Scappa in Moldavia con la figlia di 5 anni, assolta dall’accusa di sottrazione internazionale di minore
Il padre, rumeno di 48 anni, era tornato a casa dal lavoro e non aveva trovato più nessuno, così aveva sporto denuncia nei confronti della moglie. Sul loro rapporto l'ombra dei maltrattamenti[/color]
Foto di Ingela Skullman da Pixabay
Assolta perché il fatto non costituisce reato. Questo il pronunciamento del giudice Beatrice Purita nei confronti di V.Z., moldava di 40 anni, accusata di sottrazione internazionale di minori perché, nel novembre 2017, era scappata nel suo paese d’origine portando con sé la sua bambina, che all’epoca aveva 5 anni.
Il marito, camionista rumeno di 48 anni, era tornato a casa una sera dal lavoro, nella Bassa Bergamasca, e non aveva trovato più nessuno, né la donna né la piccola, imbarcatesi su un volo per la Moldavia senza avvertire nessuno.
Nella scorsa udienza aveva testimoniato la sorella della donna e aveva prodotto l’esito di una visita effettuata da V.R. al pronto soccorso nel 2015 che certificava un ematoma provocatole da “persona nota”, ovvero il marito, nel corso di una lite.
“Il documento risale a due anni prima rispetto ai fatti contestati e non vi è certezza alcuna che l’ecchimosi sia stata causata dal marito – ha dichiarato l’avvocato Ippolita Riva, che assiste il rumeno costituitosi parte civile -. Non c’è infatti nessuna denuncia di maltrattamenti o lesioni nei confronti del mio assistito. Chiedo quindi la condanna dell’imputata e il risarcimento del danno subito”.
Secondo il legale della 40enne invece, il certificato e la testimonianza della sorella dipingono un quadro fatto di violenze e di paura, che la donna non riusciva più a tollerare, tanto da darsi alla fuga insieme alla bambina. “La sorella è stata ospite un mese a casa dei coniugi e ci ha riferito di maltrattamenti e botte, di episodi in cui la donna veniva sbattuta fuori casa. Perché la signora ha scelto di tornare in Moldavia? Perché non ce la faceva più ed era talmente fuori dal tessuto sociale che ha chiesto aiuto alla parente anche solo per prenotare un volo aereo. Lei non ha voluto tornare in Italia nemmeno per difendersi a processo perché ha troppa paura del marito”.
L’avvocato ha chiesto al giudice di trasmettere gli atti del processo alla procura per valutare se indagare il 48enne per falsa testimonianza: “Sotto giuramento ha dichiarato che il loro era un rapporto senza particolari problemi, con normali liti, come succede in tutte le famiglie, ma la situazione che è emersa durante il dibattimento è ben diversa”.
Per questi motivi l’avvocato si è associato al pm nel chiedere l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato e il giudice ha accolto.
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