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Cure mediche in Italia per bimba moldava


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Questa discussione ha avuto 21 risposte

#11 Rosa

Rosa

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Inviato 01 October 2006 - 22:14:45


Sembra sia cosi dalla nascita'... gia' da 11,5 mesi quando ha comminciato a fare i primi passi con il piede destro aveva difficolta'... e se ho capito bene,la mamma aveva 17 anni...quando gli ha dato vita.

Non sono un medico ma...dubito che la soluzione sarebbe proprio l'operazione...boh...



Connettere internet cuore e cervello prima di scrivere!! (Franangy)

#12 XCXC

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Inviato 01 October 2006 - 23:13:52


ma l'operazione e' stata consigliata in questa diagnosi medica?

Oltra a scrivere cos'ha  c'e' scritta anche una possibile cura/operazione?



.


#13 Rosa

Rosa

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Inviato 01 October 2006 - 23:52:42


boh,non saprei dirti...i dati inseriti qui non credo siano proprio recenti...
la bambina deve avere oggi 10-11 anni no?

In questi certificati scrive che dev'essere ricoverata di nuovo ma sono da un po' di tempo e...non trovo scritto che si raccomanda un'operazione,o forse non capisco io...
ma tu vedi che scrittura e'? Per me e' troppo...



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#14 Guest_Seborga_*

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Inviato 02 October 2006 - 00:25:23


La richiesta é stata fatta da un signore  in italia amico di Tati...la madre é Badante in Italia...n.r.

Provo a chiamare Tati domani e vedo se riesce a mettersi in contatto con la madre.

Per cure mediche comunque é possibile entrare in Italia?


#15 XCXC

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Inviato 02 October 2006 - 00:31:37


se la madre e' in Italia regolarmente consiglio di non chiedere il visto per cure mediche ma il ricongiungimento.

In questo modo potra' essere assistita senza spese.

Se invece non e' regolare si puo' chiedere il visto per cure mediche ma il Consolato vorra' capire se in Italia e' possibile operare diversamente e meglio della Moldova.



.


#16 Guest_Seborga_*

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Inviato 02 October 2006 - 00:33:14


Si ma non é regolare...


#17 Guest_Seborga_*

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Inviato 24 October 2006 - 21:16:12


non ci siamo dimenticati della Bambina, stiamo andando avanti con le pratiche, é possiibile che per natale ci recheremo in Moldova per andarla a prendere...

Sarebbe una gioia di Gesù Bambino.

Mi serve aiuto da Alberto o da chi é disposto...manca poco tempo


#18 thejournalist

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Inviato 24 October 2006 - 21:26:28


Visualizza messaggioSeborga, su 24-Oct-2006 22:16, dice:

non ci siamo dimenticati della Bambina, stiamo andando avanti con le pratiche, é possiibile che per natale ci recheremo in Moldova per andarla a prendere...

Sarebbe una gioia di Gesù Bambino.

Mi serve aiuto da Alberto o da chi é disposto...manca poco tempo

ho visto solo ora questo topic...ma aiuti di che tipo? consigli medici o aiuti finanziari per portare e operare la bambina?


#19 silvano

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Inviato 26 October 2006 - 20:17:22


Allora, si tratterebbe della Paralisi Cerebrale Infantile con emiparesi spastica di destra  e con gravi disturbi motori e ritardo mentale, dovuta alla gestosi della I meta di gravidanza.  Ecco il link per generalità sulla malattia: http://it.wikipedia....brale_infantile



"Davanti alle difficoltà non bisogna arrendersi. Al contrario devono stimolarci a fare sempre di più e meglio, a superare gli ostacoli per raggiungere i risultati che ci siamo prefissati."
Paolo Borsellino

GUTTA CAVAT LAPIDEM NON VI, SED SAEPE CADENDO

#20 silvano

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Inviato 26 October 2006 - 20:36:11


Visualizza messaggioRosa, su 1-Oct-2006 23:14, dice:

Sembra sia cosi dalla nascita'... gia' da 11,5 mesi quando ha comminciato a fare i primi passi con il piede destro aveva difficolta'... e se ho capito bene,la mamma aveva 17 anni...quando gli ha dato vita.

