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DA CESANO A TARACLIA LA STORIA DI ANDREINA
Started By
XCXC
, 01 May 2011 - 18:51:06
Questa discussione ha avuto 12 risposte
#1
Inviato 01 May 2011 - 18:51:06
DA CESANO A TARACLIA LA STORIA DI ANDREINA
Scritto da Marco Ronchi Martedì
26 Aprile 2011 22:55
Da Cesano Maderno a Taraclia, in Moldavia, ci sono 1972 chilometri. Andreina conosce fin troppo bene quel tragitto. Un tragitto che ha fatto da cornice allo scorrere di una vita in cui raramente c’è stato spazio per il sorriso. La sua è una storia di migrazione, una delle tante, tutte così simili eppure così profondamente uniche e differenti. La sua è una storia di sofferenza, di scelte dolorose, nella speranza di un lieto fine che Andreina stessa non è ancora riuscita a smettere di sognare. Nonostante tutto. Nonostante anni di umiliazione. Nonostante la difficoltà di calarsi in un una nuova realtà, una nuova cultura. Nonostante il dover lottare ancora oggi, a 9 anni dal suo arrivo in Italia, contro il pregiudizio.
Andreina è arrivata in Italia per la prima volta nel 2002; partita da Taraclia, comune della Moldavia con poco più di 43 mila abitanti, e in cui viveva con il marito, ha dovuto affrontare la più classica delle Odissee per raggiungere il nostro paese. Il motivo della partenza è facilmente immaginabile: nella Moldavia post Sovietica lo spazio per sognare un futuro dignitoso era decisamente esiguo, e anche sotto consiglio di un’amica giunta a Baruccana (Seveso) pochi anni prima, con un qualsiasi lavoro nel “Belpaese” Andreina avrebbe potuto mantenersi e anche inviare dei soldi a casa. Così è stato: dopo 6 giorni di viaggio allucinante, tra camminate nei boschi dell’Est Europeo, e tragitti su pulmini sovraffollati condotti da veri e propri “Traghettatori di anime”, Andreina è finalmente riuscita a raggiungere la Caritas di Milano. Qui ha ricevuto assistenza, per poi raggiungere l’amica d’infanzia che nel frattempo aveva trovato lavoro come badante a Seveso. Anche grazie al suo aiuto pure per lei si è presentata la possibilità di lavorare, sempre come badante, presso un’anziana signora di Cesano Maderno. Questa, anche a detta di Andreina, è stata la svolta della sua vita: “Grazie a quella famiglia la mia vita è cambiata. Loro mi volevano sinceramente bene,mi hanno aiutato tantissimo, anche per quanto riguarda mio marito”. Già, perché nel frattempo Andrej, il marito di Andreina, l’aveva raggiunta qui in Italia. Peccato che lui non avesse proprio le migliori intenzioni, finendo dopo nemmeno tre mesi in carcere, a causa di uno scippo in pieno centro a Milano che gli è costato caro. Andreina non ha mai smesso di credere alla sua innocenza, e anche grazie alla famiglia che le aveva dato lavoro, è riuscita a far avere al marito un buon avvocato, che dopo solo 4 mesi è stato in grado di restituire ad Andrej la libertà, ovviamente con l’obbligo di tornare immediatamente in patria. Durante il soggiorno italiano di Andrej però Andreina è rimasta incinta, e dopo il parto il bambino è andato a stare con il padre a Taraclia. Qui è cominciato il vai e vieni di Andreina, che appena poteva non perdeva l’occasione di fare tappa nella sua città natale: dal piazzale antistante al cimitero di Cesano Maderno infatti, ogni venerdì partiva un pulmino (fortunatamente non c’era più bisogno di passegiate nei boschi visto che ora Andreina