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Imprese, fuga dalla Romania «europea»


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Questa discussione ha avuto 7 risposte

#1 Tati

Tati

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    - Laureata in Scienze Sociale alla Pontificia Università “Angelicum” di Roma, FASS.
    - Mediatore Interculturale e religioso. Volontaria UNICEF.
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    Tatiana Nogailic
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    Medaglie


Inviato 04 January 2007 - 09:37:09


Preoccupa la crescita dei costi di produzione, salari in testa.
Prossimi obiettivi: Moldova e Ucraina. Crescono però servizi bancari e immobiliari

Imprese, fuga dalla Romania «europea»

L’ingresso nell’Ue spaventa le aziende trevigiane: «Guardiamo già altrove»



TREVISO. «La Romania? Per la nostra azienda non è più conveniente. Noi ci stiamo già guardando attorno per andare da qualche altra parte, a cominciare dall’Ucraina». Cara Romania, è stato bello: arrivederci. E’ questo l’addio che molte imprese trevigiane stanno pensando di dare al Paese balcanico. L’ingresso di Bucarest in Europa dà denifitivamente la spallata al «vecchio» concetto di delocalizzazione, migrazione della fabbrica alla ricerca dei bassi costi di manodopera. Il 2007 ha aperto alla Romania le porte dell’Ue, e ora il suo allineamento agli standard europei (compresi i salari dei lavoratori) sarà progressivo e inarrestabile. I motivi di appeal che hanno fatto di Timisoara l’ottava provincia veneta, insomma, vengono scardinati.
Le imprese trevigiane, almeno quelle per le quali la Cina rimane una montagna troppo alta, ora mirano più a est in Europa. Un esempio: la Gaerne di Maser. L’azienda, che realizza stivali da moto, da due anni ha spostato la fase di orlatura in Romania, affidandola a un terzista. «Siamo tra gli ultimi arrivati, perché in Romania ci sono aziende trevigiane presenti da oltre dieci anni - dice Ernesto Gazzola, titolare dell’azienda - ma ora stiamo già facendo le valigie: i costi li abbiamo visti crescere in maniera sostenuta in questi due anni, di circa il 12-15%. Dopo l’ingresso in Europa, credo che questo passo di crescita si faccia più spedito: a questo punto, siamo costretti a spostarci». Verso dove? «Abbiamo un paio di trattative in corso, andremo verso est. Ucraina, o comunque ci avviciniamo alla Russia». Cina e India? «Troppo lontane e troppo impegnative per un’azienda piccola come la nostra - dice Gazzola, che a Maser dà lavoro a circa 50 persone - metteremo su un’unità nostra in Europa dell’est. L’ingresso della Romania nell’Ue, alla fine, per me ha più conseguenze negative che positive».
L’idea della «fuga», insomma, frulla in testa. A tenere piantata l’àncora dovranno essere le aziende più grosse, centro di gravità per una serie di attività collegate. Per esempio, nomi come Geox e Stonefly per il settore della calzatura, che comprende tomaifici e produttori di suole. Ma a frenare la «diaspora» imprenditoriale dovrà essere anche la politica, sennò saranno guai. «Il governo del Paese dovrà essere in grado di mantenere i capitali in Romania - dice Andrea Cunial, titolare dell’omonima azienda di Cavaso del Tomba che produce sottopiedi e contrafforti per calzature - perché altrimenti i costi crescono e le aziende scappano». Anche voi? «Ci stiamo pensando, vediamo - dice Cunial - indubbiamente Moldova e Ucraina sono i prossimi sbocchi. La direzione è quella, anche se per aziende piccole come la nostra sarebbe prematuro, in questo momento». Per il titolare dela Cunial, 30 dipendenti a Cavaso e 60 a Timisoara, l’ingresso della Romania in Europa insomma «non porta grossi cambiamenti, perché certe tendenze sono in atto da tempo. Oggi - dice Cunial - un operaio a Timisoara ha un costo lordo per noi di circa 360-400 euro, a Treviso siamo sopra i 2.000. E in Ucraina scendiamo a 120-130, per questo dico che la prossima frontiera è lì».
C’è il rischio di avere la proverbiale fabbrica con le ruote, che colonizza un territorio e lo abbandona quando non è più fertile dal punto di vista del costo della manodopera? Solo per alcuni comparti del manifatturiero, secondo Franco Antiga, vicepresidente di Veneto Banca e presidente della controllata Banca Italo Romena. «Per chi cerca solo il basso costo della manodopera - dice Antiga - l’ingresso della Romania in Europa porta certamente degli svantaggi. Per chi cerca la filiera e il mercato di sbocco, però, sono più i vantaggi dei rischi. Crescerà il mercato, cresceranno i servizi, da quelli immobiliari a quelli bancari. Come Veneto Banca puntiamo al raddoppio delle filiali in Romania entro due anni, portandole a 20». E anche sul rischio dell’aumento dei costi, secondo Antiga, non ci saranno traumi. «Sarà un processo graduale, in parte già in corso. L’ingresso in Europa fa da acceleratore».

