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Avviata una raccolta fondi per il piccolo di undici mesi nato con gravi malformazioni a piedi e mani
San Benigno si mobilita per il bimbo senza arti
SAN BENIGNO CANAVESE 21/06/2008 - Il prossimo 14 luglio, il piccolo Cristian spegnerà la prima candelina sulla torta di compleanno. Proprio in questi giorni sta iniziando a “gattonare”. Purtroppo, vista la sua grave malformazione congenita agli arti, c’è il rischio che non possa camminare.
Cristian è nato in Moldavia, da due mesi abita con la nonna in via Filadelfia a Torino. La sua storia sta rapidamente varcando i confini della città per bussare al cuore di chiunque abbia modo di aiutarlo. A San Benigno, per esempio, alcuni cittadini hanno avviato e diffuso una raccolta fondi per il bimbo, appoggiando l’idea lanciata qualche tempo fa dalla famiglia di Cristian: perché il piccolo, a causa delle sue malformazioni, necessita di cure e interventi chirurgici agli arti inferiori e superiori. I suoi genitori, che da mesi stanno facendo la spola tra Italia e Moldavia, non hanno grandi possibilità economiche: la mamma, così come la nonna, per accudirlo al meglio ha dovuto persino licenziarsi dal lavoro.
«Quando è nato, l’anno scorso, i medici moldavi hanno allargato le braccia sconsolati – racconta Ekaterina Birdan, 53 anni, nonna del piccolo Cristian – ci hanno chiaramente detto che nel nostro paese non c’è alcuna possibilità di curare il bambino. Così, dato che da tempo abito in Italia, ho pensato di portarlo con me per cercare di dare a questa creatura qualche speranza». Il bambino, infatti, non ha i piedini e le mani si sono sviluppate senza dita. In Piemonte le istituzioni hanno fatto il possibile: ad agosto il bimbo sarà operato alla mano sinistra, la meno grave, presso il reparto di ortopedia e traumatologia dell’ospedale Sant’Anna.
Le cure relative al ricovero saranno sostenute dall’assessorato regionale alla Sanità. Un primo passo, comunque importante, in un mare di difficoltà: «Infatti stiamo cercando qualcuno che voglia occuparsi di Cristian per gli anni a venire – conferma la nonna – nei piedi, che purtroppo non si sono minimamente sviluppati, il bambino ha bisogno di delicate e costose protesi, oltretutto da sostituire ogni sei mesi seguendo la crescita. Ho girato mezza Italia per trovare qualcuno in grado di aiutarmi: sono stata anche nei centri specializzati di Bologna. Purtroppo non si è mosso nulla. E il tempo stringe».
Già, perché il prossimo 10 ottobre, scade il visto turistico concesso a Cristian per restare nel nostro paese: se tornerà in Moldavia, vista l’assenza di accordi internazionali in merito, è possibile che il piccolo non riesca più a rientrare in Italia. Neanche per le eventuali visite previste ogni sei mesi per la sostituzione delle protesi: «Per ottenere il suo rientro c’è bisogno di uno specialista o di una struttura ortopedica che dichiari di prendersi cura del bambino – conferma la nonna – vuoi per la difficoltà del caso o per l’attuale mancanza di una certa copertura economica degli interventi, per ora non si è fatto avanti nessuno». È chiaro, purtroppo, che se Cristian dovesse rimanere in Moldavia, le sue speranze di camminare sarebbero veramente esigue.
«È un bimbo bellissimo ma, per noi, rappresenta anche un grande dolore – continua Ekaterina Birdan – un dolore enorme perché sappiamo a quali problemi andrà incontro un ragazzo che non potrà muoversi liberamente. Spero sempre che qualcuno mi contatti per dirmi che c’è qualche speranza di seguire Cristian. Altrimenti non oso immaginare quello che lo aspetta». La famiglia ha realizzato anche un sito Internet in diverse lingue con tutte le informazioni del caso, all’indirizzo http://www.helpcristian.eu. Per contattare direttamente la nonna, invece, è attivo il numero 329.2095771.
Alessandro Previati
Claudio Martinelli
