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Aumentano gli alunni stranieri in italia


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#1 Guest_Seborga_*

Guest_Seborga_*
  • Ospite

Inviato 12 September 2006 - 19:40:55


In Italia, vi é un forte aumento di alunni extracomunitari nelle scuole statali....solo a Seborga 2/3 dei bambini sono stranieri..... Nell’anno scolastico 2005/2006 sono stati circa 430mila unità, pari al 5% dell’intera popolazione scolastica.  


La tipologia presenta alunni provenienti da 191 Paesi. Al primo postomi sono i Paesi dell’Est, tra cui la Romania con il 9,/5, cui seguono l’Ucraina e la Moldavia con il 12,4 %.
Significativo è il fatto che è diminuita la presenza degli alunni dell’Albania che sono passati dal 17,7% al 16,3% e del Marocco che sono passati dal 14,9 %al 14%.

Altro dato significativo: tra gli alunni stranieri quelli provenienti dai Paesi islamici sono circa un terzo del totale


Ecco un breve racconto di Giovanna Panigata, una signora che si cura dei bambini stranieri di Seborga durante il periodo extra scolastico.....

Quando un bambino emigra in un Paese di cui non conosce la  lingua  nei  primi  tempi
incontra grandi difficoltà a comprendere quello che gli viene detto e  ad   esprimere
ciò che pensa. In breve, però, soprattutto se frequenta i bambini   del posto, riesce
ad instaurare un dialogo, anche se ridotto alle più elementari  necessità, aiutandosi
magari con gesti e mimiche appropriate. Dopo un   pò   di   tempo  riesce ad avere un
piccolo vocabolario “di emergenza” con cui capisce e fa intendere le necessità
primarie: giocare, spostarsi da un luogo all’altro, mangiare....
Le difficoltà aumentano quando il bambino va a scuola: il maestro non fa lezione solo
per lui e quindi é portato  a parlare con un ritmo   normale per gli altri bambini ma
troppo veloce per lo straniero, i libri di  testo   contengono parole che sono di uso
comune per i nativi ma che escono dalla  ristretta schiera dei vocaboli conosciuti da
poco, soprattutto é  difficile   trascrivere   sul foglio bianco del quaderno lettere
dell’alfabeto   che   non   corrispondono   ai   suoni   cui si é abituati; se poi la
tradizionale scrittura di nascita prevede   addirittura   un   verso di stesura delle
parole invertito (come accade per i popoli mediorientali che scrivono da destra a
sinistra o per quelli orientali che scrivono   dall’alto verso il basso, in confronto
alla scrittura europea che  va da   sinistra   verso   destra) gli ostacoli diventano
davvero grandi. Imparare   la   matematica poi é una fatica notevole perché spesso il
bambino traduce mentalmente   i   numeri   nella   lingua madre, esegue le operazioni
matematiche e poi di nuovo traduce il risultato nella nuova lingua che sta imparando.
Nella scuola italiana vengono giustamente  accolti  i  bambini stranieri ma purtroppo
non viene fornito all’insegnante un   collega  che sostenga l’alunno in difficoltà, e
se ciò accade, l’aiuto é sporadico   e   decisamente insufficiente. Spesso i genitori
dei bambini  stranieri   conoscono   la   nostra lingua ancor meno dei figli che sono
avvantaggiati   nell’apprendimento   dal   costante   contatto con i coetanei e dalla
vivacità mentale legata alla giovane età: ne consegue   che   i   bambini non possono
essere aiutati in famigolia né a fare i compiti ne a chiarire dubbi   sulle   materie
insegnate. Tutto quello che ho esposto fin qui non viene  percepito   dalla   maggior
parte della gente non per disinteresse (anzi,   spesso   i   bambini   stranieri sono
accolti con simpatia e spirito di solidarietà), ma perché si é portati a
sottovalutare un problema che per noi non  esiste:   i nostri bambini poco per volta,
in famiglia, impararno dai parenti parole   nuove, vengono corretti nella pronmuncia,
viene spiegato il  significato   anche   dei   modi   di dire più strrani legati alla
tradizione popolare,  il tutto   così diluito nel tempo che si trova ad aver imparato
senza sforzo  alcuno   una grande quantità di nozioni. Cosa si può fare per aiutare i
bambini stranieri   ad  inseriirsi?  Per esempio, parlare più lentamente, spiegare il
significato delle espressioni  anche se il bambino non lo chiede (gli stranieri hanno
ritegno a chiedere spiegazioni   o   a   dire   di non aver capito), non rilevare con
sarcasmo o impazienza gli    errori   e   infine   (non dovrebbe esserci necessità di
ricordarlo, ma...!)   non   insegnare   “parolacce” di cattivo gusto che verranno poi
ripetute da chi non ne conosce neppure   il   significato. Da qualche tempo, grazie a
Don Marco che ci ospita, seguo nei “compiti  a casa” alcuni nostri piccoli seborghini
che vengono dal Marocco e dall’Inghilterra e devo dire  che sono tutti molto “svegli”
e volenterosi; ma soprattutto questa é stata   una grande occasione per me perché sto
imparando la complessità dei meccanismi  di   apprendimento di una lingua straniera e
aiutando questi bambini a superare   gli   ostacoli, ne ho preso coscienza e anche le
mie conoscenze si sono ampliate.  Insomma,   c’é sempre qualcosa da imparare e chi te
lo insegna può essere un bambinio che viene da lontano.
Giovanna Panigata.





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