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I bambini nati in Italia saranno italiani, trovata l’intesa in Parlamento


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#1 XCXC

XCXC

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Inviato 01 October 2015 - 00:32:54


I bambini nati in Italia saranno italiani, trovata l’intesa in Parlamento



I bambini nati nel nostro Paese da genitori stranieri saranno presto italiani. La riforma della cittadinanza è sempre più vicina. Il percorso della proposta di legge sullo ius soli procede senza incidenti a Montecitorio, e tra pochi giorni il provvedimento arriverà in Aula. Gli ultimi nodi sono stati sciolti in commissione Affari Costituzionali, dove Partito democratico e Area Popolare, insieme a Scelta Civica, Per l'Italia e Sinistra Ecologia e Libertà hanno raggiunto un accordo. Resta la posizione contraria della Lega Nord. Ieri il Carroccio aveva presentato 150 emendamenti con l’obiettivo di rallentare i lavori. Un ostruzionismo contro quello che viene definito “suicidio etnico” che oggi è stato abbandonato, in attesa del passaggio in assemblea.

Intanto il provvedimento prende forma. Il testo base nasce da oltre 20 proposte di legge depositate alla Camera dall'inizio della legislatura. Una modifica alla legge 91/1992 - la relatrice è la deputata dem Marilena Fabbri - con l’obiettivo di superare il principio dello ius sanguinis e la possibilità di ottenere la cittadinanza solo attraverso la discendenza. Se la riforma sarà approvata cambierà tutto. Molti dei bambini nati sul nostro territorio da genitori stranieri potranno essere italiani. Il nuovo accordo rivede in parte i requisiti necessari. Il testo base prevedeva l’acquisizione della cittadinanza per i minori nati in Italia, purché uno dei genitori fosse legalmente residente nel nostro Paese da almeno cinque anni e senza interruzioni.

Oggi la norma è stata leggermente modificata per venire incontro alle richieste del Nuovo Centrodestra. Stando all'emendamento presentato dalla deputata Dorina Bianchi, il genitore residente dovrà essere in possesso del permesso di soggiorno Ue di lungo periodo. Ma per chi ha già presentato la relativa istanza prima della nascita del figlio sarà sufficiente avere raggiunto i requisiti per l’ottenimento del documento. Restano i cinque anni di permanenza, insomma, ma bisognerà anche dimostrare di avere un “alloggio idoneo” e la disponibilità di un reddito.


Se la riforma sarà approvata cambierà tutto. Molti dei bambini nati sul nostro territorio da genitori stranieri potranno essere italiani

Il procedimento per diventare italiani è rapido, ma non automatico. La cittadinanza potrà essere acquisita solo per scelta. Come prevede la riforma, dovrà essere uno dei genitori a presentare una dichiarazione di volontà presso l'ufficiale dello stato civile del comune di residenza del minore. Non solo. Una volta diventato adulto, il diretto interessato potrà anche rinunciare. «Entro due anni dal raggiungimento della maggiore età - recita il testo base - l'interessato può rinunciare alla cittadinanza italiana se in possesso di altra cittadinanza». Italiani sì, ma solo per convinzione.

Ancora. La norma all’esame di Montecitorio non riguarda solo i bambini nati nel nostro Paese. Potranno diventare italiani anche i bambini nati all’estero, purché entrati nel nostro territorio entro i dodici annidi età. Il testo base prevedeva come unico requisito la frequenza scolastica per almeno cinque anni. Lo ius culturae. Un emendamento di scelta Civica approvato oggi in commissione specifica che, in caso di iscrizione alla scuola primaria, sarà necessario ottenere anche la licenza elementare. Non sarà sufficiente, insomma, la semplice partecipazione ai corsi.

