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Marta Franceschini : la valigia di Agafia


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Questa discussione ha avuto 6 risposte

#1 Rick

Rick

    Tpx5MI

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    Medaglie



Inviato 18 June 2008 - 18:15:54


http://martafrancesc...-di-agafia.html



Immagine inviata


#2 XCXC

XCXC

    TpX2MI

  • Ambasadiani MIra
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    Medaglie








Inviato 18 June 2008 - 18:35:07


Marta Franceschini
La valigia di Agafia

LavaligiadiAgafia.jpg

Ft. 12,2 x 20
pp. 108
eur 11,00

ACQUISTA

ISBN 978-88-6043-045-8


IL LIBRO
Dalla miseria fangosa del suo villaggio, dove ha cominciato a lavorare fin dall’infanzia raccogliendo tabacco nelle piantagioni, una ragazza moldava, Agafia, si assoggetta a un lavoro massacrante che la porta oltre il circolo polare artico, in una Siberia senza legge e senza dignità, su treni che masticano gelo e violenza. Ma questo è solo l’inizio del viaggio: abusi, pestaggi e tradimenti saranno le prossime fermate. Una fuga disperante, che di orrore in orrore la porta a piedi scalzi su frontiere spinate, per chilometri di attese, di inganni, di sfinimenti. E alla fine, in un'Italia che raccoglie e schiavizza i brandelli rimasti, distogliendo per pudore lo sguardo. Clandestina nel nostro Paese, Agafia impara, insieme alla lingua, l’umiliazione di chi vive senza diritti, senza protezione, e senza tregua. La vita racchiusa in una valigia. Prima a Roma e poi a Bologna, passa le notti nelle stazioni, e i giorni a consumare scarpe in cerca di un lavoro, un rifugio, un letto: un miraggio per cui sarà disposta anche a vendersi. E quando diventa finalmente “badante”, scopre di essere finita nell’ennesima trappola, fatta di condizioni disumane a cui non può né vuole sottostare. Ma è proprio sul fondo del baratro che scopre anche l’amore, infelice e sventurato come tutta la sua esistenza, fratellanza di ferite e specchio di dannazione, ma capace di nutrire l'anima. Solo allora Agafia sarà pronta per il suo ultimo viaggio…



          
UNA STORIA VERA

Tre anni fa Agafia, spinta dal bisogno lacerante di gridare al mondo la sua pena, chiese a Marta Franceschini, incontrata durante una presentazione in un locale bolognese, di scrivere un libro sulla sua triste vicenda. Dopo averne ascoltato per ore e ore il doloroso racconto, l’autrice ha riversato in questo libro la storia vera, attuale, incalzante e spietata della giovane moldava, condannata fin dall’infanzia a macerarsi nelle fatiche più pesanti e nella sofferenza, costretta a una fuga senza soste tra orrori di ogni genere, approdata infine in Italia, come tante donne dell’est, e illusa da un amore infelice, unico conforto alla sua anima.




          
L’AUTRICE
Franceschini.jpg

Marta Franceschini vive e lavora a Bologna. Laureata in Storia Orientale, giornalista pubblicista, ha vissuto in Gran Bretagna, Stati Uniti e per tre anni in India, dove è stata corrispondente free-lance per numerose testate italiane (“L’Espresso”, “Noi Donne”, “Quotidiani Associati”, ecc.). Ha esordito come scrittrice nel 2000 con La discesa della paura (Sellerio), premiato al Festival del Primo Romanzo di Cuneo nel 2001 e tradotto in tedesco dalla Goldmann Verlag nello stesso anno. In edizione Marlin ha pubblicato Sangue del mio sangue (2006). Nello stesso anno ha curato i testi dello spettacolo teatrale "La donna imperfetta" (Tita Ruggeri) e, nel 2007, del documentario "Ero nato per volare" (Enza Negroni) per il Museo della Memoria di Bologna.




            

L'ASSAGGIO
<<La cosa che odio di più della mia vita sono le valigie. Dalla prima volta che sono partita dal villaggio sono diventate il mio incubo. Per anni ho girato con la vita chiusa in una valigia, trascinata da una meta all’altra. Cose, vestiti, ricordi, tutto sempre con me, ogni mese, ogni anno sempre più pesante. Quanti manici ho rotto nel trasporto! Che dolore alle spalle, alle braccia, alle dita. Macigni da spingere, issare. La mia identità chiusa con lo spago in una scatola. La mia precarietà appresso, che mi insegue, come un’ombra. Ogni azione, ogni decisione condi-zionata dalla sua presenza. Non sono più libera di fare una corsa, di entrare in un negozio, di sognare ad occhi chiusi. Il pensiero costante corre a lei: dove metterla? come assicurarmi la sua integrità, e insieme alla sua, la mia salvezza? Poi, quando finalmente la apro, il risultato di tan-ta fatica è un’interiorità spiegazzata e maleodorante. La pochezza del mio universo salta agli occhi impietosa. Poche cose ridicole conservate con cura, come prove patetiche della mia esistenza. Chiuse in una valigia. Vorrei gettarla giù da un ponte e stare a guardare mentre affonda. Per vedere cosa resta di me.
>>




.


