Quanto costa il take away? Just Eat lancia il «Big Mac index» all'italiana. A Firenze il conto più salato
Con poco più di 15 euro a Bologna ci si abbuffa con ben tre pizze alla diavola, mentre a Milano per la stessa cifra ci si compra a mala pena una sola porzione di sushi. Per non dire che la stessa pizza costa a Firenze il 23% in più che nel capoluogo emiliano e a Torino il 15% in più.
Il Big Mac index all'italiana
È un Big Mac index all'italiana quello che ha elaborato Just Eat, il colosso londinese del take away, che ha diffuso oggi i risultati di un'indagine sull'intera rete di 700 ristoranti affiliati lungo lo Stivale, per capire come variano nelle principali città italiane i prezzi di alcuni tra i cibi più diffusi. Dal classico per eccellenza della cucina italiana, la pizza, passando per gli involtini primavera cinesi e il sushi giapponese, i piatti del take away più in voga nelle grandi città.
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A tavola è Firenze la città più cara
Un indicatore nuovo sul potere d'acquisto e il portafoglio degli italiani che scardina certezze sedimentate sull'esosità della vita a Milano o Roma (al 18° e 19° posto tra le località più costose al mondo secondo lo studio Ubs dello scorso settembre). Perché al primo posto tra le città del Belpaese più care, almeno a tavola, sale invece Firenze. Dove per un sushi misto si pagano 17,50 euro contro i 10,50 di Bologna, quando con la stessa cifra a Roma si potrebbero ordinare tre pizze capricciose. E dove una pizza alla diavola costa 6,10 euro contro i 5,41 di Milano, i 5,32 di Torino e i 5,08 di Bologna.
Il gusto di ordinare online
Secondo l'indagine del leader mondiale del take away non solo Firenze ruba il titolo di "inaccessibile" alla metropoli milanese, ma Bologna riconquista la medaglia di città più economica, conviviale e adatta alle esigenze degli studenti universitari attenti alle spese, mentre Roma e Torino si piazzano a metà strada. «In linea generale, che si viva a Firenze, a Bologna o a Milano, ordinare cibo online a domicilio molto spesso conviene, non solo in termini di risparmio di denaro ma anche di minore stress tra parcheggio e code; e queste rilevazioni posso aiutare il consumatore a orientarsi», conclude Benvolio Panzarella, direttore generale di Just Eat, 32mila ristoranti integrati nel servizio di ordinazione online nel mondo.