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Ecco i nomadi che girano con la Ferrari


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Questa discussione ha avuto 10 risposte

#1 Guest_Azzurro_*

Guest_Azzurro_*
  • Ospite

Inviato 17 May 2008 - 12:17:20


Il Giornale 17 maggio 2008

Ecco i nomadi che girano con la Ferrari

Gian Marco Chiocci - Luca Rocca

Usura, soprattutto. Ma anche spaccio di droga, truffa, estorsione, riciclaggio. Così si presenta la parte meno nobile della famiglia Casamonica, clan di 350 nomadi sinti radicato nella Capitale, censito recentemente anche da una relazione della commissione parlamentare Antimafia. Secondo l’analisi della Dia, i «rom de Roma» dall’imponente potere economico, vivono in abitazioni lussuose, si spostano in auto di grossa cilindrata, hanno consistenti conti correnti, e soprattutto investono ogni provento illecito nel settore immobiliare.

Negli ultimi maxi-sequestri, nonostante le dichiarazioni dei redditi dei Casamonica sfiorino la soglia di povertà, la Dia ha messo i sigilli a beni per un valore di oltre 85milioni di euro, ha confiscato terreni edificabili, ville con palme e piscine, stabili sul golfo degli Aranci, 33 cavalli da corsa, oltre 200 conti correnti e 75 autovetture di lusso, tra cui Ferrari, Rolls Royce, Bentley, decine di Bmw e Mercedes. Ad uno dei patriarchi rom, la struttura investigativa antimafia ha poi requisito una villa in costruzione di venti stanze (1500 metri quadrati) «difesa» da microcamere che rimandavano le immagini su schermi al plasma piazzati in cucina, in camera da letto, nella toilette. Va anche detto, però, che a forza di ricorsi e controricorsi, molti dei beni sequestrati in corso d’opera sono tornati nella disponibilità dei titolari.

Seguendo i flussi finanziari della holding criminale, la Dia è finita nel Principato di Monaco dove ha individuato una società sospetta (ritenuta la «cassaforte» del clan) terminale dei milioni di euro frutto di attività riconducibili al narcotraffico. L’ultimo assalto alla Famiglia l’ha portato il 10 aprile scorso la Dda di Roma arrestando quattro componenti dell’organizzazione sulla scia di un’analoga inchiesta della procura di Viterbo. All’origine degli accertamenti, la denuncia di un imprenditore ripetutamente minacciato di morte («o paghi, o la tua vita finisce qui») per un prestito di 40mila euro lievitato in pochi mesi, con interessi stellari, a 200mila euro. Negli elaborati della Dia e dell’«Osservatorio tecnico scientifico per la sicurezza del Lazio», i nullatenenti Casamonica si dividono il mercato regionale del crimine con i referenti in loco di Cosa nostra, ’ndrangheta e camorra.

Il territorio di riferimento della famiglia spazia dai quartieri Appio-Tuscolano all’Anagnina, da Tor Bella Monaca fino all’alta Ciociaria. Spulciando nelle informative si scopre inoltre che la dinastia dei Casamonica inizia a darsi da fare col commercio dei cavalli ma in breve il salto di qualità è tale da far rabbrividire gli investigatori più scettici. I milioni di lire diventano miliardi, le cifre di oggi sono da capogiro. Alle cronache i Casamonica si affacciano negli anni Ottanta quando sei componenti della famiglia finiscono dentro per aver taglieggiato un commercialista. Successivamente vengono tirati in ballo per il sequestro della moglie di un ingegnere elettronico avvenuto a Marino, ai Castelli romani.

Ma il primo, durissimo, colpo, il clan lo incassa nei primi anni Novanta col sequestro di un gigantesco parco-auto con vetture di prestigio avendo messo le mani, prima degli altri, sul mercato delle «importazioni parallele» e il business sull’Iva non pagata. A ruota seguono una serie di misure di prevenzione; nel 1995 per un miliardo di lire (certificati di deposito e gioielli) e nel 1996 per oltre cinque miliardi (frutto di estorsioni e truffe col bancomat). La pressione degli organi investigativi si fa più incalzante nel 1998 quando la Sezione Narcotici diretta dal mitico Francesco Di Maio irrompe nel residence di Casal Morena, arredato pacchianamente come le ville dei Soprano, per arrestare il ricercatissimo Giuseppe nascosto in garage tra due Ferrari.

Il gioco a guardie e ladri non si ferma praticamente mai. Ogni anno qualcuno del clan fa parlare di sé, anche solo se si tratta di picchiare i vigili urbani per evitare l’abbattimento di ville abusive al rione Osteria del Curato. Si parla molto dei Casamonica quando l’Interpol rintraccia Raffaele Purpo, detto «il mafia», considerato il collettore del narcotraffico per i nomadi romani.

