Una chiesa in Moldova
Venerdì 30 Maggio 2008
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Domenica 25 maggio 2008 il Vescovo di Chisinau (Repubblica di Moldova) ha consacrato la piccola chiesa di Cupcini segnando così un’altra tappa del faticoso cammino della Chiesa cattolica che sta rinascendo in quel paese, dopo il passaggio devastante del comunismo, ancora al governo in Moldova.
Dal 2004 anche tre nostri frati di Romania stanno dando il loro apporto alla vita di quella Chiesa.
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La Missione francescana
Stabilitisi al nord del paese, nella cittadina di Riscani, vivono in una vecchia casa resa appena appena abitabile. Lì, in una stanza hanno incominciato ad accogliere i pochi cattolici sopravvissuti per celebrare con loro l’Eucaristia. Ora la comunità è formata da una trentina di persone e tra loro ci sono anche alcuni giovani e bambini.
Il Vescovo ha poi chiesto loro di seguire anche la comunità di Cupcini, a 25 km. da Riscani, dove una comunità di Suore si sono stabilite per prestare il loro servizio pastorale e caritativo. In una stanza della loro casa i frati hanno fino ad ora celebrato la S. Messa per qualche decina di persone. Un generoso benefattore dall’Irlanda, che già aveva restaurato la casa delle suore, ha sostenute le spese anche per la nuova chiesetta. Oggi una quarantina di persone hanno la Messa ogni giorno, ricevono momenti di formazione cristiana e si ritrovano in fraternità. Per alcune persone che dall’ortodossia ( a cui appartenevano spesso solo formalmente) vogliono entrare nella chiesa cattolica viene proposto il cammino di un anno di formazione.
La Chiesa cattolica
A Cupcini c’è così ora una delle 14 chiese cattoliche dell’unica diocesi che abbraccia tutta la Moldova e che può contare su una trentina di sacerdoti, quasi tutti religiosi provenienti da altri paesi. Poco più numerose le religiose di diversi Istituti.
Prima della caduta dell’Unione Sovietica c’era un solo sacerdote cattolico che cercava di portare aiuto ai pochi fedeli sparsi per il paese. Aveva poi lasciato il ministero e così per anni i cattolici non hanno avuto alcuna assistenza religiosa. Ora si dice siano più di diecimila.
Da un censimento fatto prima del comunismo risultava che nell’attuale territorio della Moldova c’erano circa 1000 chiese ortodosse, 600 sinagoghe, 200 luoghi di preghiera dei battisti e 10 chiese cattoliche!
Il Paese
L’attuale repubblica di Moldova apparteneva in antico al Regno di Moldavia che abbracciava tutta l’attuale Romania, la Bucovina e la Bessarabia. Lungo i secoli però il territorio fu spesso occupato, in parte o per intero, dalle potenze vicine: Russia, Ucraina, Impero turco. Nel 1944 fu dichiarata la Repubblica Sovietica di Moldova. Il regime cercò di distruggere l’identità della popolazione di origine romena deportando nella zona gente di altri paesi: Polonia, Germania, Russia, ecc.
Oggi circa metà della popolazione è di origine romena, le lingue ufficiali sono il russo ed il moldavo (romeno).
Polveriera pronta ad esplodere è la zona ad est del fiume Nistro dove minoranze etniche russofone si sono autoproclamate stato indipendente, mai riconosciuto dalla comunità internazionale, ma sotto sotto sostenute dalla Russia.
Oggi e domani
I nostri frati romeni missionari in Moldova risiedono ora a Riscani, cittadina capoluogo dell’omonima regione e servono anche una terza piccola comunità cattolica nella città di Otnica, al confine nord con l’Ucraina. Il Vescovo ha già comperato là una casa diroccata con l’intento di restaurala per farne una cappella ed una abitazione per i sacerdoti. Chiede ai nostri frati di assumersi la responsabilità pastorale di tutto il nord della Moldova.
Con l’aiuto e la generosità della Provincia di Toscana si sta ora costruendo a Riscani la nuova abitazione per i frati. Quando questa sarà pronta, si abbatterà la vecchia per edificare anche la chiesa accanto alla casa dei frati.
La Moldova è davvero terra di missione e tra le più difficili. Si tratta di ricostruire la chiesa, partendo dal nulla, anzi da una diffidenza e da una propaganda antireligiosa instillata da cinquant’anni di regime ateo e oppressivo. Non ci sono gratificazioni, successi pastorali, folle che accorrono, ma la logica dei piccoli passi, pazienza, costanza e umiltà, con uno stile di vera minorità, anche per non essere confusi con tante sette che fanno proseliti con distribuzione di soldi e regali.
E’ una missione della Provincia Romena, ma deve essere sentita propria da tutto l’Ordine per accompagnare quei nostri fratelli generosi con la nostra gratitudine, la nostra solidarietà e la nostra preghiera.
Fra Luciano Marini