[font=" Arial, Verdana, Helvetica, 'Helvetica Neue', Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; background-color: rgb(255, 255, 255); "]Elezioni valide, ma solo per le autorità della Transdnistria: l’affluenza alle urne nella repubblica secessionista moldava ha superato il quorum, ci sarà dunque un nuovo presidente, benché non riconosciuto dalla comunità internazionale. Nemmeno tanto nuovo, in realtà, perché i sondaggi davano in netto vantaggio il presidente uscente, Igor Smirnov, fiducioso anche sulla futura indipendenza:[/font]
"Abbiamo notato una comprensione crescente da parte dei nostri osservatori europei e dei Paesi mediatori, ma il punto principale è che dovrebbe esserci una trattativa tra la Moldova e la Transdnistria”.
Il principale rivale di Smirnov è Anatoly Kaminsky, che Mosca sembra considerare più adatto a una nuova linea di moderazione e di dialogo con le autorità moldave.
Dei 500.000 abitanti russofoni della Transdnistria, una larghissima maggioranza guarda più alla Russia che alla Moldavia, o Moldova secondo la definizione imposta da Chisinau: paese di lingua rumena del quale ufficialmente la Transdnistria fa ancora parte.
I negoziati sono appena ripresi, dopo cinque anni di sospensione. Ma non sarà facile giungere a una soluzione.