Quando Guerino finisce in manette mentre chiede il pizzo alla responsabile dello spettacolo estivo «Dietro le mura». Quando Raffaele, latitante per reati d’usura, viene arrestato a Praga dove s’era rifugiato insieme ai figli sottratti alla madre. O quando l’ultimo della serie, Claudio, a febbraio è costretto a ridimensionare le mire espanionistiche della famiglia nella Tuscia: i carabinieri lo braccano e lo intercettano per mesi. In conferenza stampa diranno: «Era un capoclan». L’ennesimo.


#2 CRISTY

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Inviato 17 May 2008 - 12:58:17


Berlusconi a questo qui gli fa un baffo :girl_haha:
POVERA ITALIA! :girl_sigh:



IPB Image
Affida il tuo cammello alla provvidenza di Dio, ma legalo prima ad un albero.

#3 Guest_Azzurro_*

Guest_Azzurro_*
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Inviato 27 June 2008 - 14:47:47


IMPRONTE NOMADI, UE NON SONO POSSIBILI

BRUXELLES - La Commissione europea non commenta quello che al momento sono ancora "dichiarazioni" di politici sulle impronte digitali per i rom, ma rileva che questo non è possibile secondo le regole Ue. E' quanto ha affermato un portavoce della Commissione Ue rispondendo alle domande dei giornalisti. Rispondendo alle domande dei giornalisti sulla proposta avanzata dal ministro dell'interno Roberto Maroni di prendere le impronte digitali dei rom inclusi i bambini, il portavoce della Commissione Ue ha inizialmente replicato che siamo ancora alla fase delle "dichiarazioni e controdichiarazioni di attori della scena politica italiana". "Abbiamo visto la dichiarazione del Consiglio d'Europa e la Commissione come le altre istituzioni europee è legata ai diritti fondamentali e alla lotta contro le discriminazioni". Il portavoce però ha precisato di non voler commentare prima dell'adozione da parte delle autorità italiane di un testo legislativo e di una sua eventuale notifica alla Commissione Ue. Ai giornalisti che insistevano per avere una posizione della Commissione Ue su questo argomento, al di là della questione italiana, il portavoce ha replicato in un primo momento che una simile evenienza "non si è ancora verificata". A chi ha quindi chiesto se in base alle regole Ue questa ipotesi sia possibile, il portavoce ha replicato: "La risposta è no. Pensavo fosse chiaro implicitamente".

Rispondendo alle domande dei giornalisti sulla proposta avanzata dal ministro dell'interno Roberto Maroni di prendere le impronte digitali dei rom inclusi i bambini, il portavoce della Commissione Ue ha inizialmente replicato che siamo ancora alla fase delle "dichiarazioni e controdichiarazioni di attori della scena politica italiana". "Abbiamo visto la dichiarazione del Consiglio d'Europa e la Commissione come le altre istituzioni europee è legata ai diritti fondamentali e alla lotta contro le discriminazioni". Il portavoce però ha precisato di non voler commentare prima dell'adozione da parte delle autorità italiane di un testo legislativo e di una sua eventuale notifica alla Commissione Ue. Ai giornalisti che insistevano per avere una posizione della Commissione Ue su questo argomento, al di là della questione italiana, il portavoce ha replicato in un primo momento che una simile evenienza "non si è ancora verificata". A chi ha quindi chiesto se in base alle regole Ue questa ipotesi sia possibile, il portavoce ha replicato: "La risposta è no. Pensavo fosse chiaro implicitamente".


#4 XCXC

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Inviato 27 June 2008 - 15:07:16


non capisco questa discussione sulle impronte. Se le prelevano agli extraUE devono prelevarle a tutti. Punto!!!

Se domani vogliono prelevare le mie... non ho nulla in contrario!



.


#5 mau91

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Inviato 27 June 2008 - 15:10:29


.....se uno e' pulito, non ha paura di nulla......nemmeno al telefono.


#6 XCXC

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Inviato 27 June 2008 - 15:16:02


Visualizza messaggiomau91, su 27-Jun-2008 16:10, dice:

.....se uno e' pulito, non ha paura di nulla......nemmeno al telefono.

appunto...



.


#7 sergio3

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Inviato 27 June 2008 - 17:27:43


Visualizza messaggioXCXC, su 27-Jun-2008 16:16, dice:

appunto...


