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Appello del procuratore aggiunto Giovannini
"Basterebbe poco per garantire il permesso di soggiorno anche ai lavoratori che fanno nomi e cognomi dei loro ‘caporali’".
Bologna, 20 settembre 2011 - Come è previsto per le prostitute che denunciano i propri sfruttatori, bisognerebbe garantire il permesso di soggiorno anche ai lavoratori che fanno nomi e cognomi dei loro ‘caporali’. A lanciare l’appello al mondo della politica affinche’ si avanzino proposte di legge in questa direzione, e’ il procuratore aggiunto di Bologna, Valter Giovannini, oggi intervenuto in rappresentanza della Procura ad un convegno della Cgil sul tema della "legalita’ economica”.
Giovannini, nel suo intervento, ha ricordato il caso di alcuni lavoratori moldavi che ebbero il coraggio di denunciare i propri sfruttatori: si occupo’ lui dell’indagine, che poi sfocio’ in un processo e in una condanna. Il problema di questo ‘vuoto’ normativo emerse gia’ allora, ricorda Giovannini, che gia’ in quell’occasione si era pronunciato sulla necessita’ di provvedere e rimediare. In quel caso, pur con una procedura macchinosa, si trovo’ il modo di dare a questi lavoratori moldavi il permesso (vennero anche ricevuti dall’allora sindaco Sergio Cofferati), ma nessuno, poi, prese in mano la questione e se ne fece portatore nelle sedi opportune.