Dopo almeno due anni di discussione, la riforma arriva a un punto di svolta. Soddisfatti i deputati del Partito democratico e di Area Popolare, mentre i colleghi di Sinistra Ecologia e Libertà e del gruppo Per l’Italia-Centro democratico lamentano un compromesso al ribasso. Entrambi avrebbero voluto estendere le norme sulla cittadinanza anche agli adulti. Eppure, fanno sapere dalla maggioranza, solo l’intesa raggiunta in commissione permetterà di arrivare a una rapida approvazione. Sia a Montecitorio - dove il provvedimento è atteso in Aula per il 28 settembre - che a Palazzo Madama, dove il peso del Nuovo Centrodestra è determinante. «Di questa legge c'è bisogno - racconta in Transatlantico l’esponente di Sel Celeste Costantino - Anche per questo abbiamo accettato un accordo al ribasso». Sinistra Ecologia e Libertà voterà a favore. «Ma se in Aula qualcuno proverà a fare ulteriori modifiche - continua la deputata - decideremo se confermare la nostra posizione. Questa riforma è necessaria, ma non può essere ulteriormente svuotata della sua efficacia». D’accordo il collega Gian Luigi Gigli, del gruppo Per l’Italia. «In questi ultimi giorni avevamo cercato di riaprire la partita -racconta - E di estendere le norme sulla cittadinanza anche agli adulti. Ma la maggioranza ha preferito di no. Per noi è un'occasione persa».

Resta contraria la Lega Nord. Ieri tutti i deputati del gruppo hanno partecipato alla seduta della commissione per provare a rallentare i lavori. «Siamo in trincea - aveva spiegato il rappresentate del Carroccio Cristian Invernizzi - con il Pd al governo il Paese rischia di soffocare d’immigrazione». Contrario anche il gruppo di Forza Italia, dove pure convivono diverse sensibilità. Ma la vera sorpresa è la posizione dei Cinque Stelle. Inizialmente i grillini avevano dimostrato una certa freddezza verso il provvedimento, considerato “non una priorità”. Eppure in commissione gli esponenti pentastellati hanno deciso di non presentare alcun emendamento. «In linea di massima siamo favorevoli al testo - racconta in un corridoio di Montecitorio il deputato Danilo Toninelli - che è molto simile a una nostra proposta di legge precedentemente depositata». Un’apertura di credito verso la riforma, non verso il Partito democratico. «Siamo sicuri che nel passaggio al Senato - continua il grillino - il testo sarà svuotato o insabbiato». Con ogni probabilità l’ultima parola spetterà ai militanti. Secondo alcune indiscrezioni, infatti, la prossima settimana gli iscritti al Movimento Cinque Stelle potrebbero essere chiamati ad esprimersi sulla riforma con una votazione online.



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#2 XCXC

XCXC

    TpX2MI

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Inviato 10 October 2015 - 00:57:56


Cittadini italiani, ma solo se promossi a scuola

Nel DL sullo Ius soli una novità che stopperebbe l'acquisizione del diritto di cittadinanza nel caso in cui non si riesca a "concludere positivamente" il ciclo scolastico primario


Immagine inviata


ROMA - Niente cittadinanza italiana per i minori stranieri bocciati alla scuola elementare. Il disegno di legge sullo ius soli  -  l'acquisizione della cittadinanza italiana per i cittadini stranieri nati nel nostro Paese  -  dopo l'esame in commissione Affari costituzionali, ieri è nuovamente approdato alla Camera. Ma con una novità che ha fatto saltare dalla sedia la deputata ex Scelta civica, ora approdata al raggruppamento Per l'Italia-Centro democratico, Milena Santerini, secondo la quale "non si può vincolare la cittadinanza al conseguimento di una promozione scolastica". Il testo della legge di iniziativa popolare presentato a Montecitorio nel 2013 non conteneva questo vincolo considerato odioso dalla deputata che è anche presidente dell'Alleanza parlamentare contro l'intolleranza e il razzismo presso il Consiglio d'Europa.  

L'emendamento. Ma un emendamento in commissione ha stabilito che "il minore straniero nato in Italia o che vi ha fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età che, ai sensi della normativa vigente, ha frequentato regolarmente, nel territorio nazionale, per almeno cinque anni, uno o più cicli presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale triennale o quadriennale idonei al conseguimento di una qualifica professionale, acquista la cittadinanza italiana". Se però la "frequenza riguarda il corso di istruzione primaria, è altresì necessaria la conclusione positiva del corso medesimo". In altre parole, occorre essere stati promossi.

