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Addio al «Regina Pacis» nascerà albergo 5 stelle
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XCXC
, 19 Jul 2012 - 15:57:25
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Inviato 19 July 2012 - 15:57:25
Addio al «Regina Pacis»
nascerà albergo 5 stelle
di ELENA ARMENISE
SAN FOCA - Un albergo a cinque stelle con vista sul mare. Sarà questo il futuro del «Regina Pacis», l’ex centro di permanenza temporanea (Cpt) che dal 1997 al 2005 ha accolto gli immigrati che sbarcavano sulle coste italiane nella speranza di trovare un futuro migliore.
Del progetto finora al Comune è stata consegnata solo una bozza preliminare da parte dell’imprenditore Rico Semeraro. «Si tratta solo di una proposta progettuale», ci tiene a chiarire il sindaco Marco Potì, «stiamo discutendo sugli aspetti tecnici al fine di ridurre al massimo l’impatto visivo sul paesaggio avviando una fase di concertazione. Per il nostro territorio rappresenta un’occasione da non perdere».
Un albergo di lusso prenderà quindi il posto della struttura, che oggi versa in uno stato di totale abbandono. Un pugno nell’occhio per chi percorre il tratto di litoranea che dalla spiaggia de «Li Marangi» va verso la marina di Roca Vecchia.
Prima che il Cpt di San Foca irrompesse sulle pagine dei giornali per via delle denunce da parte di chi dichiarava dall’interno di aver subito maltrattamenti (tanto che qualcuno lo definì «centro-lager»), e di chi invece dall’esterno chiedeva a gran voce la sua chiusura, quella struttura era una colonia estiva per bambini.
Nel lontano 1958 il Comune di Melendugno con una delibera del consiglio comunale, rilevato «l’alto scopo morale, educativo e assistenziale» e considerato «il vantaggio per la popolazione» decise di cedere gratuitamente al richiedente, don Alfonso Cannoletta della parrocchia di Lizzanello, «una quota del fondo denominato Crigni, dell’estensione di circa 3500 metri quadrati per l’istituzione e la costruzione di una colonia marina per bambini poveri di Melendugno e Lizzanello». L’edificio venne fabbricato e ampliato nel 1983. In quella struttura hanno trascorso l’estate tanti bambini di allora, genitori di oggi.
Il formale trasferimento di proprietà del terreno sarebbe arrivato solo nel 1988 con un atto pubblico notarile attraverso il quale il Comune donava alla parrocchia di Lizzanello, autorizzata dall’arcivescovo di Lecce, quel appezzamento di terreno.
La storia del Cpt «Regina Pacis», invece, inizia nel 1997, quando a seguito dell’aggravarsi della situazione dello sbarco di immigrati lungo la costa, la struttura in abbondono venne recuperata dalla curia vescovile, e anche grazie all’importante sostegno economico da parte dello Stato, fu trasformata in un Centro di accoglienza. La gestione fu affidata a don Cesare Lodeserto. Nel 2005, poi, la chiusura. In un primo momento la struttura ospitò ancora i bambini durante i primi anni dell’amministrazione di Roberto Felline, che si accordò con oratori e servizi sociali. Oggi l’immobile è oggetto di gravi atti vandalici. Il Comune ha chiesto più volte la messa in sicurezza dell’edificio, accessibile a chiunque.
«La Curia non ha più interesse a riqualificare la struttura per destinarla nuovamente a colonia». spiega il sindaco Marco Potì, «non si può costringere un privato a fare qualcosa che non vuole». In occasione di una visita pastorale di qualche mese fa, il vescovo Domenico D’ambrosio avrebbe manifestato l’intenzione di vendere l’immobile specificando che il ricavato, circa un milione di euro, sarà destinato a fini sociali, e in particolare al completamento della Casa di rifugio Caritas di Lecce. Così il consiglio comunale ha adottato una delibera durante la precedente amministrazione - con il voto contrario della minoranza - per eliminare quell’onore di destinazione che prevedeva appunto l’utilizzo solo per colonie di bambini poveri.
«Sono stati elargiti 250mila euro al Comune come ristoro ambientale», prosegue Potì, « la somma sarà utilizzata per riqualificare la piazza di San Foca e il centro urbano. Portare avanti una battaglia per la demolizione di quell’ecomostro non avrebbe senso. Si tratta di un’importante opportunità per il territorio, anche in considerazione del progetto di ampliamento del porto turistico. E poi San Foca non offre oggi un tipo di ricettività destinata al turismo a 5 stelle».
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