aveva il permesso di soggiorno), che dopo circa 24 ore di viaggio raggiungeva Taraclia al costo di 200 euro. E il marito nel frattempo si dedicava alla bella vita, con i soldi che Andreina si premurava di mandare mensilmente in Moldavia. Per giunta Andrej non era proprio il marito “modello”, e più volte ad Andreina è capitato di subire episodi di violenza. Nel frattempo la signora che assisteva è venuta a mancare, ma fortunatamente si è presentata subito un’altra opportunità, sempre come badante. Nella nuova casa Andreina ha conosciuto Moreno, il figlio dell’anziano cui prestava servizio. Con Moreno è nato subito qualcosa, anche perché per la prima volta Andreina ha capito cosa volesse dire essere rispettata, amata, e perché no, corteggiata. “Dopo tutti quegli anni per mio marito ero diventata semplicemente una macchina da soldi. Lui in Moldavia non ha mai avuto nemmeno l’intenzione di cercarsi un lavoro, e nell’ultimo periodo continuava a chiedere sempre più denaro. Se non glielo mandavo, minacciava che non mi avrebbe più fatto vedere nostro figlio. Io non sapevo più cosa fare, anche perché qui in Italia stavo vivendo una splendida storia d’amore, e in più vedevo che mio figlio giorno dopo giorno somigliava sempre di più al padre. E’ capitato spesso di ricevere risposte inaccettabili da lui, che già a sei anni sembrava aver assimilato il modo di vedere la vita di suo papà”. Andreina si è trovata così di fronte a una scelta: troncare definitivamente con il passato, e di conseguenza anche con il figlio, regalandosi ancora una possibilità di vivere la felicità, oppure continuare a essere vittima delle vessazioni di un marito che sempre più assumeva le sembianze di un “padrone”.
Andreina ha fatto la sua scelta. Oggi si è rifatta una vita insieme a Moreno, da cui aspetta una bambina. Del marito e del figlio non ha più notizie da un anno, nonostante Andrej abbia provato a minacciarla più e più volte. “Scegliere di rinunciare a mio figlio è stata la cosa più dolorosa che abbia mai dovuto affrontare, ma per una volta nella vita ho scelto di mettere me stessa davanti al resto. Sto provando cosa voglia dire essere felice, credo che nessuno si debba precludere questa possibilità”. Andreina ha ragione. Nessuno può precludersi la felicità. E per questo nessuno deve sentirsi in diritto di giudicare le scelte e il percorso di questa ragazza, che a 31 anni ha finalmente scoperto quanto sia bello sorridere.
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#2
Inviato 02 May 2011 - 08:15:36
XCXC, su 1-May-2011 20:51, dice:
DA CESANO A TARACLIA LA STORIA DI ANDREINA
Scritto da Marco Ronchi Martedì
26 Aprile 2011 22:55
Da Cesano Maderno a Taraclia, in Moldavia, ci sono 1972 chilometri. Andreina conosce fin troppo bene quel tragitto. Un tragitto che ha fatto da cornice allo scorrere di una vita in cui raramente c’è stato spazio per il sorriso. La sua è una storia di migrazione, una delle tante, tutte così simili eppure così profondamente uniche e differenti. La sua è una storia di sofferenza, di scelte dolorose, nella speranza di un lieto fine che Andreina stessa non è ancora riuscita a smettere di sognare. Nonostante tutto. Nonostante anni di umiliazione. Nonostante la difficoltà di calarsi in un una nuova realtà, una nuova cultura. Nonostante il dover lottare ancora oggi, a 9 anni dal suo arrivo in Italia, contro il pregiudizio.