Concordo,:

Lo Stop al censimento dei Rom non viene dal Commissario Ue

"Le dichiarazioni divulgate, attraverso un'agenzia, da alcuni organi di informazioni italiani non provengono affatto dal Commissario competente per materia, ma semplicemente dal portavoce del Commissario Orban, incaricato per il multilinguismo, l'italiano Petrucci. A cio' si aggiunge il fatto che, in tutta evidenza, chi fa circolare preventivamente queste critiche non ha la piu' pallida idea ne' dell'esatto contenuto del provvedimento predisposto dal ministro Maroni, ne' tanto meno della prassi in uso da tempo, da parte della stessa magistratura per i minori per l'identificazione dei minori stranieri, anche attraverso esami antropometrici". Lo afferma il capo-delegazione della Lega Nord al Parlamento europeo, Mario Borghezio. "Siamo di fronte -aggiunge- ad una tempesta in un bicchier d'acqua: un'evidente montatura politica innescata da esternatori che, come ben denunciato di recente dal presidente Berlusconi, non contribuiscono certo a dare dell'operato della Commissione europea un'immagine di serieta' e affidabilita



Io non mi sento italiano, voglio resistere e insorgere


#8 Guest_Azzurro_*

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Inviato 06 July 2008 - 22:33:55


Mozioni

FRANCO Vittoria, FINOCCHIARO, ZANDA, LATORRE, LEGNINI, SOLIANI, PEGORER, CASSON, LIVI BACCI - Il Senato,

premesso che:

il Ministro dell'interno ha intrapreso l'iniziativa di attuare un censimento delle popolazioni dei campi nomadi autorizzati attraverso il prelievo delle impronte digitali delle persone alloggiate in tali campi, ivi compresi i minori di diciotto anni;

l'iniziativa del Ministro dell'interno si realizza per mezzo di ordinanze del Presidente del Consiglio dei ministri per attuare misure urgenti di protezione civile e per fronteggiare lo stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi nei territori di alcune regioni italiane, tra cui il Lazio, la Campania e la Lombardia. Tali ordinanze, nel titolo e nelle premesse, evidenziano come gli insediamenti nomadi determinino una condizione di allarme sociale, "con possibili gravi ripercussioni in termini di ordine pubblico e sicurezza per le popolazioni locali" tali da far ravvisare la necessità di un intervento del Governo nazionale a carattere "straordinario e derogatorio" finalizzato al supermento di questa emergenza;

il regime straordinario e derogatorio fa sì che i Prefetti dei territori interessati dalle ordinanze assumano le funzioni di Commissari delegati per la realizzazione di tutti gli interventi necessari per il superamento dello stato di emergenza;

tra le misure stabilite dalle ordinanze del Governo vi è l'identificazione e il censimento delle persone, anche minori di età, e dei nuclei familiari presenti nei campi nomadi autorizzati. Si realizza, così, una forma di controllo generalizzato, ma su gruppi specifici di persone, che non è affatto assimilabile ad un'attività di censimento della popolazione legittimata da esigenze statistiche, né di assistenza materiale e umanitaria;

premesso, inoltre, che:

la Convenzione sui diritti dell'infanzia approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall'Italia con legge n. 176 del 1971, stabilendo che i fanciulli, minori di diciotto anni, necessitano di cure e di protezione particolari, compresa una protezione legale appropriata, impegna gli Stati parti al prioritario rispetto dell'interesse superiore del fanciullo in tutte le decisioni che competono alle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle autorità amministrative e degli organi legislativi;

l'articolo 27 della citata Convezione ONU impegna gli Stati parti ad adottare "adeguati provvedimenti, in considerazione delle condizioni nazionali e compatibilmente con i loro mezzi, per aiutare i genitori e altre persone aventi la custodia del fanciullo ad attuare questo diritto e offrono, se del caso, un'assistenza materiale e programmi di sostegno, in particolare per quanto riguarda l'alimentazione, il vestiario e l'alloggio";

la maggior parte delle persone di etnia rom è peraltro costituita da cittadini comunitari; in quanto tali sono titolari del diritto alla libertà di circolazione e soggiorno nel territorio dell'Unione europea, che secondo il considerando n. 11 della direttiva 38/2004/CE è "conferito direttamente dal Trattato (….) e non dipende dall'aver completato le formalità amministrative", atteso che tale diritto rappresenta esso una componente essenziale della cittadinanza europea;


l'iniziativa del Governo italiano di prelevare le impronte digitali dei bambini degli insediamenti nomadi ai fini della loro identificazione è stata oggetto di critiche e di forti preoccupazioni da parte del Presidente dell'Unicef Italia, Vincenzo Spatafora, del Commissario ai diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, del Pontificio Consiglio dei migranti del Vaticano. Sulla questione è intervenuto anche il Garante per la protezione dei dati personali che ha evidenziato come dal censimento proposto dal Governo possano derivare "possibili problemi di discriminazione". Il commissario dell'Unione europea alla giustizia, libertà e sicurezza, Jacques Barrot, pur non esprimendosi nel merito del provvedimento del Governo italiano, ha commentato che "non ci possono essere discriminazioni nei confronti dei rom";