(03 gennaio 2007)



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I SOLDI SI DEVONO FAR PERDONARE!
NON Cè PACE PER I GIUSTI!

#2 silvano

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    Medaglie




Inviato 04 January 2007 - 13:16:59


Visualizza messaggioTati, su 4-Jan-2007 11:37, dice:

«Ci stiamo pensando, vediamo - dice Cunial - indubbiamente Moldova e Ucraina sono i prossimi sbocchi. La direzione è quella, anche se per aziende piccole come la nostra sarebbe prematuro, in questo momento».

(03 gennaio 2007)
Ecco perchè Bruxelles ha abassato le sbarre davanti alla Moldavia nel suo cammino verso l'Europa Unita... Tutto diventa chiaro.



"Davanti alle difficoltà non bisogna arrendersi. Al contrario devono stimolarci a fare sempre di più e meglio, a superare gli ostacoli per raggiungere i risultati che ci siamo prefissati."
Paolo Borsellino

GUTTA CAVAT LAPIDEM NON VI, SED SAEPE CADENDO

#3 Guest_Piekny_*

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Inviato 04 January 2007 - 15:12:48


chissà un giorno, andando sempre più ad Est i nostri imprenditori arriveranno in America....


#4 XCXC

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Inviato 04 January 2007 - 15:57:15


e' ovvio che chi rincorre manodopera a basso costo valuti altro...

queste aziende sono "imprese" per modo di dire...

io le conosco benissimo... spesso sono condotte da "imprenditori" ignoranti che lavorano come muli.... acquistano la Cayenne o la Hammer... ma non mettono un cent per la ricerca...

spesso nemmeno un sito web hanno... e nei loro uffici consumano piu' carta del Comune di Monaco di Baviera...

Sono aziende paragonabili alle aziende cinesi... cioe'  lavorano conto terzi...

in pratica uno scalino in piu' di un calzolaio... i classici operai che invece di "stare sotto padrone" hanno aperto una partita iva...

sono imprenditori di prima generazione... quindi un po' "gasati" della loro posizione.

Se li senti parlare... dicono che e' meglio che il figlio lavori in azienda e non vada a studiare...

Da un paio d'anni pero' si sono presi una mazzata... si sono accorti che il figlio e' un ignorante piu' dell'operaio che viene dall'est...

Se a questo ci mettiamo gli avvicendamenti familiari la situazione e' davvero ridicola...

L'Italia era ed e' ancora la Cina d'Europa... soprattutto a nord-est (anzi direi Veneto perche' Emilia, Friuli e Trentino sono situazioni moooolto diverse)

Vi sono comunque moltissime aziende davvero capaci e leader mondiali...

Fuggiranno certo dalla Romania questi... ma altri vi approderanno...

sono sicuro che in Romania arriveranno moltissimi tedeschi ed anche qualche italiano...



.


#5 mariaico

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Inviato 04 January 2007 - 21:31:48


Niente di nuovo sotto il sole...

E' da più di un anno che ho scritto che la Moldavia nel 2006 sarà invasa dalle aziende italiane che si sposteranno non appena la Romania entra nella UE.
Era già nell'aria da tempo.
Molte aziende hanno aperto le loro fabbriche ai confini rumeni con la moldavia per avere manodopera frontaliera.

Business is business



NON TIMEO CULICES Innamorato degli alberi e delle nuvole, osservatore incantato ma lucido della vita degli uomini e degli animali, Mariaico, vagabondo senza patria alla ricerca della patria, incarna la sete di conoscenza di se stesso. (Trilussa)

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#6 Guest_Piekny_*

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Inviato 04 January 2007 - 22:42:16


Visualizza messaggioXCXC, su 4-Jan-2007 15:57, dice:

e' ovvio che chi rincorre manodopera a basso costo valuti altro...

queste aziende sono "imprese" per modo di dire...

io le conosco benissimo... spesso sono condotte da "imprenditori" ignoranti che lavorano come muli.... acquistano la Cayenne o la Hammer... ma non mettono un cent per la ricerca...

spesso nemmeno un sito web hanno... e nei loro uffici consumano piu' carta del Comune di Monaco di Baviera...