Andreina è arrivata in Italia per la prima volta nel 2002; partita da Taraclia, comune della Moldavia con poco più di 43 mila abitanti, e in cui viveva con il marito, ha dovuto affrontare la più classica delle Odissee per raggiungere il nostro paese. Il motivo della partenza è facilmente immaginabile: nella Moldavia post Sovietica lo spazio per sognare un futuro dignitoso era decisamente esiguo, e anche sotto consiglio di un’amica giunta a Baruccana (Seveso) pochi anni prima, con un qualsiasi lavoro nel “Belpaese” Andreina avrebbe potuto mantenersi e anche inviare dei soldi a casa. Così è stato: dopo 6 giorni di viaggio allucinante, tra camminate nei boschi dell’Est Europeo, e tragitti su pulmini sovraffollati condotti da veri e propri “Traghettatori di anime”, Andreina è finalmente riuscita a raggiungere la Caritas di Milano. Qui ha ricevuto assistenza, per poi raggiungere l’amica d’infanzia che nel frattempo aveva trovato lavoro come badante a Seveso. Anche grazie al suo aiuto pure per lei si è presentata la possibilità di lavorare, sempre come badante, presso un’anziana signora di Cesano Maderno. Questa, anche a detta di Andreina, è stata la svolta della sua vita: “Grazie a quella famiglia la mia vita è cambiata. Loro mi volevano sinceramente bene,mi hanno aiutato tantissimo, anche per quanto riguarda mio marito”. Già, perché nel frattempo Andrej, il marito di Andreina, l’aveva raggiunta qui in Italia. Peccato che lui non avesse proprio le migliori intenzioni, finendo dopo nemmeno tre mesi in carcere, a causa di uno scippo in pieno centro a Milano che gli è costato caro. Andreina non ha mai smesso di credere alla sua innocenza, e anche grazie alla famiglia che le aveva dato lavoro, è riuscita a far avere al marito un buon avvocato, che dopo solo 4 mesi è stato in grado di restituire ad Andrej la libertà, ovviamente con l’obbligo di tornare immediatamente in patria. Durante il soggiorno italiano di Andrej però Andreina è rimasta incinta, e dopo il parto il bambino è andato a stare con il padre a Taraclia. Qui è cominciato il vai e vieni di Andreina, che appena poteva non perdeva l’occasione di fare tappa nella sua città natale: dal piazzale antistante al cimitero di Cesano Maderno infatti, ogni venerdì partiva un pulmino (fortunatamente non c’era più bisogno di passegiate nei boschi visto che ora Andreina aveva il permesso di soggiorno), che dopo circa 24 ore di viaggio raggiungeva Taraclia al costo di 200 euro. E il marito nel frattempo si dedicava alla bella vita, con i soldi che Andreina si premurava di mandare mensilmente in Moldavia. Per giunta Andrej non era proprio il marito “modello”, e più volte ad Andreina è capitato di subire episodi di violenza. Nel frattempo la signora che assisteva è venuta a mancare, ma fortunatamente si è presentata subito un’altra opportunità, sempre come badante. Nella nuova casa Andreina ha conosciuto Moreno, il figlio dell’anziano cui prestava servizio. Con Moreno è nato subito qualcosa, anche perché per la prima volta Andreina ha capito cosa volesse dire essere rispettata, amata, e perché no, corteggiata. “Dopo tutti quegli anni per mio marito ero diventata semplicemente una macchina da soldi. Lui in Moldavia non ha mai avuto nemmeno l’intenzione di cercarsi un lavoro, e nell’ultimo periodo continuava a chiedere sempre più denaro. Se non glielo mandavo, minacciava che non mi avrebbe più fatto vedere nostro figlio. Io non sapevo più cosa fare, anche perché qui in Italia stavo vivendo una splendida storia d’amore, e in più vedevo che mio figlio giorno dopo giorno somigliava sempre di più al padre. E’ capitato spesso di ricevere risposte inaccettabili da lui, che già a sei anni sembrava aver assimilato il modo di vedere la vita di suo papà”. Andreina si è trovata così di fronte a una scelta: troncare definitivamente con il passato, e di conseguenza anche con il figlio, regalandosi ancora una possibilità di vivere la felicità, oppure continuare a essere vittima delle vessazioni di un marito che sempre più assumeva le sembianze di un “padrone”.
Andreina ha fatto la sua scelta. Oggi si è rifatta una vita insieme a Moreno, da cui aspetta una bambina. Del marito e del figlio non ha più notizie da un anno, nonostante Andrej abbia provato a minacciarla più e più volte. “Scegliere di rinunciare a mio figlio è stata la cosa più dolorosa che abbia mai dovuto affrontare, ma per una volta nella vita ho scelto di mettere me stessa davanti al resto. Sto provando cosa voglia dire essere felice, credo che nessuno si debba precludere questa possibilità”. Andreina ha ragione. Nessuno può precludersi la felicità. E per questo nessuno deve sentirsi in diritto di giudicare le scelte e il percorso di questa ragazza, che a 31 anni ha finalmente scoperto quanto sia bello sorridere.
