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"Bossless", le aziende senza manager funzionano meglio. Flessibilità e collaborazione le carte vincenti
Started By
XCXC
, 13 Jul 2012 - 22:01:04
Questa discussione ha avuto 4 risposte
#1
Inviato 13 July 2012 - 22:01:04
"Bossless", le aziende senza manager funzionano meglio. Flessibilità e collaborazione le carte vincenti
Alla fine degli anni Sessanta Bill Gore è un ricercatore nei laboratori di Dupont: lascia il colosso della chimica e fonda la sua azienda, W.L. Gore. Inventa con altri due colleghi un materiale ultraresistente, il gore-tex. E fin dall'inizio propone l'idea di un' "impresa lattice", aperta e flessibile. Per lo sviluppo dei prodotti offre estrema libertà a piccoli gruppi autonomi.
Adesso i 9mila dipendenti lavorano in edifici che non superano le duecento persone per evitare di perdere efficienza nella gestione dei feedback. Fatturato: tre miliardi di dollari. È una delle società con una cultura "bossless", senza capi, che hanno dimostrato la loro competitività sul mercato. Alcune esistono da decenni, ma negli ultimi tempi hanno ricevuto attenzione all'interno di ricerche sulla "open innovation", un'innovazione aperta dove trasparenza e adattabilità giocano un ruolo chiave.
Morning Star è specializzata nella lavorazione dei pomodori: ha raggiunto un giro d'affari da 700 milioni di dollari e di recente ha ottenuto un premio per l'innovazione dalla Harvard Business Review e da McKinsey. Da circa quarant'anni ha abolito i manager. I dipendenti organizzano la loro attività attraverso un documento, il Clou ("Colleague letter of understanding"), dove spiegano la loro "missione commerciale personale". Che viene valutata dai colleghi, può essere aggiornata quotidianamente ed è visibile a chiunque attraverso una sorta di social network interno. Nessun ruolo prestabilito e massima flessibilità. "Bossless" non significa senza gerarchia: i compensi sono decisi da commissioni interne attraverso una valutazione dei risultati. A fondare Morning Star è stato un ex autotrasportatore con un master in business administration, Chris Rufer.
Nel 1969, invece, fu un ex ricercatore dei laboratori di Los Alamos, John Beyster, a varare Saic: è un'azienda di proprietà dei dipendenti gestita con forme di partecipazione aperta nella ricerca scientifica e diventata negli anni uno dei principali contractor della difesa Usa. "Bossless" non è un modello raro nel settore del software, seppure con differenti gradazioni. A riaprire la discussione sono stati gli articoli sul blog Boing Boing e sul Wall Street Journal: hanno segnalato il manuale introduttivo per i nuovi assunti di Valve Corporation, una società che progetta videogame fondata nei dintorni di Seattle da due sviluppatori informatici che avevano lasciato Microsoft. Come spiega il documento, in ufficio si può decidere con chi lavorare, su cosa, per quanto tempo e in che modo. Diventa centrale la valutazione dei colleghi. Anzi, la mobilità è talmente apprezzata che il manuale mostra in un disegno come spostare la propria scrivania, dotata di rotelle, per aggiungersi da un team a un altro.
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#2
Inviato 14 July 2012 - 12:02:59
bellissima "soluzione"... non la conoscevo...
in pratica, l'eventuale C*o*g*l*i*o*n*E assunto si auto-eliminerà non avendo nessuno a cui leccare il c*u*l*o per far le scarpe ai colleghi più capaci... non ci sarà un'eventuale frustrato con complesso di superiorità che romperà le OO a chi sto sotto di lui seppur più capace...
iniziativa personale premiata al massimo...
in italia non potrebbe funzionare, l'80% della forza lavoro è composta da c*o*g*l*i*o*n*i l*e*c*c*a*c*u*l*o e superiori incapaci frustrati....
#3
Inviato 14 July 2012 - 18:16:11
giemme74, su 14-Jul-2012 13:02, dice:
bellissima "soluzione"... non la conoscevo...
in pratica, l'eventuale C*o*g*l*i*o*n*E assunto si auto-eliminerà non avendo nessuno a cui leccare il c*u*l*o per far le scarpe ai colleghi più capaci... non ci sarà un'eventuale frustrato con complesso di superiorità che romperà le OO a chi sto sotto di lui seppur più capace...
iniziativa personale premiata al massimo...
in italia non potrebbe funzionare, l'80% della forza lavoro è composta da c*o*g*l*i*o*n*i l*e*c*c*a*c*u*l*o e superiori incapaci frustrati....
in pratica, l'eventuale C*o*g*l*i*o*n*E assunto si auto-eliminerà non avendo nessuno a cui leccare il c*u*l*o per far le scarpe ai colleghi più capaci... non ci sarà un'eventuale frustrato con complesso di superiorità che romperà le OO a chi sto sotto di lui seppur più capace...
iniziativa personale premiata al massimo...
in italia non potrebbe funzionare, l'80% della forza lavoro è composta da c*o*g*l*i*o*n*i l*e*c*c*a*c*u*l*o e superiori incapaci frustrati....
vuoi sapere com'e' il padrone del vapore dell'azienda? Nel senso che carrattere ha, se e' un ganzo o uno sfigato politico, se e' un illuminato o un pirla all'antica?
