Inviato 22 February 2010 - 11:24:56
Flavione eccomi all'appello.
Volevo sottolineare e ci tengo a scanso di equivoci ribadire che esprimo un mio pensiero personale e che comunque considero l'iniziativa certamente positiva perchè allevia la sofferenza e le difficoltà di persone in stato di disagio.
Un primo consiglio prima di iniziare il discorso generale: togliete la parola "compra" e sostituitela con "regala", eviterete problematiche strane con l'Agenzia delle Entrate in un momento in cui si stanno rivedendo giustamente tantissime cose sulle onlus.
Sarò un pò prolisso ma cercate di arrivare fino in fondo, per maggiore comprensione.
Il tema della fattoria, nel nostro caso "BUENA VISTA SOCIAL FARM - La Fattoria dei Sogni", una fattoria sociale, è al centro della nostra idea di aiuto concreto verso la Moldova.
L'idea non è nuova, come ho sottolineato, l'Associazione Karibu Village sta facendo qualcosa di simile alla vostra iniziativa e l'Associazione di promozione sociale Italia Moldavia, con la "Casa di Artu'" ,probabilmente avrà il contributo della Regione Lombardia per un progetto analogo. L'idea non è nuova ma è altrettanto bella e affascinante.
Noi ci stiamo orientando verso una fattoria sociale.
Le fattorie sociali sono un fenomeno diffuso da decenni in tutti i Paesi europei dove vengono individuate sotto il nome di Social Care Farms. Queste strutture realizzano percorsi terapeutici e riabilitativi di persone svantaggiate creando situazioni favorevoli e reali al loro inserimento sociale e lavorativo mediante la valorizzazione delle risorse agricole.
Dalla coltivazione dell'orto alla cura degli animali, le attività in campagna offrono stimoli nuovi. Il soggiorno in fattoria, favorendo l'apprendimento dei cicli biologici e naturali, inducendo la riscoperta dei sensi e lo sviluppo di nuove abilità, può aiutare l'individuo a recuperare gli interessi e la voglia di partecipare alla vita.
Le imprese agricole ai naturali obiettivi produttivi e commerciali associano finalità terapeutiche e riabilitative, nonché, quelle dell'inserimento socio-economico dei soggetti e delle categorie svantaggiate che vi operano in quanto in queste svolgono un'attività lavorativa remunerata alla portata delle loro capacità lavorative.
Esse, in sintesi, si possono definire: “imprese economicamente e finanziariamente sostenibili, condotte in forma singola o variamente associata, che svolgono l'attività produttiva agricola e zootecnica proponendo i loro prodotti sul mercato, in modo integrato con l'offerta di servizi culturali, educativi, assistenziali, formativi e occupazionali a vantaggio dell'inserimento sociale e lavorativo di soggetti deboli che possono essere realizzate anche in aree fragili, in collaborazione con istituzioni pubbliche e con imprenditori del settore agricolo.
In questo nuovo modello la capacità di produrre alimenti, pur rimanendo primaria, non esaurisce la funzione dell'azienda agricola che deve anche contribuire a mantenere vive le aree rurali concorrendo in modo decisivo alla protezione dell'ambiente, alla conservazione della biodiversità, al mantenimento e alla gestione del paesaggio naturale, al riequilibrio territoriale, alla conservazione dei valori tradizionali.
Caratteristica dell'agricoltura sociale è quella di realizzare, attraverso le proprie attività, percorsi terapeutici, riabilitativi e di integrazione sociale, lavorativa e imprenditoriale di persone svantaggiate.
Tra questi, un'attenzione particolare meritano i giovani, le donne, gli anziani, le persone in situazioni di disagio e di esclusione.
Quando si parla di “agricoltura sociale” non si deve cadere nell'errore di pensare a situazioni che riportano a forme di assistenzialismo.
Con il termine “sociale”, infatti, ci si riferisce alla capacità delle imprese agricole di generare benefici mediante l'attività produttiva e l'utilizzo di beni e strutture aziendali nei confronti di gruppi vulnerabili della popolazione a rischio di esclusione sociale. D'altra parte l'agricoltura, per sua stessa natura, rappresenta un settore particolarmente adatto ad includere soggetti fragili.
I lavori da svolgere in campagna possono essere scelti tra un ventaglio molto ampio di possibilità che includono attività in pieno campo e al coperto, di coltivazione e di allevamento, a ciclo breve o a ciclo lungo. Inoltre, per un'azienda agricola che punti all'efficienza sociale attraverso il coinvolgimento attivo di soggetti con svantaggio nelle proprie attività, anche le tecniche di produzione, che in una logica puramente economica risulterebbero insoddisfacenti, possono essere condotte in modo proficuo.
