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Moldova: «…quando la nonna alzò il bastone contro l’orfanotrofio!»


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Inviato 15 February 2012 - 18:49:18


Moldova: «…quando la nonna alzò il bastone contro l’orfanotrofio!»



Immagine inviata


È inverno a Chisinau, in Moldova. L’alluvione dell’estate 2009 è ancora stampata sulle pareti delle case, ma c’è una donna che ha tutt’altra preoccupazione. Entra ed esce dalla porta risistemata di recente grazie all’aiuto dei volontari dell’Istituto N° 3 e del Centro Servizi Sociali. È una delle più anziane del villaggio. Entra ed esce da quella porta, con un solo pensiero al centro della fronte.

È nonna di due bambini, Aleksandra e George, due orfanelli cui è morta la madre molti anni prima, quand’erano ancora piccoli, e che hanno perso il padre, non ancora uscito dal tunnel dell’alcool. I servizi sociali lo hanno aiutato ma, non essendo in grado di crescere i due bambini, gli hanno tolto la patria potestà.

La nonna afferra qualche arnese, inizia a tenere pulito l’ingresso. Toglie la neve e pensa ai due nipotini. Da quando il padre è stato chiamato fuori, Aleksandra e George sono stati spediti subito in Istituto. Per fortuna hanno trovato gente che sa occuparsi di loro. La nonna continua a pulire, pensando al giorno in cui, anni prima, si alzò presto per uscire di casa e presentare la richiesta di tenere presso di sé i due nipotini, mettendo tutto in regola per ottenere la tutela. Non esiste che due bambini con una nonna ancora attiva stessero in un freddo Istituto. Si ricorda bene come alzò il bastone davanti ai responsabili del’ufficio. Era il 2009, era primavera. Tutto sembrava andare a posto. Poi venne l’alluvione.

La casa andò sott’acqua, come dappertutto in campagna, e dovette scordarsi di portare i bambini a casa. Le dissero che bisognava aspettare del tempo, che doveva trovare qualcuno che almeno rimettesse a posto l’alloggio. Niente da fare per settimane.

Finalmente si affacciò qualcuno. Era gente che veniva dall’istituto. Le dissero che Aleksandra e George ricevevano l’aiuto del programma di sostegno a distanza dell’istituto N° 3. In poche parole, una famiglia italiana si era presa cura dei suoi due nipotini e inviava spesso aiuti materiali per farli vestire, nutrirli, farli studiare e per un fargli fare un percorso speciale: reinserirli nella loro famiglia d’origine. Così, le dissero che la casa poteva essere sistemata: i sostenitori dei suoi nipotini le avrebbero dato una mano, assieme ai volontari del Centro.

La nonna posa la pala e impugna la scopa di rigida saggina, per dare una sistemata all’ingresso. Quando le parlarono del sostegno a distanza, lei non comprese tutto. Ma capì che una famiglia lontana aveva spontaneamente preso a cuore i suoi due piccoli. Bisognava scrivergli, per dire due parole di ringraziamento. Tanto, quella famiglia già scriveva spesso ad Aleksandra e George, tutti contenti quando arrivavano le lettere.

La nonna si siede e prende respiro. Si guarda attorno. Sì, sembra tutto sistemato: la neve è stata smossa, la porta è pulita, ora manca una pezza per far pulire le scarpe ai due monelli, che se no sporcano tutta la casa. Tra poco, infatti, arriveranno Aleksandra e George: dopo tante fatiche, finalmente i due ragazzi tornano da lei ogni giorno, alla fine delle lezioni. A detta dei volontari, ci vorrà poco per fare sì che i documenti si mettano in regola e i bambini stiano con lei a casa per sempre.

La nonna si sistema nel pesante scialle e inizia ad aspettare. Sì, il giorno non è lontano. Finalmente i due bambini avranno una casa vera. Finalmente non chiameranno più ‘casa’ quell’istituto.




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