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#1 XCXC

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    TpX2MI

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    Medaglie








Inviato 22 February 2007 - 18:56:15


Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00666    
presentata da
ROBERTO MARONI    
martedì 20 febbraio 2007 nella seduta n.112
    
MARONI, ALESSANDRI, ALLASIA, BODEGA, BRICOLO, BRIGANDÌ, CAPARINI, COTA, DOZZO, DUSSIN, FAVA, FILIPPI, FUGATTI, GARAVAGLIA, GIBELLI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LUSSANA, MONTANI, PINI, POTTINO e STUCCHI. -

  Al Ministro della giustizia.

  - Per sapere - premesso che:
da quanto si apprende dalle notizie riportate dagli organi di stampa, il tribunale di Milano il 16 novembre 2006 ha considerato nullo il provvedimento con il quale l'ambasciata italiana a Islamabad si era rifiutata, ai fini del ricongiungimento familiare, di riconoscere un matrimonio avvenuto a distanza e per telefono;

il tribunale di Milano, sempre da quanto ci è dato sapere dalle notizie rese pubbliche dai mass media, ha giustificato in sentenza il suo parere, argomentando che nel Pakistan tale rito ha valore legale e, di conseguenza, tale condizione è sufficiente a rendere valida la richiesta di ricongiungimento familiare;

l'istituto matrimoniale nei Paesi islamici molto spesso è regolamentato e assume forme ben distanti da come viene riconosciuto e tutelato dal nostro ordinamento giuridico;

la sentenza emessa dal tribunale di Milano appare quantomeno originale, considerato che in molti Paesi di cultura islamica, ad esempio, è legale anche la poligamia, cosa che, però, non può o meglio non dovrebbe far presupporre la possibilità di richiedere il ricongiungimento familiare per più di una moglie;

è inaccettabile che nel nostro Paese, che da sempre rappresenta un esempio nel considerare la sacralità laica dell'istituto matrimoniale un valore imprescindibile, vengano riconosciute, anche se in forma surrettizia, aberrazioni tali da svilirne il suo significato -:
quali iniziative, anche normative, il Ministro interrogato intenda assumere per far sì che l'applicazione della legislazione nella materia in questione non comprometta la tutela dell'istituto matrimoniale, come riconosciuto dal nostro ordinamento giuridico. (3-00666)



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#2 XCXC

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  • Ambasadiani MIra
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    Medaglie








Inviato 22 February 2007 - 19:08:15


La risposta del Governo:

PRESIDENTE. L'onorevole Alessandri ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maroni n. 3-00666 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 12), di cui è cofirmatario.
Avverto che il ministro Mastella si è dovuto recare a Palazzo Chigi, in relazione agli sviluppi della situazione politica (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania - Commenti) e risponderà eccezionalmente all'interrogazione il ministro per le politiche per la famiglia, onorevole Bindi, considerata anche l'attinenza della materia.
Prego, onorevole Alessandri, ha facoltà di parlare. Le ricordo che ha a disposizione un minuto.

ANGELO ALESSANDRI. Signor Presidente, personalmente non accetto la risposta da parte dell'onorevole Bindi, perché, in questo momento, non sappiamo neanche se sia ancora ministro e dobbiamo attendere la conclusione del vertice per saperlo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia - Commenti)! Onestamente, credo che i rimpasti di Governo, di solito, richiedano qualche ora. Pensare che lei, ministro Bindi, sia già diventata ministro della giustizia mi spaventa anche un po', onestamente.
Quello affrontato nell'interrogazione è un tema talmente serio, riguardante una decisione del tribunale di Milano, che non mi sento, onestamente, di ricevere la risposta da parte del ministro Bindi, la quale se ne sta andando (Commenti)...

ANDREA GIBELLI. Vai, vai, vai... È proprio quello che devi fare, vattene!

ANGELO ALESSANDRI. Esattamente come il Governo: se ne va a casa!

ANDREA GIBELLI. È un'indecenza! È un'indecenza (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!

CARMEN MOTTA. Nella scorsa legislatura aveva sempre risposto Giovanardi!

PRESIDENTE. Onorevole Alessandri, le ricordo che ha ancora 16 secondi di tempo a disposizione. Prego i colleghi...

ANDREA GIBELLI. Vergognatevi!

PRESIDENTE. Prego i colleghi di fare silenzio e di lasciar concludere l'onorevole Alessandri.