#3 cassandra

cassandra

    MI

  • Ambasadiani MI1-e
  • StellaStella
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    Località:Moldova

    Medaglie

Inviato 18 June 2008 - 20:03:13


Visualizza messaggioXCXC, su 18-Jun-2008 19:35, dice:

Marta Franceschini
La valigia di Agafia

Allegato attachment

Ft. 12,2 x 20
pp. 108
eur 11,00

ACQUISTA

ISBN 978-88-6043-045-8
IL LIBRO
Dalla miseria fangosa del suo villaggio, dove ha cominciato a lavorare fin dall’infanzia raccogliendo tabacco nelle piantagioni, una ragazza moldava, Agafia, si assoggetta a un lavoro massacrante che la porta oltre il circolo polare artico, in una Siberia senza legge e senza dignità, su treni che masticano gelo e violenza. Ma questo è solo l’inizio del viaggio: abusi, pestaggi e tradimenti saranno le prossime fermate. Una fuga disperante, che di orrore in orrore la porta a piedi scalzi su frontiere spinate, per chilometri di attese, di inganni, di sfinimenti. E alla fine, in un'Italia che raccoglie e schiavizza i brandelli rimasti, distogliendo per pudore lo sguardo. Clandestina nel nostro Paese, Agafia impara, insieme alla lingua, l’umiliazione di chi vive senza diritti, senza protezione, e senza tregua. La vita racchiusa in una valigia. Prima a Roma e poi a Bologna, passa le notti nelle stazioni, e i giorni a consumare scarpe in cerca di un lavoro, un rifugio, un letto: un miraggio per cui sarà disposta anche a vendersi. E quando diventa finalmente “badante”, scopre di essere finita nell’ennesima trappola, fatta di condizioni disumane a cui non può né vuole sottostare. Ma è proprio sul fondo del baratro che scopre anche l’amore, infelice e sventurato come tutta la sua esistenza, fratellanza di ferite e specchio di dannazione, ma capace di nutrire l'anima. Solo allora Agafia sarà pronta per il suo ultimo viaggio…



          
UNA STORIA VERA

Tre anni fa Agafia, spinta dal bisogno lacerante di gridare al mondo la sua pena, chiese a Marta Franceschini, incontrata durante una presentazione in un locale bolognese, di scrivere un libro sulla sua triste vicenda. Dopo averne ascoltato per ore e ore il doloroso racconto, l’autrice ha riversato in questo libro la storia vera, attuale, incalzante e spietata della giovane moldava, condannata fin dall’infanzia a macerarsi nelle fatiche più pesanti e nella sofferenza, costretta a una fuga senza soste tra orrori di ogni genere, approdata infine in Italia, come tante donne dell’est, e illusa da un amore infelice, unico conforto alla sua anima.




          
L’AUTRICE
Allegato attachment

Marta Franceschini vive e lavora a Bologna. Laureata in Storia Orientale, giornalista pubblicista, ha vissuto in Gran Bretagna, Stati Uniti e per tre anni in India, dove è stata corrispondente free-lance per numerose testate italiane (“L’Espresso”, “Noi Donne”, “Quotidiani Associati”, ecc.). Ha esordito come scrittrice nel 2000 con La discesa della paura (Sellerio), premiato al Festival del Primo Romanzo di Cuneo nel 2001 e tradotto in tedesco dalla Goldmann Verlag nello stesso anno. In edizione Marlin ha pubblicato Sangue del mio sangue (2006). Nello stesso anno ha curato i testi dello spettacolo teatrale "La donna imperfetta" (Tita Ruggeri) e, nel 2007, del documentario "Ero nato per volare" (Enza Negroni) per il Museo della Memoria di Bologna.




            

L'ASSAGGIO
<<La cosa che odio di più della mia vita sono le valigie. Dalla prima volta che sono partita dal villaggio sono diventate il mio incubo. Per anni ho girato con la vita chiusa in una valigia, trascinata da una meta all’altra. Cose, vestiti, ricordi, tutto sempre con me, ogni mese, ogni anno sempre più pesante. Quanti manici ho rotto nel trasporto! Che dolore alle spalle, alle braccia, alle dita. Macigni da spingere, issare. La mia identità chiusa con lo spago in una scatola. La mia precarietà appresso, che mi insegue, come un’ombra. Ogni azione, ogni decisione condi-zionata dalla sua presenza. Non sono più libera di fare una corsa, di entrare in un negozio, di sognare ad occhi chiusi. Il pensiero costante corre a lei: dove metterla? come assicurarmi la sua integrità, e insieme alla sua, la mia salvezza? Poi, quando finalmente la apro, il risultato di tan-ta fatica è un’interiorità spiegazzata e maleodorante. La pochezza del mio universo salta agli occhi impietosa. Poche cose ridicole conservate con cura, come prove patetiche della mia esistenza. Chiuse in una valigia. Vorrei gettarla giù da un ponte e stare a guardare mentre affonda. Per vedere cosa resta di me.
>>

E una storia che ti rimane nel cuore...e che purtropo anche oggi ci sono ancora migliaia de storie di vitta come la sua...le donne che si sacrificano la loro vita per la familie e bambini,per darli un futturo migliore...e multo triste  :(



,,Cerca di essere sempre te stesso,cosi un giorno potrai dire di essere stato l'unico.''                                                                                                         Jim Morrison''.