Lo sforzo di condivisione. Per la Santerini "è giusto considerare la scuola come requisito per esercitare la cittadinanza", ma "non deve essere posto come obbligo il successo obbligatorio in un corso di studi". "Gli alunni immigrati  -  conclude la deputata  -  fanno già un grande sforzo di condivisione della cultura del nuovo paese e sono molto motivati allo studio, anche se parlano un'altra lingua e vengono da altri mondi. Quello che conta è la partecipazione al progetto di integrazione nel nuovo paese". La questione della cittadinanza per gli stranieri nati in Italia riguarda circa 400mila bambini e studenti. Perché oltre metà degli 802mila alunni censiti come stranieri  -  secondo la legge vigente dello ius sanguinis, che assegna la cittadinanza italiana ai nati da cittadini italiani  - in realtà sono nati nel Belpaese. Si tratta di piccoli e giovani che parlano perfettamente il dialetto degli angoli più nascosti d'Italia. Ma che per la legge sono stranieri ugualmente.

In ritardo 19 bambini su 100. Per svincolare il conferimento della cittadinanza italiana alla promozione, la Santerini ha annunciato la presentazione di un emendamento che cancellerebbe il vincolo imposto in commissione Affari costituzionali. Perché se è vero che metà degli alunni "stranieri" sono nati in Italia è anche vero che gli alunni stranieri mostrano nel percorso scolastico di incontrare più difficoltà rispetto ai compagni italiani. L'ultima pubblicazione del ministero dell'Istruzione sugli alunni con cittadinanza non italiana sottolinea infatti che all'età di dieci anni  -  cioè all'elementare  -  19 bambini stranieri su cento sono già in ritardo rispetto al percorso regolare degli studi. E per questi la cittadinanza verrebbe stoppata dal conseguimento della licenza elementare



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#3 Rick

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Inviato 10 October 2015 - 13:42:59


cioè fatemi capire

in sostanza ci vorrebbero cmq 10 anni per avere la cittadinanza ?

(non ho letto l'articolo, ammetto )



Immagine inviata


#4 XCXC

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Inviato 14 October 2015 - 00:43:44


la cittadinanaza sara' concessa in due casi:

1) ai figli di genitori (di cui almeno almeno uno) con carta di soggiorno (pdls EU)

2) ai minori nati o arrivati in Italia prima di 12 anni e che abbiano concluso un ciclo scolastico


letto cosi' nn mi convince affatto... perche' se un extraEU ha la carta di soggiorno puo' "importare" figli minori nati e vissuti altrove e chiederne la cittadinanza!!!

Spero che nn sia cosi' altrimenti farebbe veramente schifo la soluzione!



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#5 XCXC

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Inviato 14 October 2015 - 00:47:35


Visualizza messaggioXCXC, su 14 October 2015 - 00:43:44, dice:

la cittadinanaza sara' concessa in due casi:

1) ai figli di genitori (di cui almeno almeno uno) con carta di soggiorno (pdls EU)

2) ai minori nati o arrivati in Italia prima di 12 anni e che abbiano concluso un ciclo scolastico


letto cosi' nn mi convince affatto... perche' se un extraEU ha la carta di soggiorno puo' "importare" figli minori nati e vissuti altrove e chiederne la cittadinanza!!!

Spero che nn sia cosi' altrimenti farebbe veramente schifo la soluzione!

no, sembra che anche nel primo caso devono essere nati in Italia

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LO IUS SOLI TEMPERATO
Saranno cittadini italiani per nascita i figli, nati nel territorio della Repubblica, di genitori stranieri almeno uno dei quali abbia un permesso di soggiorno Ue di lungo periodo. Servirà la dichiarazione di volontà di un genitore, o di chi ne esercita la responsabilità, all’ufficiale dello stato civile del Comune di residenza del minore, entro il 18esimo anno. In assenza di questa dichiarazione potrà essere il diretto interessato a richiederla, entro il 20esimo anno. Altrimenti, per gli stranieri nati e residenti in Italia legalmente, senza interruzioni, fino a 18 anni, il termine per la dichiarazione di acquisto della cittadinanza sale a due anni dalla maggiore età. Il principio dello “ius soli” non si applicherà però ai cittadini europei, visto che il permesso di lungo periodo è previsto solo per gli Stati extra Ue.