Scritto da Marco Ronchi Martedì
26 Aprile 2011 22:55
Da Cesano Maderno a Taraclia, in Moldavia, ci sono 1972 chilometri. Andreina conosce fin troppo bene quel tragitto. Un tragitto che ha fatto da cornice allo scorrere di una vita in cui raramente c’è stato spazio per il sorriso. La sua è una storia di migrazione, una delle tante, tutte così simili eppure così profondamente uniche e differenti. La sua è una storia di sofferenza, di scelte dolorose, nella speranza di un lieto fine che Andreina stessa non è ancora riuscita a smettere di sognare. Nonostante tutto. Nonostante anni di umiliazione. Nonostante la difficoltà di calarsi in un una nuova realtà, una nuova cultura. Nonostante il dover lottare ancora oggi, a 9 anni dal suo arrivo in Italia, contro il pregiudizio.
Andreina è arrivata in Italia per la prima volta nel 2002; partita da Taraclia, comune della Moldavia con poco più di 43 mila abitanti, e in cui viveva con il marito, ha dovuto affrontare la più classica delle Odissee per raggiungere il nostro paese. Il motivo della partenza è facilmente immaginabile: nella Moldavia post Sovietica lo spazio per sognare un futuro dignitoso era decisamente esiguo, e anche sotto consiglio di un’amica giunta a Baruccana (Seveso) pochi anni prima, con un qualsiasi lavoro nel “Belpaese” Andreina avrebbe potuto mantenersi e anche inviare dei soldi a casa. Così è stato: dopo 6 giorni di viaggio allucinante, tra camminate nei boschi dell’Est Europeo, e tragitti su pulmini sovraffollati condotti da veri e propri “Traghettatori di anime”, Andreina è finalmente riuscita a raggiungere la Caritas di Milano. Qui ha ricevuto assistenza, per poi raggiungere l’amica d’infanzia che nel frattempo aveva trovato lavoro come badante a Seveso. Anche grazie al suo aiuto pure per lei si è presentata la possibilità di lavorare, sempre come badante, presso un’anziana signora di Cesano Maderno. Questa, anche a detta di Andreina, è stata la svolta della sua vita: “Grazie a quella famiglia la mia vita è cambiata. Loro mi volevano sinceramente bene,mi hanno aiutato tantissimo, anche per quanto riguarda mio marito”. Già, perché nel frattempo Andrej, il marito di Andreina, l’aveva raggiunta qui in Italia. Peccato che lui non avesse proprio le migliori intenzioni, finendo dopo nemmeno tre mesi in carcere, a causa di uno scippo in pieno centro a Milano che gli è costato caro. Andreina non ha mai smesso di credere alla sua innocenza, e anche grazie alla famiglia che le aveva dato lavoro, è riuscita a far avere al marito un buon avvocato, che dopo solo 4 mesi è stato in grado di restituire ad Andrej la libertà, ovviamente con l’obbligo di tornare immediatamente in patria. Durante il soggiorno italiano di Andrej però Andreina è rimasta incinta, e dopo il parto il bambino è andato a stare con il padre a Taraclia. Qui è cominciato il vai e vieni di Andreina, che appena poteva non perdeva l’occasione di fare tappa nella sua città natale: dal piazzale antistante al cimitero di Cesano Maderno infatti, ogni venerdì partiva un pulmino (fortunatamente non c’era più bisogno di passegiate nei boschi visto che ora Andreina aveva il permesso di soggiorno), che dopo circa 24 ore di viaggio raggiungeva Taraclia al costo di 200 euro. E il marito nel frattempo si dedicava alla bella vita, con i soldi che Andreina si premurava di mandare mensilmente in Moldavia. Per giunta Andrej non era proprio il marito “modello”, e più volte ad Andreina è capitato di subire episodi di violenza. Nel frattempo la signora che assisteva è venuta a mancare, ma fortunatamente si è presentata subito un’altra opportunità, sempre come badante. Nella nuova casa Andreina ha conosciuto Moreno, il figlio dell’anziano cui prestava servizio. Con Moreno è nato subito qualcosa, anche perché per la prima volta Andreina ha capito cosa volesse dire essere rispettata, amata, e perché no, corteggiata. “Dopo tutti quegli anni per mio marito ero diventata semplicemente una macchina da soldi. Lui in Moldavia non ha mai avuto nemmeno l’intenzione di cercarsi un lavoro, e nell’ultimo periodo continuava a chiedere sempre più denaro. Se non glielo mandavo, minacciava che non mi avrebbe più fatto vedere nostro figlio. Io non sapevo più cosa fare, anche perché qui in Italia stavo vivendo una splendida storia d’amore, e in più vedevo che mio figlio giorno dopo giorno somigliava sempre di più al padre. E’ capitato spesso di ricevere risposte inaccettabili da lui, che già a sei anni sembrava aver assimilato il modo di vedere la vita di suo papà”. Andreina si è trovata così di fronte a una scelta: troncare definitivamente con il passato, e di conseguenza anche con il figlio, regalandosi ancora una possibilità di vivere la felicità, oppure continuare a essere vittima delle vessazioni di un marito che sempre più assumeva le sembianze di un “padrone”.