ANGELO ALESSANDRI. Devo dire che la perplessità è grande, anche perché credo che abbiamo tutti imparato a leggere il giornale. Secondo Il Corriere della Sera che, tra l'altro, è un giornale che, di solito, riporta in modo molto preciso le vostre parole, il vicepremier D'Alema, ieri, ha dichiarato che se non c'era la maggioranza al Senato, se ne sarebbero andati tutti a casa (Deputati del gruppo Lega Nord Padania mostrano una copia de Il Corriere della Sera - Commenti)!

PRESIDENTE. Onorevole Alessandri, ha esaurito il tempo a sua disposizione.
Voglio ricordare che l'onorevole Bindi è ministro tuttora in carica e che la caratteristica, lo ripeto, delle interrogazioni a risposta immediata è quella di consentire a tutti i gruppi di interloquire con il Governo. Anche il suo gruppo, onorevole Alessandri, ha avuto questa possibilità. Come lei sa, nella precedente legislatura, normalmente era il ministro per i rapporti con il Parlamento che veniva in aula a rispondere. In questa legislatura, in sede di Ufficio di Presidenza, si è considerata la possibilità che ministri appartenenti allo stesso gabinetto potessero eccezionalmente rispondere in luogo dei colleghi. Per questa ragione...

ANDREA GIBELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori!

PRESIDENTE. No, non c'entra l'ordine dei lavori. L'ordine dei lavori, come lei sa,

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onorevole Gibelli, per questa seduta è prestabilito, e non è sub iudice. Quindi, adesso...

ANDREA GIBELLI. Ci sono dei precedenti!

PRESIDENTE. No, onorevole Gibelli, non ci sono.

ANDREA GIBELLI. Non è così!

PRESIDENTE. Onorevole Gibelli, la prego di consentire la prosecuzione...

ANDREA GIBELLI. Basta convocare la Conferenza dei capigruppo!

PRESIDENTE. Capisco che lei stia utilizzando la diretta televisiva, ma la prego di consentire la conclusione dei lavori. Non mi costringa a sospendere la seduta perché, a questo punto, sarebbe una sospensione definitiva e priverebbe...

ANDREA GIBELLI. Non è possibile cambiare il ministro in corso!

PRESIDENTE. ...i colleghi di Forza Italia della possibilità di interloquire con il Governo (Commenti).
Il ministro per le politiche per la famiglia, Rosy Bindi, ha facoltà di rispondere.

ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. Signor Presidente, mi consenta, però - anche se questa espressione in bocca mia è un po' insolita! -, poiché chi ci ascolta non ha capito cosa volevano gli interroganti, di lasciare agli atti...

PRESIDENTE. Ministro, lei non può lasciare agli atti... C'è la diretta televisiva e lei deve dare lettura del testo della risposta (Commenti).

ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. Va bene. Rubo un secondo per far capire ciò che è successo, perché (Commenti)...

PRESIDENTE. Proceda, onorevole ministro, per cortesia.

ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. Ricostruisco anzitutto i fatti, così anche chi ci segue capisce.
L'ambasciata d'Italia ad Islamabad ha rigettato l'istanza di visto per ricongiungimento familiare presentata dalla cittadina pakistana Samara Zahid, con la motivazione che il matrimonio contratto per telefono con il signor Chatta Zahid Mushtaq, anch'egli cittadino pakistano, residente in Italia, non è conforme al nostro ordinamento. Il marito dell'interessata ha proposto ricorso avverso il provvedimento dinanzi al tribunale di Milano che, con ordinanza dello scorso 1o febbraio, ha annullato il provvedimento dell'ambasciata.
Devo aggiungere che, in un caso analogo, il Ministero degli affari esteri aveva recentemente proposto dinanzi alla Corte di cassazione un ricorso avverso un decreto della corte d'appello di Brescia con cui era stato accolto il ricorso di un cittadino pakistano, Rassol Shaid, il quale aveva anch'egli contatto matrimonio in Pakistan via telefono. La Corte di cassazione, con sentenza n. 2055, del 22 settembre 2006, rigettò tale ricorso, ritenendo che lo stato di coniuge debba essere affermato ove il matrimonio sia contratto «nella forma e nelle attestazioni dell'ordinamento di provenienza dei coniugi». In effetti, i limiti posti dalle norme fondamentali del nostro ordinamento al riconoscimento di statuti giuridici diversi sono individuati soltanto nel contrasto con i principi generali dell'ordinamento giuridico italiano e con il buon costume. Con una decisione il cui merito non può essere sindacato in sede politica né amministrativa, i giudici hanno ritenuto che non realizza un tale contratto il caso del matrimonio tra i cittadini pakistani cui si fa riferimento. In effetti, il tribunale di Milano ha fatto applicazione dei principi che regolano i rapporti tra legge nazionale ed internazionale e, in particolare, dell'articolo 28 della legge 31 maggio 1995, n. 218, di riforma del sistema italiano di diritto

