Questa discussione ha avuto 3 risposte

[emicj]

buon giorno io vorrei chedere se un moldavo a la partita iva in moldova per edilizie construtive.Un cittadino italiano po fare  un contrato determinato per venire lavorare cui in italia '?grazie

[XCXC]

no

[Vio]

emicj, su 29-Aug-2008 07:52, dice:

buon giorno io vorrei chedere se un moldavo a la partita iva in moldova per edilizie construtive.Un cittadino italiano po fare  un contrato determinato per venire lavorare cui in italia '?grazie

Leggi un po art. 27 del testo unico, magari ti servirà a qlc anche se ho dei dubbi. Ormai per far venire un extracomunitario in Italia serve solamente i FLUSSI

Tanta fortuna

[XCXC]

http://www.petraccim...co extracom.PDF

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DISTACCO IN ITALIA DI LAVORATORI STRANIERI EXTRACOMUNITARI
Ho esaminato la questione sottopostami, relativa alla possibilità di impiegare in Italia dipendenti
della vostra controllata estera ( di paese extracomunitario), e rilevo quanto segue.
La fonte di disciplina principale relativa al lavoro degli extracomunitari in Italia è il T.U. contenuto
nel D.Lgs. 286/1998.
Il testo unico, all’art. 27 comma 1 lett. I), ed il regolamento di attuazione all’art. 40 disciplinano
l’ipotesi di impiego in Italia di dipendenti di ditte estere in contratti d’appalto stipulati con ditte
italiane escludendo tali lavoratori dalle quote previste per i flussi migratori e stabilendo la disciplina
che di seguito indico per sommi capi.
Il datore che intende instaurare un rapporto di lavoro con uno straniero deve presentare Direzione
Provinciale del lavoro una richiesta nominativa di autorizzazione al lavoro e contestualmente
esibire documentazione sull’alloggio dello straniero. È competente l’ufficio del luogo dove il
lavoratore andrà ad operare. Quindi, nel vostro caso, la Direzione Provinciale del Lavoro di
Padova.
L’ufficio periferico rilascia un’autorizzazione nominativa per ogni lavoratore, da utilizzare entro 90
giorni, nei quali ci si potrà muovere per il rilascio da parte della Questura del nulla osta al visto
d’ingresso.
Si dovrà poi chiedere al consolato italiano nel paese estero, con l’autorizzazione al lavoro munita
di nulla osta, il visto d’ingresso.
Successivamente all’ingresso ed entro 8 giorni dallo stesso si chiederà alla questura il permesso di
soggiorno.
Successivamente andrà esibito al ministero del lavoro copia del contratto stipulato.
L’autorizzazione ha durata limitata alla durata del lavoro da eseguire e comunque non più di due
anni,
Il permesso ed il visto non sono rinnovabili .
È dubbio però se di tale disciplina, e quindi anche dell’esclusione dalle quote, godano anche i
lavoratori distaccati da imprese controllate ad imprese controllanti e viceversa, c’è il rischio, quindi
che la direzione provinciale del lavoro non conceda, se la questione è prospettata in questi termini,
l’autorizzazione al lavoro o che comunque si ricada nella disciplina alla regolamentazione dei
flussi, ovvero che l’autorizzazione venga concessa e poi revocata.
Si potrebbe risolvere il problema mediante la stipulazione di un contratto d’appalto In questo modo
la situazione dei lavoratori ricadrebbe in pieno nell’ipotesi dell’art. 27 comma 1 lett. i) , con
esclusione sicura dalle quote ed applicazione della disciplina speciale che sopra ho esposto. Si
incorrerebbe, però, nel problema di un contratto d’appalto internazionale. In ogni caso si deve
trattare di lavoratori con qualifiche specializzate e si deve acquisire il parere delle organizzazioni
sindacali a livello provinciale (Circ. Min. Lav. 82/2000).
2
La materia è comunque in uno stato di incertezza, anche a livello ministeriale.
La materia del distacco , anche nei casi di appalto, dei lavoratori stranieri in Italia è comunque
disciplinata dal D. Lgs. N. 72 del 2000, il quale prevede l’obbligo di parità di trattamento (con
riferimento alle norme ed ai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni sindacali
comparativamente più rappresentative a livello. nazionale, applicabili ai lavoratori italiani che
svolgono la stessa prestazione nello stesso luogo).
A queste norme si deve ottemperare, in qualsiasi modo si risolva la questione.