Guarda i suoi dipendenti!
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#4
Inviato 17 September 2012 - 22:12:21
Attacco ai manager (finalmente)
Clamoroso, ben due notizie confortanti tra tv e quotidiani.
La prima: il simpatico economista Luigi Zingales (veneto, docente alla Chicago University), ospite ieri sera a Otto e Mezzo di Lilli Gruber, alla domanda sulla riforma del lavoro ha risposto, con una certa ruvida chiarezza, che Monti avrebbe fatto bene ad occuparsi anche dell’inadeguatezza dei manager, soprattutto ma non esclusivamente pubblici, per tentare di risolvere la crisi e far ripartire il Paese. Le colpe del management nell’attuale crisi sono, secondo l’economista, tante ed evidenti. Evviva.
La seconda: il ben noto notista economico Massimo Mucchetti (bresciano) scrive oggi sul Corriere della Sera che Marchionne ha forse ben agito in termini di bilancio ma ha perso quote di mercato, facendo peggio dei competitor. La casa automobilistica torinese, di cui il manager è il boss da nove anni, continua a non azzeccare un’auto e ad avere molti segmenti di mercato senza neppure un proprio modello. Evviva due volte.
Non grandi trovate, semmai semplici constatazioni, quelle di Zingales e Mucchetti. Su questi temi ho già scritto più volte, e chiunque, a semplice lume di buon senso, si sarebbe aspettato da anni attacchi e analisi, dibattiti e contromisure. Invece niente. Possibile che nessuno colga il fatto, evidentissimo, che ridurre il costo del lavoro nelle fabbriche Fiat incide sul bilancio ma nulla può e nulla fa di buono contro il calo delle quote di mercato dovute alla mancanza di prodotti vincenti? Il Paese deve riprendere la crescita, ma la Fiat evidentemente no. “Marchionne”, lo ripeto ancora, “quando ci dai una Golf o una Yaris, quando la disegni e produci l’auto vincente del futuro per sbaragliare la concorrenza?” Perché nessuno lo mette in mora su questo? Al contrario, tutti parlano benissimo di lui, soprattutto a sinistra, dove l’acume, in quest’epoca, abbonda.
Allo stesso modo: le nostre aziende mal gestite, senza spunto e motivazione, che escono da un trentennio di crescita straordinaria, di accesso al credito senza precedenti, di guadagni finanziari massicci, di vantaggi dovuti all’innovazione tecnologica, dunque auspicabilmente con i granai pieni, come possono chiudere o essere in crisi nera dopo appena due anni di calo dei consumi inferiori al 4% medio annuo? Non sarebbe lecito aspettarsi che i manager fossero stati così avveduti dal predisporre riserve e provviste, dall’intuire la crisi investendo sull’innovazione, a tutela dei loro marchi e delle risorse umane? Chiedere troppo, forse, visto il livello culturale tragico della nostra dirigenza, buona per quando tutto cresce, inadatta di fronte ai problemi.
Basta parlare di operai. Loro e i sindacati hanno mille colpe, ma se ne parla fin troppo. In questo Paese chi deve andare a casa sono i manager. Sono loro i primi bocciati, loro i più inadatti alle sfide dell’epoca. Sono stanchi prima di combattere, incapaci di cambiare, privi di idee, di gran lunga peggiori, come scrive Zingales nel suo libro “Manifesto Capitalista”, delle loro bravissime segretarie.
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#5
Inviato 17 September 2012 - 23:16:47
XCXC, su 17-Sep-2012 23:12, dice:
La casa automobilistica torinese, di cui il manager è il boss da nove anni, continua a non azzeccare un’auto e ad avere molti segmenti di mercato senza neppure un proprio modello. Evviva due volte.
ho fatto la stessa riflessione questa sera... fermo a uno stop, mi sono passate davanti 3 500 in fila... il mio pensiero è stato " questa è carina, anche se un po' cara... ma come fa a campare un'azienda che indovina un'auto ogni 20 anni ???"
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