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Derubato in Turchia, l’ambasciata non lo aiuta


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Inviato 18 August 2011 - 22:15:37


Derubato in Turchia,
l’ambasciata non lo aiuta


La denuncia di un turista: «Ho avuto un po’ d’acqua e la copia del passaporto»
«Solo una famiglia locale mi ha dato cibo e soldi per poter tornare a casa»


Snap1.jpg


di Elena Del Giudice
PORDENONE

Nell’immaginario collettivo
sono il “faro”, il riferimento
in caso di difficoltà. Nella
pratica l’ambasciata italiana
in Turchia si rivelata essere
un, quasi, inutile luogo incapace
di offrire null’altro che
«un bicchiere d’acqua». Non
soldi per un alloggio o per il
cibo,nemmenoaiuto per trovare
una stanza in un albergo
dove attendere ilmomento
del rimpatrio. Nulla, se
non la copia del passaporto
per tornare a casa. E tanti saluti.
E’ la sintesi dell’allucinante
esperienza di Matteo Pascotto,
25 anni di Sant’Antonio
di Porcia, partito il 26 luglio
con cinque amici a bordo
di un furgone, alla volta
della Turchia. A Istanbul, seconda
tappa del viaggio, sono
stati raggiunti da due ragazzi
turchi che li hanno accompagnati
per una settimana,
poi da soli hanno proseguito
verso la costa ovest del
Paese.
AMersin, Matteo viene derubato,
in spiaggia, praticamente
di tutto quel che ha: i
documenti, la carta di credito,
il cellulare. «Mi sono recato
dalla polizia locale per la
denuncia – racconta – e qui
mi hanno suggerito di rivolgermi
ad un consolato, quello
del mio Paese, per ottenere
copia dei documenti».
Gli amici lo hanno quindi
accompagnato a una stazione
di autobus e da qui, dopo
13 ore di viaggio, ha raggiunto
Ankara. Nel frattempo sono
stati riallacciati i contatti
con il ragazzo turco che era
stato con loro all’inizio del
viaggio che ha atteso Matteo
ad Ankara dichiarandosi disponibile
ad ospitarlo. «Ma
non mi sembrava giusto: sono
cittadino italiano e ritenevo
che l’ambasciata avrebbe
potuto aiutarmi a trovare un
alloggio e prestandomi del
denaro. Mi hanno risposto –
racconta – che loro non sono
un’agenzia di viaggi».Aparte
un bicchiere d’acqua e la copia
del passaporto «non ho
avuto null’altro, mentre una
famiglia turca che non conoscevo,
mi ha accolto nella
sua casa, mi ha dato damangiare,
da dormire, dei vestiti
e persino del denaro» che,
una volta tornato a Porcia,
Matteoha restituito.
«In Italia agli immigrati
vengono garantiti assistenza,
vestiti e denaro. E’ giusto.
Io dall’ambasciata del mio
Paese non ho ricevuto nulla,
nemmenoin prestito».



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