Andreina ha fatto la sua scelta. Oggi si è rifatta una vita insieme a Moreno, da cui aspetta una bambina. Del marito e del figlio non ha più notizie da un anno, nonostante Andrej abbia provato a minacciarla più e più volte. “Scegliere di rinunciare a mio figlio è stata la cosa più dolorosa che abbia mai dovuto affrontare, ma per una volta nella vita ho scelto di mettere me stessa davanti al resto. Sto provando cosa voglia dire essere felice, credo che nessuno si debba precludere questa possibilità”. Andreina ha ragione. Nessuno può precludersi la felicità. E per questo nessuno deve sentirsi in diritto di giudicare le scelte e il percorso di questa ragazza, che a 31 anni ha finalmente scoperto quanto sia bello sorridere.
Una tristissima esperienza. La cosa che mi rattrista è che questa povera donna è stata costretta a fare una scelta dolorosissima " Abbandonare l figlio".
Penso che per una madre arrivare ad un gesto così estermo sia estremamente doloroso. Faccio i miei più felici auguri ad Andreina e alla sua nuova famiglia e chissa che un giorno riesca a riabbracciare quel figlio che gli è stato portato via.
Ani
#3
Inviato 02 May 2011 - 21:25:40
E' triste sentire queste storie, che purtroppo sembrano assomigliarsi tutte .
Strano destino quello delle donne moldave.
Non mi permetto di giudicare nessuno, non ho vissuto da vicino la storia, non ne conosco i dettagli.
Ma ho un'unica certezza: avrei lottato per il figlio. Senza di lui la signora non vivra' mai pienamente la propria esistenza.
Ma con il tempo, almeno si spera, le situazioni si possono recuperare.
Buona fortuna.
#4
Inviato 03 May 2011 - 15:12:36
Carlo, su 2-May-2011 23:25, dice:
E' triste sentire queste storie, che purtroppo sembrano assomigliarsi tutte .
Strano destino quello delle donne moldave.
Non mi permetto di giudicare nessuno, non ho vissuto da vicino la storia, non ne conosco i dettagli.
Ma ho un'unica certezza: avrei lottato per il figlio. Senza di lui la signora non vivra' mai pienamente la propria esistenza.
Ma con il tempo, almeno si spera, le situazioni si possono recuperare.
Buona fortuna.
Strano destino quello delle donne moldave.
Non mi permetto di giudicare nessuno, non ho vissuto da vicino la storia, non ne conosco i dettagli.
Ma ho un'unica certezza: avrei lottato per il figlio. Senza di lui la signora non vivra' mai pienamente la propria esistenza.
Ma con il tempo, almeno si spera, le situazioni si possono recuperare.
Buona fortuna.
Condivido quanto dici Carlo; come ho detto nel mio post precedente sicuramente la scelta è stata dolorosissima; sicuramente non si può giudicare certe esperienze perchè ognuno di noi le vive in maniera diversa e tutto dipende sempre dalle varie situazioni di contorno .
Cmq auguro alla donna in questione che la fortuna possa un giorno fare ritrovargli suo figlio.
Ani
#5
Inviato 03 May 2011 - 17:52:20
XCXC, su 1-May-2011 19:51, dice:
.
e in più vedevo che mio figlio giorno dopo giorno somigliava sempre di più al padre..E’ capitato spesso di ricevere risposte inaccettabili da lui, che già a sei anni sembrava aver assimilato il modo di vedere la vita di suo papà.