Non sono un medico ma...dubito che la soluzione sarebbe proprio l'operazione...boh...
La chirurgia ortopedica

La chirurgia ortopedica , come accennato in precedenza, interviene nella storia di un soggetto emiplegico quando le retrazioni muscolo-tendinee e le deformità articolari si sono instaurate in modo definitivo, compromettono significativamente le performance del soggetto o causano dolore e non possono essere trattate in altro modo.Nella maggior parte dei casi questo non succede nei primi anni di vita e la necessità di un intervento chirurgico nei soggetti emiplegici non è particolarmente frequente , rispetto agli altri quadri di paralisi cerebrale infantile. Le complicanze che più frequentemente richiedono un’ intervento chirurgico riguardano di solito le deformità dell’ anca, del ginocchio, del piede ed in età più avanzata a volte certi quadri di scoliosi progressiva. L’ intervento di chirurgia ortopedica è spesso multidistrettuale, deve essere preceduto da una valutazione globale del bambino e dei compensi adottati e dovrebbe essere comunque inserito nell’ ambito di un progetto riabilitativo multidisciplinare.

Infatti occorre ricordare che la chirurgia ortopedica non riguarda solo la correzione di un difetto o di una deformità, ma l’attività funzionale che l’individuo può esprimere attraverso un utilizzo più appropriato di quel segmento, di quell’apparato o di quel sistema.

La decisione di chi operare, di quando operare e di cosa operare spetta al riabilitatore, la decisione di come operare al chirurgo ortopedico (Ferrari A. 1996).

I principi che ispirano la progettazione di interventi chirurgici ortopedici nella PCI possono essere esemplificati a quattro diversi criteri di analisi (Ferrari A. 1996):

1. ANALISI DI SEGMENTO

La deformità deve essere in primo luogo analizzata nel segmento interessato; se è dovuta alla retrazione di un muscolo monoarticolare, il guadagno chirurgico investirà quella sola articolazione, mentre si tratta di muscoli biarticolari è probabile che la correzione avvenga contemporaneamente sulle diverse articolazioni interessate.

2. ANALISI DI APPARATO

L’analisi di segmento viene superata dall’analisi di apparato perché così si può stabilire la priorità, la misura e la logica delle correzioni richieste. Questa visione del problema è stata razionalizzata da Milani Comparetti e Poccianti sotto il termine di chirurgia multipla simultanea.

Nel bambino emiplegico ad esempio, il piede equino, inequivocabile deformità segmentaria, cambia di significato a seconda che a livello di apparato siano o meno presenti un ginocchio flesso o un’anca flessa irrisolvibili.

3. ANALISI DI SISTEMA

Benché un sistema è costituito dalla somma degli apparati che concorrono a realizzare una stessa attività, non sempre una deformità significativa a livello di segmento e di apparato resta tale a livello di sistema.

4. ANALISI DI FUNZIONE

La locomozione come funzione è qualcosa di più complesso che non una semplice successione di passi e comporta l’integrazione dell’attività di più sistemi (equilibrio, barestetica e cinestetica…).

Maggiori saranno i cambiamenti apportati allo schema, più difficile risulterà per il paziente riorganizzare la funzione. Alcuni cambiamenti imposti dalla chirurgia ortopedica possono risultare troppo impegnativi per il paziente per cui anziché ridurre le deformità finiscono per ridurre la funzione.

Un esempio di queste problematiche per quanto riguarda l’ emiplegia, ci viene fornito da Ferrari (1996) quando afferma che in un bambino emiplegico l’equinismo del piede, quando l’anca ed il ginocchio risultino in buona posizione, potrebbe non costituire una deformità così importante se l’arto plegico, a livello di sistema, non risultasse significativamente più corto del controlaterale. Infatti, almeno in parte, l’equinismo risulterebbe compensatorio dell’ipometria e come tale funzionalmente utile all’equilibrio del sistema, a meno che non si voglia correggere contemporaneamente anche l’ipometria (rialzando la scarpa, penalizzando la crescita dell’arto conservato, allungando l’arto plegico). In ogni caso, pareggiando la lunghezza degli arti inferiori, non "si pareggia" la capacità del paziente di utilizzarli. L’arto plegico resterà comuque meno abile, meno potente, meno controllabile.

La conservazione di una modesta ipometria potrebbe rivelarsi funzionalmente utile, specie durante la fase aerea del passo, evitando un contatto con il suolo eccessivamente precoce.

Va quindi ben accettata una dismetria tra gli arti e se manca potrebbe essere meglio inventarla agendo opportunamente sulle calzature, in quanto il bambino emiplegico deambula meglio quando l’arto plegico risulta leggermente più corto del controlaterale. Solo quando a livello di sistema l’equinismo sopravanza la dismetria funzionalmente utile, è bene procedere alla sua correzione chirurgica (Ferrari A. 1996).

Soprattutto nei primi anni di vita l’approccio ortopedico all’emiplegia si avvale, più che dell’intervento chirurgico, dell’utilizzo di ortesi.



"Davanti alle difficoltà non bisogna arrendersi. Al contrario devono stimolarci a fare sempre di più e meglio, a superare gli ostacoli per raggiungere i risultati che ci siamo prefissati."
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