#4 Mary81

Mary81

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Inviato 26 June 2008 - 16:05:11


Visualizza messaggiocassandra, su 18-Jun-2008 21:03, dice:

E una storia che ti rimane nel cuore...e che purtropo anche oggi ci sono ancora migliaia de storie di vitta come la sua...le donne che si sacrificano la loro vita per la familie e bambini,per darli un futturo migliore...e multo triste :(






Essendo in tema volevo raccontare una storia veramente terribile che ci penso quasi tutti i giorni. Spero di essere capita mi esprimo abastanza male.

I miei vicini di casa si sono separati lui e andato a lavorare con il figlio più grande in Russia e lei e rimasta a casa con altri 4 figli da mantenere tra cui uno maggiorene mascchio,una bambina di 9 anni e 2 gemelli di 7 anni. Una volta andato via di casa il padre non ha più sostenuto il resto dei figli in nessun modo qundi la mamma non avendo più ninte da dare da mangiare ai figli e partita pure lei a lavorare in Cipro e i più piccoli sono rimasti con il frattelo maggiore e con la nonna che li dava un occhiata ogni tanto perche lei abita li vicino però in un altra casa.

E cosi il frattelo maggiore (lui ha penso 19 anni non di più) a portato i bambini al lago asieme alla fidanzata e si sono imboscati lasciando i piccoli da soli, uno di loro e scivolato in acqua dove era più profondo i altri due si sono butatti ad aiutarli e non ci crederete sono anegati tutte tre, non c'era nessuno ad aiutarli solo più tardi e passata una ragazza per caso ma solo per caricare i corpicini e portarli a casa. E successo l'estate scorsa.



Cè un solo tipo di successo: quello di fare dalla propria vita ciò che si desidera!


#5 XCXC

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Inviato 26 June 2008 - 16:40:11


Visualizza messaggioMary81, su 26-Jun-2008 17:05, dice:


Essendo in tema volevo raccontare una storia veramente terribile che ci penso quasi tutti i giorni. Spero di essere capita mi esprimo abastanza male.

I miei vicini di casa si sono separati lui e andato a lavorare con il figlio più grande in Russia e lei e rimasta a casa con altri 4 figli da mantenere tra cui uno maggiorene mascchio,una bambina di 9 anni e 2 gemelli di 7 anni. Una volta andato via di casa il padre non ha più sostenuto il resto dei figli in nessun modo qundi la mamma non avendo più ninte da dare da mangiare ai figli e partita pure lei a lavorare in Cipro e i più piccoli sono rimasti con il frattelo maggiore e con la nonna che li dava un occhiata ogni tanto perche lei abita li vicino però in un altra casa.

E cosi il frattelo maggiore (lui ha penso 19 anni non di più) a portato i bambini al lago asieme alla fidanzata e si sono imboscati lasciando i piccoli da soli, uno di loro e scivolato in acqua dove era più profondo i altri due si sono butatti ad aiutarli e non ci crederete sono anegati tutte tre, non c'era nessuno ad aiutarli solo più tardi e passata una ragazza per caso ma solo per caricare i corpicini e portarli a casa. E successo l'estate scorsa.


cosaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa????????????????

ma ti sembra credibile? Io nn ci credo....



.


#6 Mary81

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Inviato 26 June 2008 - 17:13:59


Visualizza messaggioXCXC, su 26-Jun-2008 17:40, dice:


cosaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa????????????????

ma ti sembra credibile? Io nn ci credo....




Immaginavo anche a me veniva difficile credere cmq se cè qualcuno del nord della Moldavia sicuramente avra sentito di questa storia io al massimo che possa fare e fare delle foto alle tombe dei piccoli quando vado a casa quest'estate. La mamma si chiama Elena Gìrlà mia sorella la aiutata economicamente a fare il funerale.
Immaginate il dolore di quella madre non mi permetterei mai di raccontare fesserie su un dolore del genere.Mi fa male ogni volta che ci penso.
Il frattelo che stava con loro al lago per un periodo di tempo a smesso di parlare penso dallo scioc.



Cè un solo tipo di successo: quello di fare dalla propria vita ciò che si desidera!


#7 XCXC

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    Medaglie








Inviato 26 June 2008 - 17:26:08


scusa ma avevo capito male io... pensavo alla frase "si sono imboscati" diversamente....

... nascosti per abbandonarli... per quello nn potevo crederci...

ok... ora e' chiaro....



.





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