Del marito e del figlio non ha più notizie da un anno...
“Scegliere di rinunciare a mio figlio è stata la cosa più dolorosa che abbia mai dovuto affrontare, per una volta nella vita ho scelto di mettere me stessa davanti al resto"
e in più vedevo che mio figlio giorno dopo giorno somigliava sempre di più al padre..E’ capitato spesso di ricevere risposte inaccettabili da lui, che già a sei anni sembrava aver assimilato il modo di vedere la vita di suo papà.
Del marito e del figlio non ha più notizie da un anno...
“Scegliere di rinunciare a mio figlio è stata la cosa più dolorosa che abbia mai dovuto affrontare, per una volta nella vita ho scelto di mettere me stessa davanti al resto"
Mi auguro di aver capito male ma mi pare di aver capito che il figlio "delinquente" al quale dolorosamente ha rinunciato ha al massimo 9 anni, o sbaglio? Mi sembrano un po' pochi per aver assunto le sembianze irreversibili del marito orco... ma per cortesia...mi piacerebbe sentire l'opinione di XCXC che è sempre così critico nel confronti delle madri
#6
Inviato 03 May 2011 - 18:47:34
Lavi, su 3-May-2011 18:52, dice:
Mi auguro di aver capito male ma mi pare di aver capito che il figlio "delinquente" al quale dolorosamente ha rinunciato ha al massimo 9 anni, o sbaglio? Mi sembrano un po' pochi per aver assunto le sembianze irreversibili del marito orco... ma per cortesia...mi piacerebbe sentire l'opinione di XCXC che è sempre così critico nel confronti delle madri
infatti e' il passaggio che m'ha colpito di piu'...
molto probabilmente il marito ha voluto portare con se il figlio... quasi come un ostaggio... e l'educazione non e' stata delle migliori...
e' difficile valutare e giudicare...
e' una delle tantissime storie fotocopia...
alcune sono vere, altre meno...
Pero' c'e' un comune denominatore che caratterizza quasi tutti i racconti: la colpa e' sempre degli uomini moldavi.
Ovviamente questo fa comodo, colpisce. E in Italia apre il cuore a molti "uomini"... che d'un tratto si sentono "migliori" di altri... Poi tutto da provare...
Conosco donne moldave che hanno lasciato (temporanemente, nelle intenzioni) la famiglia pur avendo mariti di tutto rispetto... cosi'... per provare un'esperienza nuova... niente di piu'.
Altre che hanno 2 uomini, uno italiano ed uno moldavo...
Altre che di uomini ne hanno decine
Penso che solo provando personalmente le varie situazioni familiari, educative, affettive ecc... si riescano a capire...
A noi nn rimane altro che osservare e cercare di capire... senza pretendere che gli altri ci raccontino una storia commovente...
Tutti noi potremmo scrivere un passaggio della nostra vita strappa-lacrime...
Spesso pero' chi ha poco da raccontare lo fa... e' piu' facile!
Chi invece ne ha passate tante sta zitto perche' nn saprebbe da dove cominciare... e preferisce sorridere... e dare l'esempio.
Ecco... queste persone vanno valutate per l'esempio che danno... per la loro serieta', affidabilita' e lealta'...
sigilli dei loro racconti
.
#7
Inviato 04 May 2011 - 16:04:53
XCXC, su 3-May-2011 20:47, dice:
infatti e' il passaggio che m'ha colpito di piu'...
molto probabilmente il marito ha voluto portare con se il figlio... quasi come un ostaggio... e l'educazione non e' stata delle migliori...
e' difficile valutare e giudicare...
e' una delle tantissime storie fotocopia...
alcune sono vere, altre meno...
Pero' c'e' un comune denominatore che caratterizza quasi tutti i racconti: la colpa e' sempre degli uomini moldavi.
Ovviamente questo fa comodo, colpisce. E in Italia apre il cuore a molti "uomini"... che d'un tratto si sentono "migliori" di altri... Poi tutto da provare...
Conosco donne moldave che hanno lasciato (temporanemente, nelle intenzioni) la famiglia pur avendo mariti di tutto rispetto... cosi'... per provare un'esperienza nuova... niente di piu'.
