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E’ TUTTO UNO GNAM GNAM DI LUSSO NELL’AMBASCIATA-REGGIA DELL’ITALIA A WASHINGTON - 2- MA AI GIORNALISTI AL SEGUITO DI RIGOR MONTIS L’AMBASCIATORE NEGA ANCHE L’ACQUA


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#1 XCXC

XCXC

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Inviato 29 May 2012 - 20:35:56


1- E’ TUTTO UNO GNAM GNAM DI LUSSO NELL’AMBASCIATA-REGGIA DELL’ITALIA A WASHINGTON -


2- MA AI GIORNALISTI AL SEGUITO DI RIGOR MONTIS L’AMBASCIATORE NEGA ANCHE L’ACQUA -


3- E SCOPPIA IL “CASO” QUANDO GLI INVIATI DEL GIORNALONI ITALIANI BUTTATI IN STRADA DAL MARESCIALLO DEI CARABINIERI, MENTRE STAVANO ULTIMANDO I LORO SERVIZI, HANNO FATTO PRESENTE AL SIMPATICO AMBASCIATORE CLAUDIO BISOGNIERO CHE LA RESIDENZA NON E’ UNA “SUA PROPRIETA’ PRIVATA” PERCHE’ PAGATA DA TUTTI I CONTRIBUENTI -


4- IMBARAZZO FRA LO STAFF DEL PREMIER PER LA CLAMOROSA GAFFE DEL NOSTRO RAPPRESENTANTE IN USA SENZA SAVOIR FAIRE E IN COMPETIZIONE PER LA CONQUISTA DI MONTI ANCHE CON L’ATTUALE RESPONSABILE DELLA FARNESINA, TERZI DI SANTAQUALCOSA -


Immagine inviata



DAGOREPORT DAGLI USA




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LEON PANETTA DAVID THORNE JOHN KERRY

Erano davvero altri tempi quando nella fastosa "Villa Firenze", dal '76 residenza dell'ambasciatore italiano a Washington, nel cuore di Rock Creek Park, dimoravano personalità come Gianni Castellaneta e Sergio Vento, per non parlare del mitico Ferdinando Salleo o del compianto Boris Biancheri.




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MarchionNe e David Thorne

Tutti diplomatici che, al talento naturale e alle capacità professionali nel trattare le relazioni con l'amministrazione americana, sapevano sfoggiare con classe un certo savoir faire e doti da impeccabili padroni di casa.




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MARIO MONTI PARLA A TAVOLA CON LA MOGLIE ELSA JOHN KERRY GIULIO TERZI E ANTONELLA CINQUE

Qualità, soprattutto queste ultime, che si stanno perdendo con il tempo, segno forse di un certo imbarbarimento anche nella "casta" delle feluche.

Un esempio per tutti, il comportamento dell'attuale capomissione nella capitale americana Claudio Bisogniero durante l'ultimo viaggio americano del premier Mario Monti e del ministro degli Esteri Giulio Terzi (ex inquilino di "Villa Firenze"), impegnati a Camp David per il G8 e a Chicago per il vertice Nato.




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LEON PANETTA NANCY PELOSI E MARIO MONTI

In particolare, con i rappresentanti dei media italiani al seguito di Monti, il 18 maggio il Bisogniero dal bad ton, ha sfiorato l'incidente diplomatico. Regalando al premier Mario Monti e ai suoi più stretti collaboratori (trattati anche loro come ospiti di serie B) una gratuita brutta figura.
Ecco come sono andati i fatti.




Immagine inviata
IL PIATTO DI MARIO MONTI ALL AMBASCIATA ITALIANA IN AMERICA

I giornalisti italiani erano stati convocati quel giorno a "Villa Firenze", sede dell'ambasciata a Washington, per un briefing ‘off the record' del consigliere diplomatico di Monti, Pasquale Terracciano e dell'addetta stampa Amelia Torres. Tutto ciò a poche ore dall'avvio ufficiale del G8. Briefing che, fino a due anni fa, si svolgevano tranquillamente a Palazzo Chigi qualche giorno prima dei vertici. Ma a Rigor Montis forse non piacciano. O li trova un'inutile perdita di tempo.




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ELSA MONTI E L AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON CLAUDIO BISOGNIERO

Alla fine dell'incontro con i diplomatici al seguito del premier (erano già le 21 in Italia) i giornalisti convocati a "Villa Firenze", hanno cominciato a scrivere sul posto i loro servizi. Mentre Monti e la delegazione italiana, in una sala adiacente, potevano apprezzare (e gustare) molti prodotti della cucina fatti preparare dalla sora Bisogniero. La moglie del felucone. Ai giornalisti, invece, veniva negata anche l'acqua del rubinetto.




Immagine inviata
L AMBASCIATORE ITALIANO IN USA CLAUDIO BISOGNIERO E IL SUO PREDECESSORE GIULIO TERZI DI SANT AGATA

Nel frattempo, al posto dell'acqua arrivava un imbarazzatissimo maresciallo dei carabinieri con l'invito, perentorio, ai rappresentanti della stampa di allontanarsi in fretta dalla residenza.




Immagine inviata
PAOLO SCARONI CON SUSAN BLUMENTHAL ALLA CENA ALL AMBASCIATA ITALIANA A WASHINGTON

Dunque, erano "cacciati" senza alcun riguardo dall'ambasciatore Bisogniero.
In pratica, poiché privi di un mezzo di trasporto proprio, buttati in mezzo alla strada.

