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Stranieri, il Tar blocca il rilascio dei nulla osta.


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#1 Guest_Azzurro_*

Guest_Azzurro_*
  • Ospite

Inviato 17 October 2008 - 22:13:30


Stranieri, il Tar blocca il rilascio dei nulla osta.

«Se i giudici ci daranno ragione tutto il click day sarà cancellato».


«Se il Tar della Lombardia dovesse dare ragione al ricorso della Cisl di Milano la procedura per l' assegnazione dei permessi di soggiorno andrebbe ripetuta da capo». E se invece il Tar dovesse provare a limitare i danni, sanando sì la posizione di quei quindici ricorrenti ma lasciando tutto il resto come prima? «Daremo mandato a tutti i nostri uffici di presentare analogo ricorso in tutti i Tar d' Italia». Oberdan Ciucci è il responsabile immigrazione della Cisl. E fa capire come la decisione del Tar di Milano attesa per il 21 ottobre potrebbe far saltare l' intera operazione che, a dicembre dell' anno scorso, doveva assegnare 170 mila permessi di soggiorno.


Erano stati proprio quelli della Cisl ad accorgersi che qualcosa non andava. Maurizio Bove, responsabile immigrazione della Cisl di Milano era lì, davanti agli otto computer della sede del sindacato in via Tadino. Stava inviando le domande sul sito internet del ministero dell' Interno. E cercava di fare prima possibile non per ansia ma per necessità: 170 mila posti disponibili, oltre 700 mila domande. Chi arriva prima è dentro gli altri restano fuori. Poco dopo le otto del mattino tutti e otto i computer erano però bloccati.

«Prima ho chiamato le altre sedi lombarde della Cisl - racconta Bove - poi quelle degli altri sindacati. Tutti avevano lo stesso problema». C' è voluto un po' di tempo per capire dov' era l' inghippo. Il sito del Viminale non riusciva a leggere i nomi troppo lunghi. E i computer si impallavano con gli immigrati dello Sri Lanka, che nella maggioranza dei casi hanno quattro nomi e quattro cognomi. In realtà per gli immigrati dello Sri Lanka il problema è stato poi risolto: solo per loro l' orario d' inizio della corsa informatica è stato spostato di sei ore più in là, quando il sistema era stato sbloccato. A restare nei guai sono gli immigrati di altre nazionalità che avevano presentato domanda in gruppo. Meglio, in un gruppo dove c' erano anche quelli dello Sri Lanka, che hanno fatto da tappo per gli altri.

Da qui il ricorso della Cisl di Milano al Tar della Lombardia che, dopo la sospensiva di alcuni giorni fa, deciderà nel merito tra poco più di un mese.

«Avevamo provato a convincere anche altre sedi del sindacato a fare ricorso - racconta il responsabile immigrazione della Cisl milanese - ma all' inizio pochi ci hanno creduto. E hanno preferito lasciare andare avanti noi».

Adesso in discussione finirebbero anche i (pochi) permessi di soggiorno già rilasciati, facendo tornare in nero chi era stato messo in regola. Un disastro. Non è un caso che pochi giorni fa abbia indicato una possibile soluzione proprio il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni:
«Serve un provvedimento urgente - aveva detto - che accolga le domande presentate nel 2007 e ritenute idonee dal ministero dell' Interno ma che purtroppo eccedevano le 170 mila quote previste». Cioè, non tener conto dell' ordine di arrivo delle domande, visto il caos informatico. Ma dare il permesso di soggiorno a tutti i partecipanti, a patto che abbiano le carte in regola. Possibile che si arrivi a tanto?

«Al di là dei cavilli burocratici - dice ancora Bove, il responsabile della Cisl Milano - il risultato finale di questa operazione rischia di essere paradossale». In teoria il click day non era una regolarizzazione: a fare domanda erano i datori di lavoro che chiedevano di portare in Italia chi in quel momento si trovava ancora all' estero. Ma la realtà è diversa: «Tutti sappiamo - dice ancora Bove - che questa gente è già in Italia, naturalmente in nero. Lavorano, si vogliono mettere in regola, hanno datori di lavoro che vogliono pagare loro i contributi. E invece noi li trasformiamo di nuovo in clandestini».
  

Lorenzo Salvia (Corriere della Sera del 9-9-08)  





Badanti, i permessi non arrivano.

Il rischio è che adesso sia tutto da rifare. Perché la lotteria dei permessi agli immigrati si arricchisce di un' ulteriore incognita. Dopo il blocco del rilascio dei nulla osta imposto dai giudici del Tar alla prefettura di Milano, nuovi ricorsi potrebbero essere presentati nelle altre città italiane. L' udienza davanti al tribunale amministrativo che dovrà pronunciarsi sul ricorso della Cisl è stata fissata il 21 ottobre. In quella sede si stabilirà se, come sostiene il sindacato, ci siano state irregolarità nella procedura informatica dell' ormai famoso «click day» del 15 e 18 dicembre 2007. E se la confederazione dei lavoratori l' avrà vinta, al Viminale si preparano ad affrontare analoghe dispute giudiziarie. Con il timore più che fondato che quanto fatto sinora sia stato inutile, perché ad essere annullato potrebbe essere l' intero impianto messo in piedi per attuare il decreto flusso 2008.