Sono aziende paragonabili alle aziende cinesi... cioe'  lavorano conto terzi...

in pratica uno scalino in piu' di un calzolaio... i classici operai che invece di "stare sotto padrone" hanno aperto una partita iva...

sono imprenditori di prima generazione... quindi un po' "gasati" della loro posizione.

Se li senti parlare... dicono che e' meglio che il figlio lavori in azienda e non vada a studiare...

Da un paio d'anni pero' si sono presi una mazzata... si sono accorti che il figlio e' un ignorante piu' dell'operaio che viene dall'est...

Se a questo ci mettiamo gli avvicendamenti familiari la situazione e' davvero ridicola...

L'Italia era ed e' ancora la Cina d'Europa... soprattutto a nord-est (anzi direi Veneto perche' Emilia, Friuli e Trentino sono situazioni moooolto diverse)

Vi sono comunque moltissime aziende davvero capaci e leader mondiali...

Fuggiranno certo dalla Romania questi... ma altri vi approderanno...

sono sicuro che in Romania arriveranno moltissimi tedeschi ed anche qualche italiano...

la descrizione dell'italiano medio (mediocre) imprenditore è da incorniciare.


#7 Rosa

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Inviato 07 January 2007 - 16:00:50


Visualizza messaggioTati, su 4-Jan-2007 09:37, dice:

Preoccupa la crescita dei costi di produzione, salari in testa.
Prossimi obiettivi: Moldova e Ucraina. Crescono però servizi bancari e immobiliari

Imprese, fuga dalla Romania «europea»

L’ingresso nell’Ue spaventa le aziende trevigiane: «Guardiamo già altrove»



TREVISO. «La Romania? Per la nostra azienda non è più conveniente. Noi ci stiamo già guardando attorno per andare da qualche altra parte, a cominciare dall’Ucraina». Cara Romania, è stato bello: arrivederci. E’ questo l’addio che molte imprese trevigiane stanno pensando di dare al Paese balcanico.

E certo...mica dovra' essere brutto fare soldi cosi...facile?Addio!



L’ingresso della Romania nell’Ue, alla fine, per me ha più conseguenze negative che positive».molto bene :laugh:


(03 gennaio 2007)








Connettere internet cuore e cervello prima di scrivere!! (Franangy)

#8 sergio3

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Inviato 07 January 2007 - 16:30:11


Visualizza messaggioXCXC, su 4-Jan-2007 15:57, dice:

e' ovvio che chi rincorre manodopera a basso costo valuti altro...

queste aziende sono "imprese" per modo di dire...

io le conosco benissimo... spesso sono condotte da "imprenditori" ignoranti che lavorano come muli.... acquistano la Cayenne o la Hammer... ma non mettono un cent per la ricerca...

spesso nemmeno un sito web hanno... e nei loro uffici consumano piu' carta del Comune di Monaco di Baviera...

Sono aziende paragonabili alle aziende cinesi... cioe'  lavorano conto terzi...

in pratica uno scalino in piu' di un calzolaio... i classici operai che invece di "stare sotto padrone" hanno aperto una partita iva...

sono imprenditori di prima generazione... quindi un po' "gasati" della loro posizione.

Se li senti parlare... dicono che e' meglio che il figlio lavori in azienda e non vada a studiare...

Da un paio d'anni pero' si sono presi una mazzata... si sono accorti che il figlio e' un ignorante piu' dell'operaio che viene dall'est...

Se a questo ci mettiamo gli avvicendamenti familiari la situazione e' davvero ridicola...

L'Italia era ed e' ancora la Cina d'Europa... soprattutto a nord-est (anzi direi Veneto perche' Emilia, Friuli e Trentino sono situazioni moooolto diverse)

Vi sono comunque moltissime aziende davvero capaci e leader mondiali...

Fuggiranno certo dalla Romania questi... ma altri vi approderanno...

sono sicuro che in Romania arriveranno moltissimi tedeschi ed anche qualche italiano...

Sono anch'io pienamente d'accordo su quello  che affermi:  1 € speso in ricerca equivalgono a 100 €  fra qualche anno.--Loro vogliono tutto e subito non capendo la debolezza che si vanno a creare.



Io non mi sento italiano, voglio resistere e insorgere





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