LO IUS CULTURAE
Possono ottenere la cittadinanza anche i minori stranieri nati in Italia, o entrati entro il 12esimo anno, che abbiano frequentato regolarmente per almeno cinque anni uno o più cicli presso istituti del sistema nazionale di istruzione, o percorsi di istruzione e formazione professionale triennali o quadriennali. La frequenza del corso di istruzione primaria deve essere coronata dalla promozione. La richiesta spetta al genitore, cui è a sua volta richiesta la residenza legale, o all’interessato stesso, entro due anni dalla maggiore età.

GLI STRANIERI IN ITALIA
Le nuove norme valgono anche per gli stranieri in possesso dei nuovi requisiti ma che abbiano superato, all’approvazione della legge, il limite di età dei 20 anni per farne richiesta per salvaguardare i diritti di chi è già arrivato da anni in Italia .  

COME È CAMBIATO IL TESTO APPROVATO
Si è partiti da un testo che sintetizzava 24 proposte di legge depositate negli anni per modificare la legge 91/92 che prevede semplicemente lo ius sanguinis, in cui la cittadinanza viene solo trasmessa dai genitori ai figli. La discussione è stata molto accesa e ha portato a diversi cambiamenti che hanno limitato le possibilità di ottenere la cittadinanza. Nella prima versione della proposta la cittadinanza veniva concessa a chi aveva almeno uno dei genitori con la residenza legale senza interruzioni da almeno cinque anni prima della sua nascita.



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#6 XCXC

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Inviato 14 October 2015 - 00:51:05


La riforma della legge sulla cittadinanza
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13/10/2015
L'Assemblea della Camera ha approvato il 13 ottobre 2015 un testo unificato in materia di cittadinanza. La proposta si concentra sulla questione fondamentale della tutela dell'acquisto della cittadinanza da parte dei minori, apportando a tal fine alcune modifiche alla legge sulla cittadinanza (legge 5 febbraio 1992, n. 91).
La novità principale del testo consiste nella previsione di una nuova fattispecie di acquisto della cittadinanza italiana per nascita (c.d. ius soli) e nell'introduzione di una nuova fattispecie di acquisto della cittadinanza in seguito ad un percorso scolastico (c.d. ius culturae).
In particolare, acquista la cittadinanza per nascita chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri, di cui almeno uno sia titolare del diritto di soggiorno permanente o in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo (cd. ius soli).
In tal caso, la cittadinanza si acquista mediante dichiarazione di volontà espressa da un genitore o da chi esercita la responsabilità genitoriale all'ufficiale dello stato civile del comune di residenza del minore, entro il compimento della maggiore età dell'interessato.
Entro due anni dal raggiungimento della maggiore età, l'interessato può:
  • rinunciare alla cittadinanza acquisita, purchè sia in possesso di altra cittadinanza, ovvero;
  • fare richiesta all'ufficiale di stato civile di acquistare la cittadinanza italiana, ove non sia stata espressa dal genitore la dichiarazione di volontà.
La seconda fattispecie di acquisto della cittadinanza riguarda il minore straniero, che sia nato in Italia o vi abbia fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età, che abbia frequentato regolarmente, ai sensi della normativa vigente, per almeno cinque anni nel territorio nazionale uno o più cicli presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale triennali o quadriennali idonei al conseguimento di una qualifica professionale. Nel caso in cui la frequenza riguardi il corso di istruzione primaria, è altresì necessaria la conclusione positiva di tale corso (c.d. ius culturae).
In tal caso, la cittadinanza si acquista mediante dichiarazione di volontà espressa da un genitore legalmente residente in Italia o da chi esercita la responsabilità genitoriale all'ufficiale dello stato civile del comune di residenza del minore, entro il compimento della maggiore età dell'interessato.
Entro due anni dal raggiungimento della maggiore età, l'interessato può:
  • rinunciare alla cittadinanza acquisita, purchè sia in possesso di altra cittadinanza, ovvero:
  • fare richiesta all'ufficiale di stato civile di acquistare la cittadinanza italiana, ove non sia stata espressa dal genitore la dichiarazione di volontà.
Oltre a queste ipotesi, che configurano un diritto all'acquisto della cittadinanza, la proposta introduce un ulteriore caso di concessione della cittadinanza (cd. naturalizzazione), che ha carattere discrezionale, per lo straniero che ha fatto ingresso nel territorio nazionale prima del compimento della maggiore età, ivi legalmente residente da almeno sei anni, che ha frequentato regolarmente, ai sensi della normativa vigente, nel medesimo territorio, un ciclo scolastico, con il conseguimento del titolo conclusivo, presso gli istituti scolastici appartenenti al sistema nazionale di istruzione, ovvero un percorso di istruzione e formazione professionale con il conseguimento di una qualifica professionale. Tale fattispecie dovrebbe, in particolare, riguardare il minore straniero che ha fatto ingresso nel territorio italiano tra il dodicesimo ed il diciottesimo anno di età.
Tra le ulteriori disposizioni della proposta, si prevede infine l'esonero per le istanze o dichiarazioni concernenti i minori dal pagamento del contributo previsto attualmente dalla legge per le richieste di cittadinanza.
E' stata inoltre dettata una disciplina transitoria. Coloro che abbiano maturato i requisiti per l'acquisto iure culturae prima dell'entrata in vigore della legge e abbiano già compiuto i 20 anni di età (termine previsto dalla legge per la dichiarazione di acquisto della cittadinanza), possono fare richiesta di acquisto della cittadinanza entro 12 mesi dall'entrata in vigore della legge, purché residenti in Italia da almeno 5 anni; l'acquisto è escluso nel caso in cui l'interessato sia stato destinatario di provvedimenti di diniego della cittadinanza per motivi di sicurezza della Repubblica o di provvedimenti di espulsione per i medesimi motivi. Resta ferma l'applicazione della normativa a coloro che abbiano maturato i requisiti per l'acquisto iure soli o iure culturae prima dell'entrata in vigore della legge e non abbiano compiuto i 20 anni di età.
Dossier Documenti e risorse WEB



