CRISTY, su 18-Apr-2010 02:12, dice:
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Terapia
L’ideale sarebbe l’identificazione sicura e il conseguente allontanamento della causa, prima di passare alle terapia farmacologica, la quale è soltanto sintomatica, palliativa, ma comunque utile anche dopo l’allontanamento dell’agente scatenante, perché il paziente prova sollievo durante il periodo necessario per lo smaltimento dello stesso.
I pazienti dovrebbero seguire una dieta ipoallergenica, evitando tutti i cibi potenzialmente urticariogeni: se questa misura ha successo i cibi possono essere reintrodotti uno per volta, per verificarne le conseguenze.
Anche i farmaci dovrebbero essere sospesi, nei limiti del possibile (ad es. salicilati e altri FANS, ACE-inibitori, codeina), insieme ad altri fattori come stress fisici ed emozionali.
La terapia farmacologica si basa su sostanze in grado di antagonizzare a vari livelli i mediatori prodotti:
- antistaminici anti-H1: terfenadina, astemizolo, loratadina, cetirizina, acrilastina ecc... sono i farmaci di prima scelta perché presentano un trascurabile potere sedativo-ipnotico (paragonabile a quello del placebo) e hanno un’emivita sufficientemente lunga. La terfenadina interferisce con i composti imidazolici
- doxepina: antidepressivo triciclico dotato di attività antistaminica, particolarmente indicato nell’orticaria psicogena associata ad ansia o depressione
- stabilizzanti di membrana: chetotifene, oxatomide; indicati nel sospetto di un’azione diretta sul mastocita da parte dell’allergene; in questo gruppo si può includere anche la nifedipina, che diminuisce l’afflusso intracellulare di calcio, essenziale per ogni processo di esocitosi e degranulazione cellulare
- anticomplementari antistaminici: es. cinnarizina, che ha anche un’attività antiserotoninergica ed è particolarmente utile nell’orticaria serotoninergica
CRISTY, su 18-Apr-2010 02:12, dice:
Tanto io... rimarro' sempre quella che sono
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E qui metto .