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L’APPLAUSO DELLA CRITICA ALL’ANTEPRIMA DEL FILM DI DAVIDE FERRARIO

LA STRADA DI LEVI di Davide Ferrario e Marco Belpoliti (Concorso). Un bel documentario “on the road” firmato a quattro mani da un regista (Ferrario) e da uno scrittore (Belpoliti), un viaggio che ripropone sessant’anni dopo quello intrapreso da Primo Levi da Auschwitz, dopo la liberazione dal lager, fino alla natia Torino. Si parte dalla Polonia in compagnia di Andrzej Wajda, l’autore dell’ “Uomo di marmo” (1976) di cui vediamo alcune immagini, per poi attraversare l’Ucraina, la Bielorussia, la zona proibita di Chernobyl, la Moldavia, la Romania, l’Ungheria, la Slovacchia, l’Austria, la Germania, per finire col ritorno a casa nel capoluogo piemontese, dove nel 1987 lo scrittore si toglierà la vita, lasciando la parola all’amico di vecchia data Mario Rigoni Stern. Una panoramica efficace e incisiva che getta un ponte tra la tregua di Levi, quella tra la fine del secondo conflitto mondiale e l’inizio della Guerra Fredda, e quella a noi più vicina avvenuta tra il crollo del Muro di Berlino e l’11 settembre. Per riflettere sull'identità europea.