La semplificazione del procedimento per l'acquisto della cittadinanza italiana


13/10/2015
Negli ultimi tre anni il numero di richieste di naturalizzazione è raddoppiato ed è in costante crescita. L'incremento delle domande è riconducibile alla trasformazione del fenomeno migratorio dovuto alla sempre più marcata ricerca di stabilità nei Paesi di accoglienza da parte dei cittadini stranieri. Per far fronte alle richieste sono state adottate alcune misure amministrative dirette a razionalizzare e semplificare le procedure di acquisto e concessione della cittadinanza, grazie alle quali è stato possibile raddoppiare il numero delle istanze definite. Tra queste l'implementazione del sistema informatizzato di cittadinanza per l'emanazione dei decreti collettivi a cui segue l'invio dei singoli provvedimenti alle prefetture e la notifica agli interessati con modalità informatiche. Alcune prefetture hanno avviato un progetto per la sperimentazione della acquisizione on line delle domande di cittadinanza destinato ad essere esteso su tutto il territorio nazionale. Inoltre, è previsto il rafforzamento degli uffici centrali con l'assegnazione di nuovo personale impegnato nell'istruttoria delle istanze di concessione della cittadinanza. (si veda l'intervento dell'Ministro dell'interno alla Camera dei deputati, 24 settembre 2014).

Tali misure fanno seguito al trasferimento ai prefetti della competenza ad adottare provvedimenti in materia di concessione o diniego della cittadinanza nei confronti di cittadini stranieri coniugi di cittadini italiani (direttiva del Ministro dell'interno 7 marzo 2012).
Per quanto riguarda gli interventi normativi, si segnala l'art. 33 del decreto-legge c.d. "del fare" (D.L. 69/2013, convertito dalla L. 98/2013) che reca una disposizione di semplificazione del procedimento per l'acquisto della cittadinanza per lo straniero nato in Italia, secondo il quale, ai fini di cui all'articolo 4, comma 2, della legge 91/1992, all'interessato non sono imputabili eventuali inadempimenti riconducibili ai genitori o agli uffici della pubblica amministrazione ed egli può dimostrare il possesso dei requisiti con ogni altra idonea documentazione. Inoltre, gli ufficiali di stato civile sono tenuti, al compimento del diciottesimo anno di età, a comunicare all'interessato, la possibilità di esercitare tale diritto entro il compimento del diciannovesimo anno di età. In mancanza, il diritto può essere esercitato anche oltre tale data.



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