Altre che hanno 2 uomini, uno italiano ed uno moldavo...
Altre che di uomini ne hanno decine
Penso che solo provando personalmente le varie situazioni familiari, educative, affettive ecc... si riescano a capire...
A noi nn rimane altro che osservare e cercare di capire... senza pretendere che gli altri ci raccontino una storia commovente...
Tutti noi potremmo scrivere un passaggio della nostra vita strappa-lacrime...
Spesso pero' chi ha poco da raccontare lo fa... e' piu' facile!
Chi invece ne ha passate tante sta zitto perche' nn saprebbe da dove cominciare... e preferisce sorridere... e dare l'esempio.
Ecco... queste persone vanno valutate per l'esempio che danno... per la loro serieta', affidabilita' e lealta'...
sigilli dei loro racconti
molto probabilmente il marito ha voluto portare con se il figlio... quasi come un ostaggio... e l'educazione non e' stata delle migliori...
e' difficile valutare e giudicare...
e' una delle tantissime storie fotocopia...
alcune sono vere, altre meno...
Pero' c'e' un comune denominatore che caratterizza quasi tutti i racconti: la colpa e' sempre degli uomini moldavi.
Ovviamente questo fa comodo, colpisce. E in Italia apre il cuore a molti "uomini"... che d'un tratto si sentono "migliori" di altri... Poi tutto da provare...
Conosco donne moldave che hanno lasciato (temporanemente, nelle intenzioni) la famiglia pur avendo mariti di tutto rispetto... cosi'... per provare un'esperienza nuova... niente di piu'.
Altre che hanno 2 uomini, uno italiano ed uno moldavo...
Altre che di uomini ne hanno decine
Penso che solo provando personalmente le varie situazioni familiari, educative, affettive ecc... si riescano a capire...
A noi nn rimane altro che osservare e cercare di capire... senza pretendere che gli altri ci raccontino una storia commovente...
Tutti noi potremmo scrivere un passaggio della nostra vita strappa-lacrime...
Spesso pero' chi ha poco da raccontare lo fa... e' piu' facile!
Chi invece ne ha passate tante sta zitto perche' nn saprebbe da dove cominciare... e preferisce sorridere... e dare l'esempio.
Ecco... queste persone vanno valutate per l'esempio che danno... per la loro serieta', affidabilita' e lealta'...
sigilli dei loro racconti
XCX hai espresso nel tuo post le opinioni di molte persone. Molte volte si legge nei post la parola "fotocopia" ed è proprio per questo che molti vengono assaliti dal dubbio sarà "vera o falsa".
Tutte le storie anche se provengono da fonti diverse parlano sempre di marito ubriacone, marito manescone, marito che pretende solo soldi , marito senza un briciolo di amor verso la propria compagna di vita etc.
Sono certo che un fondo di verità sicuramente c'è ma, mi chiedo quanto infiorettate siano le storie che si ascoltano.
Ho la sensazione che le dure esperienze di vita di certe donne siano passate di bocca in bocca e certe altre le hanno utilizzate e strumentalizzate per i loro obiettivi
Sono sicurissimo che tra gli uomini moldavi ci sono le persone corrette, oneste e i furboni e i disonesti (come in tutte le parti del mondo) ma, chissà perchè si parla solo dei difetti e delle scorrettezze dell'uomo e mai di ciò che combinano le donne.
ANI
#8
Inviato 04 May 2011 - 16:55:32
XCXC, su 3-May-2011 19:47, dice:
infatti e' il passaggio che m'ha colpito di piu'...
molto probabilmente il marito ha voluto portare con se il figlio... quasi come un ostaggio... e l'educazione non e' stata delle migliori...
