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Granzo ucciso da un ex dipendente moldavo


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Inviato 04 July 2008 - 16:25:46


Granzo ucciso da un ex dipendente moldavo

Arrestato ieri, dopo mesi di intercettazioni e pedinamenti, il presunto responsabile del delitto di Cannaregio


Il presunto assassino di Giampaolo Granzo è un suo ex dipendente di nazionalità moldava di poco più di vent'anni. Sarebbe stato lui, secondo la Procura, ad uccidere il fruttivendolo trentanovenne la mattina del 22 marzo del 2007, in pieno centro a Venezia.

Gli uomini della Squadra Mobile di Venezia, coordinati dal sostituto procuratore antimafia Stefano Ancilotto, lo hanno arrestato nella tarda serata di ieri, in Lombardia, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per l'udienza preliminare. Secondo gli inquirenti avrebbe commesso l'omicidio nel corso di una rapina, progettata con l'obiettivo di mettere le mani su una somma di denaro particolarmente consistente, ma conclusasi con un bottino di poche centinaia di euro.

Dopo il delitto, eseguito probabilmente assieme ad un complice, il giovane si era subito dato alla fuga, rientrando in Moldavia, dove ha trovato un lavoro regolare. A casa è rimasto per oltre un anno: poi improvvisamente si è licenziato e ha deciso di rientrare clandestinamente in Italia. Ma gli investigatori sono riusciti a scoprire il suo piano e a tendergli una trappola, facendo scattare le manette ai suoi polsi: da mesi, grazie a centinaia di pedinamenti e intercettazioni telefoniche erano infatti riusciti ad individuarlo e a tenerlo sotto controllo a distanza.

La possibile alternativa sarebbe stata l'arresto in Moldavia, che però non ha accordi di collaborazione giudiziaria con l'Italia: dunque al presunto assassino sicuramente non sarebbe stata concessa l'estradizione. Da settimane, su richiesta della Procura generale di Venezia, le autorità italiane stavano conducendo una trattativa con quelle moldave per verificare le possibilità operative e, a quanto pare, l'unica strada praticabile sarebbe consistita nel chiedere l'arresto e il processo in Moldavia sulla base delle prove raccolte in Italia. La decisione del giovane di rientrare in Italia ha improvvisamente riaperto la partita: saputo della sua intenzione grazie ad alcune telefonate intercettate, gli agenti della Mobile veneziana, comandata da Alessandro Giuliano, è subita entrata in azione. E, a conclusione di una caccia durata un giorno intero, il presunto assassino è stato arrestato.

Giampaolo Granzo, sposato con Romina, padre di tre figli, fu trovato morto in campiello Augusto Picutti, a pochi passi da rio terà San Leonardo, nel sestiere di Cannaregio, all'interno del magazzino che utilizzava come deposito per il suo banchetto di frutta e verdura. Il corpo dell'uomo fu rinvenuto da un suo collaboratore in una posizione che ricorda un'esecuzione di mafia: mani e piedi legati dietro la schiena, come "incaprettato"; nastro adesivo da pacchi sulla bocca e, attorno al collo, come se avessero cercato di impedirgli di parlare; il cranio sfondato nella parte posteriore, effetto di un colpo violentissimo, sferrato con un oggetto contundente, forse una mazza o una spranga di ferro. Il decesso, ha appurato l'autopsia, è intervenuto per soffocamento, a causa degli stracci che gli sono stati infilati in gola per impedire che potesse urlare per chiamare aiuto.

L'ex dipendente moldavo conosceva le abitudini della vittima ed era convinto che quel giorno Granzo avesse parecchio contante con sè, almeno 70-80 mila euro. Per questo motivo avrebbe deciso di tendergli un agguato nel magazzino nel quale, a metà mattina, era solito fare una pausa. Quella mattina, però, Granzo non aveva tutti quei soldi: li aveva spesi il giorno prima. A quanto pare in tasca i banditi gli hanno trovato poche centinaia di euro. Ecco perché, dopo averlo picchiato e legato, i malviventi si impossessarono delle chiavi della sua abitazione per poi recarsi a cercare il resto del denaro: la casa fu messa a soqquadro, ma invano, e i banditi si accontentarono di fare razzia di qualche gioiello.

Da allora la caccia agli assassini è stata serrata. Un lavoro di grande capacità investigativa, ma anche di pazienza. Il giovane moldavo è stato identificato dopo pochi mesi di indagini come il presunto responsabile del delitto, ma ormai non era più in Italia e non è stato facile riuscire a rintracciarlo. Essenziali sono risultate le intercettazioni telefoniche, grazie alle quali la polizia è riuscita ad acquisire conferme e riscontri delle prime ipotesi investigative. Il problema successivo che il pm Ancilotto ha dovuto affrontare è stato quello di come riuscire a far arrestare il giovane. Nei prossimi giorni l'indagato dovrà comparire davanti al giudice per l'udienza preliminare per l'interrogatorio di garanzia e avrà la possibilità di fornire la sua verità sulla vicenda. Nel frattempo continua la caccia al complice che avrebbe partecipato assieme al giovane moldavo alla rapina e al delitto.

Gianluca Amadori



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