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[Alfredo Lorenzo Ferrari]

L’omosessualità nella Repubblica Moldova è un argomento che va trattato con moltissima attenzione in quanto la società di questo paese ha sempre rinnegato, o quasi, l’esistenza di questa tendenza umana per ragioni dapprima storiche poi ideologiche (durante l’epoca sovietica) ma sopratutto religiose.
Essere oggi omosessuali o lesbiche dichiarate in Moldova significa vivere praticamente nascosti dalla società, quasi come se si rappresentasse un pericolo o una malattia trasmissibile.
Solo nel 2012 il Governo Moldavo è riuscito a far passare in Parlamento, su consiglio dell’Unione Europea, una legge che protegge anche i diritti delle minoranze sessuali ma che è stata fortemente osteggiata dal vetusto clero ortodosso anche con durissime manifestazioni di piazza, sopratutto nella settentrionali città di Balti e Floresti, dove addirittura per decisione dei rispettivi Consigli Provinciali sono state proibite tutte le manifestazioni di carattere omosessuale.
Insomma i gay rappresentano anche un problema politico nelle varie tappe di avvicinamento della Repubblica Moldova alla futura (???) adesione all’Unione Europea.
Nella capitale Chisinau esistono, forse, solamente un paio di locali (totalmente underground) dove la piccola comunità di gay e lesbiche può ritrovarsi, e stiamo parlando dell’unica vera città di questo paese con un minimo grado di tolleranza…immaginate voi nei piccoli centri e nei villaggi cosa possa significare essere gay…
Anche i casi di transessualità sono minimi, così come sono stati pochissimi i casi in cui è stato permesso il cambio anagrafico dei dati personali di persone che hanno voluto cambiare sesso.
Il cammino è ancora lungo per l'emancipazione femminile, che ancora soffre discriminazioni, e più dura sembra la strada da percorrere per l'emisfero di genere.

Alfredo Ferrari