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Cinquant’anni dopo, 1.910 vite da ricordare. Insieme a voi


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Questa discussione ha avuto 3 risposte

#1 Rosa

Rosa

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Inviato 14 September 2013 - 21:59:44


Il  9 ottobre 1963 metà di una montagna precipitò nel lago della grande diga del Vajont, al confine tra Veneto e Friuli. Un'enorme massa d'acqua superò la diga cancellando letteralmente tutti i paesi intorno a Longarone. Un evento che ha segnato la storia d'Italia, ma ancor più la storia delle popolazioni di quelle terre. A cinquant'anni di distanza, insieme a tutti voi, vogliamo ricordare le 1.910 persone che persero la vita. Ciascuna persona, una per una. Aiutateci.

La diga del Vajont è ancora lì, inutilizzata, cinquant’anni dopo l’olocausto consumatosi in quattro minuti. La diga resse quando venne scavalcata da un’onda di cento metri più alta provocata dalla frana immensa, lunga due chilometri, staccatasi dal monte Toc la sera del 9 ottobre del 1963. L’onda, come e peggio di uno tsunami, cancellò il comune di Longarone e devastò alcune frazioni dei comuni di Erto Casso e Castellavazzo. 1910 furono i morti, intere famiglie cancellate dalla faccia della terra, case e fienili e officine e chiese ridotti a poltiglia.

Quella diga “resterà un monumento a vergogna perenne della scienza e della politica”: così Tina Merlin iniziava il suo libro “Sulla pelle viva. Come si costruisce una catastrofe. Il caso Vajont”, pubblicato vent’anni dopo.

Non fu una tragica fatalità come scrissero molti giornali l’indomani, quando come sempre accade in questi casi furono schierati il Generale Cordoglio e il Maggiore Impegno. Fu l’epilogo di una trama che vide intrecciati gli interessi privati della società Sade, e poi dell’Enel, con quelli della politica, e con la scienza asservita a quegli interessi.

Tutti, proprio tutti, sordi agli allarmi che la popolazione di quelle montagne aveva ripetutamente e inutilmente lanciato sul pericolo imminente. Tutti sordi anche ai boati premonitori, agli smottamenti sempre più frequenti, sordi alla denuncia di chi aveva dato voce a quanti avvertivano che quell’opera che doveva essere un orgoglio dell’Italia di allora (“La diga più grande del mondo”) stava diventando una terribile minaccia.

Questo “Memoriale Vajont”, realizzato dal Corriere delle Alpi insieme agli altri quotidiani veneti del gruppo Finegil nel cinquantesimo dell’olocausto, è innanzi tutto un omaggio perenne, sulla rete, alle vittime, ai sopravvissuti e alle loro famiglie e a quella terra. Il memoriale ripercorre con foto, filmati, documenti, testimonianze le tappe della costruzione della diga, rivive il giorno della tragedia, racconta i primi soccorsi, la ricostruzione e racconta i processi che seguirono per stabilire colpe e connivenze.

Il nostro Memoriale è un libro aperto ai ricordi, alle riflessioni, ai documenti che i lettori potranno aggiungere inviandoci testi, foto, filmati. Ma è anche una risorsa a disposizione della comunità: secondo la filosofia dei "dati aperti", ciascuno può scaricare i dati e riulitizzarli per meglio conoscere e meglio far conoscere.

Conoscere e ricordare oggi l’olocausto del Vajont non è solo un omaggio a chi ne ha patito “sulla pelle viva”. E’ la necessità di coltivare nelle nostre coscienze e nel nostro agire il rifiuto di quelle logiche perverse, economiche e politiche, che troppo spesso ancora oggi prevalgono nelle scelte che coinvolgono le nostre comunità.

http://temi.repubbli...iga-del-vajont/



Connettere internet cuore e cervello prima di scrivere!! (Franangy)

#2 Rosa

Rosa

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Inviato 14 September 2013 - 22:58:43


http://youtu.be/4NksRpdVh78



Connettere internet cuore e cervello prima di scrivere!! (Franangy)

#3 XCXC

XCXC

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Inviato 15 September 2013 - 00:12:48


eh beh... per riassumere in poche righe... direi che la colpa e' stata del money...

La diga stava per essere "nazionalizzata"... dall'ENEL. In quel periodo, in Italia, c'erano diverse imprese locali che fornivano energia elettrica ma per dare un impulso nazionale all'economia s'era deciso di nazionalizzarle creando un'unica struttura statale... affinche' portasse l'elettricita' ovunque. Anche dove non conveniva economicamente.

Quindi si doveva far vedere che la diga funzionava... solo cosi' l'ENEL avrebbe pagato.

Hanno quindi accelerato le operazioni di collaudo e soprasseduto ai vari avvertimenti... del monte Toc (tra l'altro in friulano la parola pa-toc significa instabile, marcio, paludoso infatti i vecchi del luogo avvertirono i geologi che il nome non era stato messo a caso al monte...)...

Se la diga fosse stata dell'ENEL sono sicuro che non sarebbe successo nulla di tutto cio'...

La Verita' l'ha raccontata SOLO il bravissimo Paolini con il suo bellissimo spettacolo/documentario dedicato al Vajont... qualche anno... fa

prima parte

http://youtu.be/JGt5VV7Jh6c

seconda parte

http://youtu.be/W1NkXkWXQ4s



.


#4 Rick

Rick

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Inviato 15 September 2013 - 12:19:19


Visualizza messaggioXCXC, su 15 September 2013 - 00:12:48, dice:

La Verita' l'ha raccontata SOLO il bravissimo Paolini con il suo bellissimo spettacolo/documentario dedicato al Vajont... qualche anno... fa

Si , me lo ricordo , assolutamente  consigliato

E' un  po' lunghino ma ne vale la pena



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