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internazionale privato, il quale riconosce la validità del matrimonio quando esso è considerato valido dalla legge del luogo di celebrazione o dalla legge nazionale di almeno uno dei coniugi.
D'altra parte, ricordo che per molti decenni il matrimonio per procura ha costituito una tipica forma matrimoniale utilizzata dagli emigrati italiani. Nel caso di specie, siamo di fronte ad una modalità più moderna, che vuole superare gli stessi ostacoli ed intende realizzare le stesse finalità del matrimonio per procura.
In definitiva, all'autorità amministrativa italiana non spetta un sindacato sulle forme stabilite dalla legge straniera per la celebrazione di un matrimonio valido a tutti gli effetti di legge, dovendosi limitare il suo intervento ad un mero controllo sulla reale sussistenza delle condizioni previste dalla legge straniera.

PRESIDENTE. Signor ministro, la prego di concludere.

ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. Tutto ciò non ha niente a che vedere con la poligamia, che preoccupava molto l'onorevole interrogante. Aggiungerei, in qualità di ministro per le politiche per la famiglia, che ho trovato davvero singolare che i difensori del matrimonio, quali si sono dichiarati, in questi giorni, gli interroganti, siano così preoccupati per un altro matrimonio che si è celebrato, ancorché in via telefono, nel nostro paese (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Comunisti Italiani e Verdi)!

PRESIDENTE. L'onorevole Alessandri ha facoltà di replicare.

ANGELO ALESSANDRI. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Bindi per aver saputo leggere la risposta confezionata dal ministro della giustizia, onorevole Mastella. Sarebbe bastato anche un funzionario, forse, per far questo.
Devo dire che l'argomento è, in effetti, molto serio. Però, se cominciamo ad accettare il matrimonio per telefono credo che, poi, il passo successivo potrebbe essere anche quello del voto degli extracomunitari per telefono e, magari, del divorzio via SMS e della patente di guida via play station! Allora, perché non accettare le dimissioni del Governo a mezzo stampa? Era questo che chiedevo, cioè sapere se siate ancora in carica come ministri, se questo Governo abbia ancora un senso (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e Alleanza Nazionale) oppure se, nel conclave di Palazzo Chigi, si stia decidendo qualcos'altro!
Mi è stato ricordato, in precedenza, che Umberto Bossi, anni fa, a Pontida, utilizzò un'espressione che rende l'idea e che rivolgo, non a lei, ma a D'Alema: un uomo si riconosce anche quando, data la propria parola, la mantiene. D'Alema, ieri, ci ha fatto una promessa, ci ha fatto sognare. Rispondendo ad un giornalista che gli domandava se, nel caso non avessero ottenuto la maggioranza, quest'oggi, al Senato, sarebbero andati tutti a casa, egli ha risposto di sì, assolutamente, trattandosi di un fatto di rilevanza costituzionale. Allora, lei, che sta ancora giocando a fare il ministro, ci dica perché non se ne va a casa, così come il suo vicepremier l'ha invitata a fare, su il Corriere della Sera di oggi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e Alleanza Nazionale)!


ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. Perché ci interrogate, allora? Se non siamo più in carica, perché ci interrogate?

ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. Bindi, a casa!

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. A casa!

ANGELO ALESSANDRI. Questo è il vero problema!
Per quanto ci riguarda, la nostra contrarietà al «foglietto», alla velina che lei ha appena letto è totale, visti gli SMS e le telefonate che stanno arrivando da

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parte della gente perbene, che sta esultando perché, finalmente, dovete andarvene a casa!

ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. Calma, calma!

ANGELO ALESSANDRI. Noi siamo con loro! Se questo vale per il matrimonio, vale anche per le vostre dimissioni! Governo, a casa! Anzi, utilizzando una frase pronunciata in questa Assemblea, qualche anno fa, aggiungo: Napolitano, cucù! Questo Governo non c'è più (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e Alleanza Nazionale)!



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