Di fronte alla reazione stupita degli inviati, iniziava una sorta di braccio di ferro tra gli "occupanti" e il padrone di casa. Discussione animata che durava alcuni lunghissimi minuti durante i quali interveniva anche il giovane, (e inesperto consigliere per la stampa dell'ambasciata, Luca Gori) che, con toni altrettanti ultimativi, si rivolgeva agli inviati dei giornali come Marco Galluzzo del Corsera, Francesco Bei di Repubblica e Gerardo Pelosi del Sole 24 ore. Spiegando loro che quella era "la casa" dell'ambasciatore. E che erano attesi altri ospiti.







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POSTER





Interveniva anche Amelia Torres, portavoce di Monti, nel tentativo di spiegare le esigenze della stampa italiana, ma senza successo.

Solo quando alcuni dei giornalisti presenti facevano presente che, come contribuenti italiani, sopportavano anche loro il peso fiscale di quella costosa macchina organizzativa e modaiola che è "Villa Firenze" (e non la casa privata della famiglia Bisogniero) gli animi si placavano un tantino. E, miracolo, arrivavano pure i primi caffè.




Immagine inviata
salone apparecchiato

Restava però l'ordine dell'ambasciatore di "liberare" la residenza dagli "sgraditi" ospiti. Cosa che avveniva dopo aver sollecitato almeno l'arrivo di alcuni taxi per far ritorno in albergo.

La scortesia nei confronti dei giornalisti al seguito di Monti e del suo staff (è stata messa a tacere anche l'addetta stampa, Amelia Torres) è stato l'ultimo atto (osceno) di una serie di "colpi bassi" tra le feluche che hanno affiancato Rigor Montis nell'ultima missione negli Usa.




Immagine inviata
ELSA MONTI E CLAUDIO BISOGNIERO

Qualche scintilla pare già c'era a Chicago tra Bisogniero e il ministro degli Esteri, Terzi nel corso del vertice Nato. Ognuno dei due voleva stare più vicino possibile a Monti nei brevi momenti fuori dal protocollo ufficiale. Magari per rubargli qualche timido sorriso o convincerlo a fare qualche nomina diplomatica di un "amico".




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ANTONELLA CINQUE SUSAN BLUMENTHAL E GIULIO TERZI DI SANT AGATA

Oppure, a soprassedere su qualche "taglio" eccessivo in questa o quella spesa della Farnesina, facendo scivolare il proprio appunto, con nonchalance, nel "marsupio" del presidente del Consiglio. Prima di quello (spesso di tenore diverso se non opposto) del concorrente.

Una cosa è certa: alla fine Rigor Montis ha snobbato entrambi.



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#2 XCXC

XCXC

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Inviato 31 May 2012 - 16:15:11


2 giugno in Messico, se l’ambasciatore non invita i cittadini




Su twitter l’hashtag #no2giugno unisce le voci di tanti italiani che si sono stufati degli sprechi e del cinismo di una classe politica sempre più lontana dal mondo e sempre più autoreferenziale, in un coro di “no” alla inutile e ottocentesca parata militare tradizionale per festeggiare la nascita della Repubblica.

In Messico il 2 giugno si è sempre festeggiato nel bellissimo giardino dell’Istituto Italiano di Cultura, che apriva le porte a tutti gli italiani, almeno per un giorno, a ricordare l’importanza della partecipazione dei cittadini alla vita pubblica attraverso il referendum.

L’anno scorso proprio l’ambasciata in Messico si è distinta per la sua assenza, non dando alcuna informazione su come si dovesse votare per l’importante referendum del 12-13 giugno. Alcuni di noi hanno partecipato a un piccolo flash mob, per sensibilizzare i connazionali più disattenti e questo è stato causa di enorme indignazione da parte dei funzionari pubblici italiani. Qualcuno ha anche udito l’ambasciatore Spinelli gridare “questi qui dentro non ci mettono più piede”. Un ambasciatore che minaccia dei cittadini italiani di non mettere più piede in territorio italiano.

Detto fatto. Quest’anno, in linea con la crisi economica e la vicinanza dello Stato ai problemi della gente, l’ambasciatore Spinelli ha chiuso le porte ai cittadini italiani residenti in Messico, ha deciso di affittare uno dei musei più cari di Città del Messico, il Franz Meyer, e di organizzare una festa privata su invito, escludendo i cittadini italiani e spendendo soldi pubblici per pagare spazi che l’Ambasciata possiede.

Già il 25 aprile aveva chiuso le porte dell’Istituto di Cultura (che negli ultimi anni di cultura italiana ne produce davvero molto poca, dato che ha ridotto quasi a zero le attività di promozione culturale) per sottolineare come gli italiani non siano i benvenuti in territorio italiano. E quindi quest’anno il 2 giugno gli italiani in Messico lo festeggeranno in un centro culturale messicano, che ha dato volentieri appoggio, spazi, strutture e solidarietà, tutte cose che la nostra ambasciata, i nostri funzionari, le persone a cui noi paghiamo stipendi dorati con le nostre tasse, non danno.

Il nostro 2 giugno alternativo si farà con la partecipazione di tutti, si porterà da mangiare, da bere, musica, teatro, danza, cinema, a poche centinaia di metri dall’Istituto Italiano di Cultura che si è chiuso al mondo.

Ecco, sarebbe bello che il governo e il Capo dello Stato venissero lasciati soli anche in Italia il 2 giugno, da soli con le loro parate, le loro feste private, i loro sprechi e il loro cinismo. Che si chiudano dentro, mentre fuori, i cittadini, siano solidali, e incarnino la vera natura della festa, ad esempio aiutando gli emiliani vittime di due terremoti disastrosi.

Fuori ci siamo noi. Che non siamo come loro.



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