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La paura tedesca che Putin possa aggredire Moldavia e paesi baltici è un tantino esagerata (di G. Belardelli) - L'HuffPost


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Inviato 19 December 2023 - 18:45:00


La paura tedesca che Putin possa aggredire Moldavia e paesi baltici è un tantino esagerata  
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Per Alessandro Minuto-Rizzo, presidente della Nato Defense College Foundation, dietro gli allarmi non c'è un pericolo concreto ma un certo nervosismo per come sta andando la guerra. E soprattutto è un modo per invitare il governo della Germania "a spendere di più per la Difesa"
  • da Repubblica: alla Germania e alla Nato – questo il messaggio - restano “circa 5 o 8 anni” per difendersi dalla Russia; “alla fine del decennio” Putin potrebbe tornare all’attacco, e stavolta l’aggressione potrebbe riguardare direttamente un Paese della Nato. Secondo Kiesewetter, sentito da Repubblica, ai servizi segreti tedeschi Bnd risulta che la Russia abbia nel mirino “i Paesi Baltici e la Moldavia” secondo un copione già visto nel Donbass: agire “attraverso separatisti, movimenti autonomisti, milizie o presunti agenti di sicurezza chiamati ad ‘aiutare’ le minoranze russe”.




    È un scenario temuto dai governi di Lituania, Estonia e Lettonia, che con la Russia e la sua propaggine bielorussa condividono confini allo stesso tempo gelati e bollenti, come dimostra la guerra ibrida condotta - anche qui – sulla pelle dei migranti dalla Polonia alla Finlandia. Ed è uno scenario temuto soprattutto dalla Moldavia, che non essendo un Paese Nato è molto più vulnerabile alle incursioni russe, come ha denunciato il primo ministro moldavo Dorin Recean, secondo cui la mossa di Putin di semplificare il processo per l'ottenimento della cittadinanza russa da parte dei moldavi è "un tentativo di reclutare 'carne da cannone' per la guerra brutale e incomprensibile iniziata" da Mosca in Ucraina.


    Di fronte a quello che è un atteggiamento oggettivamente minaccioso di Mosca, i Paesi del fianco est della Nato chiedono da tempo un maggiore impegno da parte degli altri Stati europei, a cominciare dalla Germania. Ma questo non significa – secondo Minuto-Rizzo – che dietro questi allarmi ci sia un pericolo concreto; piuttosto, la necessità di Berlino di aumentare le spese per la Difesa e un certo nervosismo per una guerra che non sta andando secondo le aspettative più ottimistiche degli occidentali. "Queste dichiarazioni su ipotetiche minacce russe sono un po' il frutto dei tempi”, commenta l’ambasciatore, secondo cui “stiamo vivendo, in questo dicembre 2023, un momento di grande incertezza che favorisce questo tipo di uscite, a mio parere non tanto giustificate. Da una parte, abbiamo la guerra in Ucraina che è praticamente ferma. Siamo tornati alla Prima guerra mondiale, una guerra di trincea, a cui l'Occidente guarda con una punta di delusione, avendo sperato che l'Ucraina fosse un po' più avanti. Dall'altra parte, c'è il terrore crescente, anche tra gli analisti, che negli Stati Uniti ritorni al potere Donald Trump. Il senso di incertezza attraversa anche l'Europa, come vediamo nelle difficoltà a trovare un accordo sul Patto di stabilità o a sviluppare una politica di Difesa europea auspicata da tutti ma di fatto ancora per aria. Questo nervosismo è il clima ideale in cui ognuno può spararle come vuole, perché in fondo ogni scenario è aperto".
    Le dichiarazioni dei vertici della Difesa tedesca – prosegue Minuto-Rizzo – vanno probabilmente lette in chiave di politica interna. “Tendiamo ad avere un'immagine idealizzata della grande Germania, quando questa è ancora una Germania in cui la Bundeswehr, l'esercito tedesco, è male armata e ha pochi fondi; ci sono dichiarazioni del governo di aumento delle spese della difesa, ma questo si deve tradurre in capabilities e armamenti reali, e ancora non ci siamo. La stessa opinione pubblica tedesca è molto cosciente del fatto che il Paese è impreparato ad avere un ruolo importante, come in fondo tutti auspicano. Penso che queste dichiarazioni siano volte a incoraggiare il Paese, in sostanza, a spendere di più".
    Dopodiché c'è tutto l'enigma russo. La Russia è un Paese vincente o perdente? "Secondo me, da un punto di vista strategico è un Paese perdente. Innanzitutto, ha un'economia di guerra, buona per produrre cannoni ma che non fa progredire il Paese; sta diventando il junior partner della Cina; ha perso, a quanto si legge, 300mila uomini morti nelle trincee in Ucraina: non mi sembra che ci sia da cantare vittoria, se pensiamo che il piano di Putin del 24 febbraio 2021 era quello di occupare Kiev in tre giorni. Certamente le sanzioni non saranno così pesanti come pensavamo, ma ci sono e sulle alte tecnologie stanno mettendo in difficoltà i russi. La popolazione è in calo, molti sono scappati. Dal punto di vista strategico, la Russia non è un Paese del futuro".
    Il suggerimento del presidente della Nato Defense College Foundation è quello di stare in guardia dai rischi del catastrofismo. “Guardiamo a quello che è successo sul fronte dell’energia. La guerra in Ucraina non ha, come sembrava all'inizio, messo in crisi l'Europa occidentale. Non bisogna adesso entrare nel catastrofismo e dire: oddio, l'Ucraina ha perso e ha vinto la Russia. Non è così: tutto sommato, finora è andata abbastanza bene. Questo discorso ci dovrebbe indurre a due conclusion. 1) Continuare nella politica dell'Occidente che abbiamo seguito finora, quindi non cambiare: sarebbe sciocco, dopo tutta la fatica che abbiamo fatto, lasciar perdere proprio adesso. 2) Avere un po' più di ottimismo pensando che sì, la Russia ha tutte queste capacità militari più o meno vere, ma non ha nessuna convenienza né potenza tale, secondo me, da mettere davvero l'Occidente in ginocchio e da rappresentare una vera minaccia per la Nato. Detto questo, è auspicabile non farsi trovare impreparati”.






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