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Simion, morto nella betoniera a Cesena: un cuore solitario perché le sue radici erano in Moldavia

di Marco Patucchi

03 GENNAIO 2024 ALLE 18:03

Repubblica dedica uno spazio fisso alle morti sul lavoro. Una Spoon River che racconta le vite di ciascuna vittima, evitando che si trasformino in banali dati statistici. Vite invisibili e dimenticate. Nel nostro Paese una media di tre lavoratori al giorno non fa ritorno a casa e "Morire di lavoro" vuole essere un memento ininterrotto rivolto a istituzioni e politica fino a quando avrà termine questo "crimine di pace".


Donatella è una patologa. E’ toccato a lei, nel giro di poche ore, effettuare due autopsie medico-legali per spiegare le morti sul lavoro di Mohamed e di Simion. Due vite spezzate nello stesso fazzoletto di terra del Cesenate, due storie di chi ha cercato in Italia la vita migliore che le proprie radici non potevano garantire. Mohamed Shaitit è morto a 42 anni in un’azienda ortofrutticola di Gambettola per il ribaltamento del muletto che conduceva; Simion “Simone” Panco, 56 anni, è morto stritolato dalle pale interne di un camion betoniera che stava pulendo, nel piazzale della ditta di Pievesestina. La tragedia di Simone è la parabola della disperazione che c’è dietro ogni migrazione. Come raccontato dai cronisti locali, c’è voluto un intero giorno di ricerche e contatti telefonici per rintracciare la figlia di Panco in Moldavia, e poi per capire dove vivesse l’operaio in Romagna, perché era un lavoratore a chiamata del settore edile e nell’azienda della tragedia non avevano indicazioni sul suo indirizzo. Solitudini sconfinate mentre i cuori di chi ama i cacciatori di futuro battono altrove.


Simion, morto nella betoniera a Cesena: un cuore solitario perché le sue radici erano in Moldavia  la Repubblica