O forse un bambino di 8 anni che è sempre cresciuto in un paese, vicino a determinate persone, non ha nessuna voglia di essere preso come un pacco postale per andarsene a vivere in un un paese che non conosce, con un padre che non conosce( e che dicaimoci la verità, magari proprio non muore dalla voglia di allevare il figlio di un altro), una sorellastra che ai suoi occhi è una sua sostituta e abbandonare il padre, che che se ne dica non è un fronzolo del quale ci si può liberare, soprattutto se ti ha allevato per anni...
e' difficile valutare e giudicare...
ovvio...però certe contraddizioni danno troppo nell'occhio
e' una delle tantissime storie fotocopia...
infatti ho espresso la mia opinione su questa storia, non sulle altre, non è che perchè ci sono donne moldave con storie drammatiche alle spalle, debbano essere per forza tutte così
Pero' c'e' un comune denominatore che caratterizza quasi tutti i racconti: la colpa e' sempre degli uomini moldavi.
per fortuna che ci sono anche persone intelligenti che sanno mettersi in discussione...a me hanno sempre insegnato che la verità non sta da una parte sola Poi basta guardarsi intorno, ci sono più moldavi qui che in MD
Penso che solo provando personalmente le varie situazioni familiari, educative, affettive ecc... si riescano a capire...
Certo che sei un pesonaggio, ma se quella a cui il marito ha rapito le figlie perchè voleva trasferirsi in un latro paese hai dato dell'assassina...
molto probabilmente il marito ha voluto portare con se il figlio... quasi come un ostaggio... e l'educazione non e' stata delle migliori...
O forse un bambino di 8 anni che è sempre cresciuto in un paese, vicino a determinate persone, non ha nessuna voglia di essere preso come un pacco postale per andarsene a vivere in un un paese che non conosce, con un padre che non conosce( e che dicaimoci la verità, magari proprio non muore dalla voglia di allevare il figlio di un altro), una sorellastra che ai suoi occhi è una sua sostituta e abbandonare il padre, che che se ne dica non è un fronzolo del quale ci si può liberare, soprattutto se ti ha allevato per anni...
e' difficile valutare e giudicare...
ovvio...però certe contraddizioni danno troppo nell'occhio
e' una delle tantissime storie fotocopia...
infatti ho espresso la mia opinione su questa storia, non sulle altre, non è che perchè ci sono donne moldave con storie drammatiche alle spalle, debbano essere per forza tutte così
Pero' c'e' un comune denominatore che caratterizza quasi tutti i racconti: la colpa e' sempre degli uomini moldavi.
per fortuna che ci sono anche persone intelligenti che sanno mettersi in discussione...a me hanno sempre insegnato che la verità non sta da una parte sola Poi basta guardarsi intorno, ci sono più moldavi qui che in MD
Penso che solo provando personalmente le varie situazioni familiari, educative, affettive ecc... si riescano a capire...
Certo che sei un pesonaggio, ma se quella a cui il marito ha rapito le figlie perchè voleva trasferirsi in un latro paese hai dato dell'assassina...
#9
Inviato 04 May 2011 - 17:15:57
scusa eh ma il bambino e' nato in Italia ed e' andato in MD con il marito subito dopo... Poco credibile... nn so... qualcosa nn torna...
Ma che c'entra la situazione familiare dei gentitori delle gemelline con questa?
A me fanno schifo questi e quelli...
ma la madre delle gemelline, secondo me, nn ha avuto la sensibilita' di trattare con il marito... mandando avanti avvocati, tribunali ecc...
con questo nn giustifico niente di quel folle e sciagurato padre... uccidere le figlie per fare un torto alla madre e' da pazzi... e mi sembra strano che nn ci siano stati segnali premonitori...
In questa situazione invece vedo interesse ZERO verso il figlio...
Oggetto di rendita da parte del padre e abbandono da parte della madre...
una bella coppia!
.
#10
Inviato 06 May 2011 - 15:26:25
XCXC, su 4-May-2011 18:15, dice:
scusa eh ma il bambino e' nato in Italia ed e' andato in MD con il marito subito dopo... Poco credibile... nn so... qualcosa nn torna...
Anche a me, affidi tuo figlio appena nato a un delinquente?Ma dai
Ma che c'entra la situazione familiare dei gentitori delle gemelline con questa?
Bè, sempre rapporto madre-figlio-papà messo da parte
A me fanno schifo questi e quelli...
Sì infatti a rimetterci sono sempre i figli
Anche a me, affidi tuo figlio appena nato a un delinquente?Ma dai
Ma che c'entra la situazione familiare dei gentitori delle gemelline con questa?
Bè, sempre rapporto madre-figlio-papà messo da parte
A me fanno schifo questi e quelli...
Sì infatti a rimetterci sono sempre i figli
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