Diversi altri aspetti rendono l'attività agricola assolutamente unica in percorsi di inclusione di soggetti deboli: il senso di responsabilità che matura quando ci si prende cura di organismi viventi; i ritmi di produzione non incalzanti; la non aggressività delle piante e di molti animali da allevamento; la varietà dei lavori, quasi mai ripetitivi; la consapevolezza che tutti, anche coloro che svolgono mansioni minori o marginali, sono partecipi del risultato finale.
E la ricerca e le sperimentazioni di questi ultimi decenni hanno ampiamente evidenziato che il rapporto con la natura e gli organismi viventi possono alleviare in modo significativo le condizioni di disagio di persone che si trovano a vivere una momentanea o permanente condizione di fragilità oltre a facilitare l'inserimento lavorativo di individui con disabilità o portatori di disagio sociale.
L'interazione fra le attività agricole ed il mondo dello svantaggio finisce dunque per rivelarsi assai significativa, pur nelle dimensioni ancora modeste del fenomeno. Essa, infatti, permette il recupero di soggetti altrimenti inattivi ed offre nuove opportunità, anche economiche al mondo agricolo.
In questo senso le esperienze realizzate dimostrano che in determinati contesti rurali l'agricoltura sociale deve essere considerata di diritto fra i fattori di sviluppo del territorio.
La fattoria sociale è, pertanto, un'impresa che utilizza in gran parte fattori di produzione locali ed eroga i propri servizi alla comunità nella quale è inserita e non solo. Attiva sul territorio reti di relazioni, crea mercati di beni relazionali, offre risposte a domande sociali latenti o alle quali i sistemi di welfare non sono più in grado di rispondere, genera capitale sociale, ingrediente fondamentale in qualunque ricetta di sviluppo locale.
Accanto alle molteplici opportunità offerte per soddisfare esigenze lavorative e di inserimento sociale nonché terapeutiche, educative e riabilitative, le fattorie sociali presentano notevoli possibilità di sviluppo legate alla commercializzazione dei propri prodotti alimentari.
D'altra parte i prodotti che si ottengono dalle attività agricole non portano i segni di eventuali difficoltà di persone che hanno contribuito al processo produttivo. Le piante e gli animali non discriminano e crescono sani chiunque li accudisca. I prodotti ottenuti nelle fattorie sociali presentano un importante vantaggio legato proprio alla loro tipizzazione etica. Essi, proprio per il fatto di aver avuto origine in una fattoria sociale, incorporano valori che vanno oltre quelli legati alla tradizione, alla qualità, all'essere o meno biologici, e soddisfano anche i valori etici.
La commercializzazione dei prodotti delle Fattorie Sociali potrà avvenire con modalità varie: dalla vendita diretta in azienda al rifornimento da parte dei gruppi di acquisto solidale, dalla costruzione di una rete di negozi dell'agricoltura sociale alla creazione di spazi nella grande distribuzione. Particolarmente importante per valorizzare in modo adeguato i prodotti dell fattorie sociali sarebbe la marchiatura dei prodotti stessi attraverso un'etichetta etica.
E’ da queste premesse che nasce il progetto “BUENA VISTA SOCIAL FARM”, la “nostra fattoria sociale”, la nostra scuola della terra, di cui parlavamo.
Una scuola il cui ruolo è quello di formare operatori agricoli in grado di dare impulso alla stessa comunità e che prevede nelle sue finalità tutti gli elementi necessari al sostentamento ed al mantenimento negli anni della sua funzionalità.
Il contesto rurale ed agricolo in cui il progetto verrà sviluppato rappresenterà una valida opportunità per l’ottenimento della sussistenza quotidiana e per il raggiungimento di un’autonomia economica.
Il nostro intendimento, come associazione, è quello di unire più associazioni possibili per la realizzazione di qualcosa di duraturo. E' quello su cui stiamo lavorando per far sì che si crei una sorta di modello di una "Sanpatrignano moldava" con tutte le differenze del caso. Tutto qui. Purtroppo questo tipo di idea di aiutare in modo alternativo persone moldave ha fatto scattare da parte della regione liguria una sorta di muro ma che pietra dopo pietra stiamo cercando di demolire.
Ma è il nostro modo di pensare per aiutare gli altri. Noi non vogliamo fare beneficenza gratuita ma formare le persone, insegnargli un mestiere e creare una sorta di impresa sociale, cooperativa, chiamiamola come vogliamo, che duri nel tempo.
Speriamo bene. Intanto vi auguro una buona riuscita dell'iniziativa e un grande abbraccio.
P.S.: Se Maometto non va alla montagna sarà la montagna che andrà da Maometto. Flavio devo venire io a scovarti ???
Scusate per il sermone ma per me è importante spiegare questo nostro modo alternativo di aiutare le persone. Aiutiamo a crescere.