Accolta un' istanza su dieci


I controlli vanno a rilento. Su 740.000 domande presentate ne sono state esaminate soltanto 130.882. E quelle accolte sono appena 76.869. Per oltre 9.000 stranieri sono state le questure a fornire parere contrario - nella maggior parte dei casi si trattava di persone già sottoposte a provvedimento di espulsione, oppure con precedenti penali - mentre in altri 35.000 casi sono i datori di lavoro a non possedere i requisiti economici per potersi permettere badanti e collaboratori.

Ad alcuni di loro (poco più di quattromila) è stato concesso di poter integrare la documentazione già presentata. Il resto delle istanze è stato respinto.

L' assenza dei dati necessari all' accoglimento e le verifiche effettuate per cercare una soluzione certamente necessitano di tempi più lunghi, ma non è questa la causa principale del ritardo. In realtà i tecnici attendono di sapere quali decisioni prenderà il governo in merito al nuovo decreto flussi che potrebbe essere varato entro la fine di novembre, così come prevede la legge Bossi-Fini. Al ministero del Welfare sono convinti che si possano prevedere altri 170.000 posti, ma il titolare dell'Interno Roberto Maroni ha manifestato più volte la sua contrarietà a provvedimenti che «siano sanatorie o comunque regolarizzazioni di massa mascherate».

Secondo il direttore del dipartimento Immigrazione, Mario Morcone, il rilascio di un numero di permessi uguale a quello previsto dal «click day» potrebbe bastare per accogliere tutte le domande di chi ha le caratteristiche richieste ma rischia di rimanere fuori per questioni di orario. Come si ricorderà, la graduatoria viene infatti stilata in base al momento di inserimento della richiesta nel sistema informatico del Viminale. Ma i rischi per quanto sta accadendo davanti al tribunale amministrativo, convincono sulla necessità di attendere prima di decidere nuove iniziative che portino a un numero più alto di permessi rilasciati.


Le domande inserite a pacchetto


Gli esperti del ministero dell'Interno stanno predisponendo il ricorso contro la Cisl nel quale sosterranno che non c'è stata irregolarità. E spiegheranno che se qualcuno è stato penalizzato, sono stati proprio i lavoratori che si erano rivolti a sindacati e altre organizzazioni perché nel loro caso le richieste non sono state inserite una per una, ma «a pacchetto» e questo può aver determinato blocchi nell'inserimento dei moduli. Come si ricorderà, in vista del «click day» anche molti stranieri si sono organizzati per raccogliere le domande dei propri connazionali e si sono fatti pagare profumatamente per il disturbo di inserire l'istanza. «La scelta di procedere attraverso internet - chiariscono al Viminale - era stata fatta proprio per evitare che ci fossero favoritismi o corsie preferenziali. A parità di requisiti, vince infatti chi è stato più veloce a presentare l'istanza. E noi avevamo più volte specificato che il rischio di non seguire la procedura così come illustrato sul nostro sito web, avrebbe potuto comportare delle difficoltà».


L'ansia delle famiglie

I timori delle famiglie sono sempre gli stessi e riguardano la possibilità di poter continuare a ospitare le oltre 300.000 colf e badanti che hanno già chiesto il permesso. Nonostante il decreto flussi sia riservato a chi sta all' estero e vuole venire a lavorare in Italia, è noto che la maggior parte ha già varcato i confini e ha trovato un impiego «in nero».

Nel giugno scorso, quando il governo presentò i provvedimenti di legge che acceleravano la procedura di espulsione e prevedevano norme più severe per gli stranieri clandestini, si aprì il dibattito sulla sorte da riservare a colf e badanti. I ministri Carfagna e Sacconi hanno pronto un emendamento che di fatto esclude dall' inasprimento delle leggi, «chi assiste persone che abbiano compiuto il settantesimo anno di età, oppure siano affette da gravi patologie o handicap che ne limitano l' autosufficienza e dispongono di riconoscimento dell' indennità di accompagnamento».

Finora Maroni ha avuto un atteggiamento piuttosto tiepido. «Chi stabilisce che questo tipo di lavoro è socialmente più utile di quello svolto da un operaio?», si è chiesto più volte. In realtà - pur senza alcuna direttiva scritta - le forze di polizia sono state invitate ad avere un occhio di riguardo nei confronti di chi assiste anziani e bambini durante i controlli che vengono effettuati in strada. Ma è un escamotage che non può essere utilizzato in eterno.


Fiorenza Sarzanini (Corriere della Sera del 9-9-08)





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