Moldova: un viaggio nella religione ortodossa fra chiese e monasteri
La religione ortodossa è l’asse portante della società in Moldova, un pilastro che poggia su 1700 chiese e monasteri sparsi per il piccolo paese affrancatosi dalla dominazione sovietica nel 1991.
Il Mănăstirea Curchi, fondato dal monaco Curchi nel 1773 è monastero ortodosso, costruito dapprima in legno per poi lasciare il posto, nella prima decade del XIX secolo, a nuove costruzioni in pietra.
Il monaco che ci accoglie fa riferimento a un detto ortodosso che ben spiega l’attitudine del Paese: «Cambia prima te stesso, poi vedrai che anche gli altri cambieranno». E’ di certo uno dei monasteri più grandi della Moldova, con 30 monaci e rappresenta un bell’esempio architettonico realizzato sotto la guida dell’architetto italiano Bartolomeo Rastelli in stile barocco classico. Fino alla seconda Guerra Mondiale ospitava due scuole, poi chiuse dal regime sovietico, a causa delle pesanti tasse imposte ai luoghi di culto. Furono confiscati i terreni e i beni artistico religiosi che probabilmente finirono in Russia e Romania.
Nel 1961 subì l’ennesima onta, venendo trasformato in ospedale psichiatrico per poi essere nuovamente convertito all’esercizio della religione nel 2006, con un’opera di restauro, oggi terminata.
I 30 monaci che qui risiedono sono autosufficienti grazie alle donazioni e variano dai 92 anni del decano ai 25 del novizio.
Spostandosi nel complesso archeologico di Orheiul Vechi, anch’esso a una sessantina di km a nord della capitale Chisinau, si apprezza il luogo dove si trova: all’interno di un canyon dalla rara bellezza. Fra tutti i monumenti che si possono visitare in quest’area spicca il monastero scavato nella roccia viva dai monaci del tempo, per sfuggire alle razzie dei tartari. Qui, nella roccia, sono state scavate le celle dei monaci cui si accedeva per un pertugio che si apriva in una caverna attrezzata a chiesa e che dava su uno strapiombo sul fiume Dnestr. A tutt’oggi il monastero è gestito da un anziano monaco che accoglie con austero e silente sussiego gli ospiti di passaggio, che lasciano una moneta negli incavi di roccia affinchè il oro desiderio si avveri.