sono stati dei precursori

non c'è dubbio


MA bisogna riconocere che mamma Rai

quando ancora era un vero servizio pubblico

gli diede con coraggio spazio

anche se inizialmente non erano in tanti a capire la loro comicità cervellotica

figurati poi al sud

la dove la comicità è sempre stata fisica .


Credo che siano stati gli apripista di quel cabaret metropolitno milanese

che poi è dilagato con varie trasmissioni tv

dove gli artisti  , anche se non milanesi , ne riprendevono stile e soprattutto tempi



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#3 XCXC

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Inviato 17 October 2012 - 16:54:41


Visualizza messaggioRick, su 17-Oct-2012 07:16, dice:


MA bisogna riconocere che mamma Rai

quando ancora era un vero servizio pubblico

gli diede con coraggio spazio


beh... qualcosa di milanese o del nord dovevano pur mandare in onda no? Qualcosa... giusto per far vedere che era una tv nazionale. O forse erano stati solo imposti... chissa'...

in Italia nn e' cosi' facile accostare i passaggi in TV con il merito.

Tanti koglioni diventano personaggi televisivi solo con lo stare li'... pur essendo dei veri caproni..,

Penso a Marzullo, uno cosi' lo prenderebbe a calci in c**o qualsiasi uomo normale...

oggi pero' c'e' gente che gli chiede l'autografo...

Iacchetti, un altro che nn sa fare un ca%%o eppure oltre a TV fa anche teatro...

e' incredibile la mediocrita' che produce certa TV

Basta avere la pazienza di fare il pirla per qualche anno e zac... ecco creato il personaggio.

Sulle qualita' artistiche di cochi e renato avrei dei seri  dubbi !

Come detto, per me erano li per far pari con comici romani e del sud...

Ma son passati alla storia.

Per quali meriti non si sa !

Che il comico sia un mestiere difficilissimo si sa...

Per me comunque chi ha rovinato la TV generalista e' stata Maria de Filippi ! Ha rovinato Costanzo con il miglior programma satirico-culturale-leggero della TV !

E poi come un caterpillar ha asfaltato tutto con la mediocrita' peggiore.



.





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