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[XCXC]

Vendevano falsi permessi: denunciati Contraffatti  600 documenti

  Treviso- I carabinieri di Treviso, grazie a una segnalazione dei servizi segreti, hanno scoperto un giro di centinaia di permessi di soggiorno falsi che ruotavano attorno a due cooperative e a un commercialista.

Secondo l'accusa in due anni il gruppo ha intascato oltre 800.000 euro.

I militari dell'Arma ritengono che siano stati rilasciati molto più dei 600 permessi di soggiorno contraffatti e per questo stanno portando avanati un accertamento con il supporto dell'Ufficio stranieri della Questura trevigiana. Proprio quest'ultimo, nelle prossime settimane, ritirerà i documenti agli irregolari, e notificherà loro il decreto di espulsione dall'Italia.

I servizi segreti avevano infatti informato i militari dell'Arma che nelle cooperative di servizi Picasso e Marital, entrambe di Treviso e gestite da cittadini marocchini, venivano rilasciati contratti di lavoro contraffatti per consentire agli immigrati di avere o il permesso di soggiorno o il rinnovo di quest'ultimo. Ciò era possibile, secondo quanto è emerso nelle indagini, grazie alla connivenza di un commercialista che prendeva per ogni posizione dai 100 ai 300 euro,mentre altri 1.500 andavano ai legali rappresentanti e consiglieri soci.
Il professionista e i tre marocchini, al vertice delle cooperative, sono stati denunciati.

(ANSA).

  (7 novembre 2006)

[XCXC]

Truffati 100 senegalesi

Documenti a 2000 euro Pagavano 2000 euro per ottenere un lavoro e documenti, risultati falsi. Per questa truffa ai danni di un centinaio di senegalesi, tre persone (due di Firenze e un altro senegalese che faceva da intermediario) sono state rinviate a giudizio. Gli immigrati, ignari della truffa, utilizzavano i documenti falsi per la regolarizzazione. Un episodio simile a Udine, dove si è aperto il processo a 41 persone

  FIRENZE - Pagavano 2000 euro per ottenere documenti e un lavoro, che però risultavano fasulli. Vittime della truffa un centinaio di senegalesi. Gli autori, due fiorentini e un altro cittadino senegalese che faceva da intermediario, sono stati rinviati a giudizio con l'accusa di truffa e sfruttamento della manodopera clandestina.

I senegalesi, ignari della truffa, utilizzavano i documenti fasulli - come buste paga - per le pratiche di regolarizzazione. Uno dei due toscani svolgeva il ruolo di regista della truffa, mentre l'altro toscano si occupava della compilazione di buste paga fittizie. In alcuni casi, ai senegalesi veniva offerto veramente un lavoro, che poi, però, non veniva retribuito.

I fatti si sono svolti a metà 2003 e l'indagine è partita da una segnalazione della questura di Lucca, che aveva scoperto l'uso dei documenti falsi per le richieste di regolarizzazione. Una decina di senegalesi truffati si sono costituiti parte civile.

Nel frattempo a Udine si è aperto il processo per un caso simile. Imputate 41 persone (tra italiani e marocchini): facevano arrivare in Italia, con l'aiuto di imprenditori compiacenti, irregolari con in mano finte domande di assuzione. Ma poi gli stranieri non venivano assunti oppure venivano subito licenziati. L'organizzazione criminale è stata scoperta nel 2002.


  (8 novembre 2006)