il metodo di identificazione dei minori stabilito dalle ordinanze del Governo determina, di fatto, il mancato rispetto del diritto all'uguaglianza tra tutti i bambini e prefigura una violazione dei diritti fondamentali della persona umana;

una metodica di riconoscimento dell'identità personale rivolta esclusivamente a determinati gruppi di persone, unite dall'appartenenza ad una specifica etnia o credo o identità culturale, richiama inevitabilmente alla memoria episodi gravi e penosi della storia italiana ed europea, caratterizzati dalla discriminazione, dall'intolleranza, dall'ineguaglianza del riconoscimento di diritti fondamentali;

non è possibile giustificare l'iniziativa del Governo con motivazioni umanitarie e di promozione dell'integrazione socio-culturale delle popolazioni e dei bambini rom. La legislazione vigente in Italia, infatti, non osta all'azione delle istituzioni nazionali e locali, né a quella delle associazioni di volontariato e del sociale, volte a favorire l'integrazione, la scolarizzazione, il sostegno materiale, che si rendano necessari per la tutela e lo sviluppo umano dei bambini rom. Moltissimi sono, infatti, i bambini delle comunità nomadi che frequentano le scuole italiane, come moltissimi sono i progetti di integrazione sostenuti da molti anni dagli enti locali del nostro Paese,

impegna il Governo:

a revocare le parti delle ordinanze del Presidente del Consiglio dei ministri in cui si stabilisce "identificazione e censimento delle persone, anche minori di età, e dei nuclei familiari" presenti nei campi nomadi autorizzati, in coerenza con i valori costituzionali e con gli appelli pervenuti dalle grandi organizzazioni umanitarie, come l'Unicef, il Ponteficio Consiglio dei migranti e dal Consiglio d'Europa.


#9 Guest_Azzurro_*

Guest_Azzurro_*
  • Ospite

Inviato 10 July 2008 - 16:56:49


Approvata una mozione contro il piano d'emergenza nomadi presentato dal governo italiano definito ''un atto di discriminazione'' razziale. Nel testo si chiede alle autorità di attendere il parere della Commissione Europea sulla misura.

Bruxelles, 10 lug. - (Adnkronos/Ign) - Con 336 sì il Parlamento Europeo ha approvato la mozione presentata da Pse, Verdi, Liberaldemocratici e Sinistra europea che boccia il provvedimento del governo italiano sul prelievo delle impronte ai rom.

Il testo chiede alle autorità italiane di ''astenersi dal procedere alla raccolta delle impronte digitali dei rom, inclusi i minori e dall'utilizzare le impronte digitali già raccolte in attesa dell'imminente valutazione delle misure previste annunciata dalla Commissione, in quanto questo costituirebbe chiaramente un atto di discriminazione diretta fondata sulla razza e l'origine etnica''.

I no sono stati 220, 77 gli astenuti. Precedentemente era stata respinta dalla maggioranza dell’aula una richiesta di rinvio del voto avanzata dal Partito popolare europeo. Il quale ha poi deciso di votare no alla risoluzione, ad eccezione di alcuni eurodeputati rumeni e ungheresi.

Poco prima della votazione il commissario europeo alla Giustizia, la libertà e la sicurezza Jacques Barrot ha annunciato che la Commissione Europea ieri ha inviato una nuova lettera al governo italiano chiedendo "conferma" delle informazioni fornite dal ministro dell'Interno Roberto Maroni nel corso dell'incontro informale dei ministri della Giustizia a Cannes. Barrot ha aggiunto di aver ricevuto in serata una prima risposta. Una prima lettera era stata inviata il 3 luglio.

"Il 9 luglio - ha dichiarato - ho chiesto al direttore generale Giustizia Jonathan Faull di inviare a Roma una lettera chiedendo conferma scritta di quanto dichiaratomi dal ministro Maroni, senza attendere l'invio promesso per fine mese. Ieri ho ricevuto una prima risposta con alcune informazioni". Barrot ha però spiegato di aver bisogno ulteriori informazioni.

Inoltre, ha concluso Barrot, "abbiamo chiesto informazioni sulle 17 regioni italiane che non sono coinvolte nella dichiarazione sullo stato di emergenza". Infine, "chiediamo l'invio dei provvedimenti egli atti amministrativi, normativi o legislativi per affrontare la situazione". Tutto questo, ha sottolineato il responsabile Ue, "dice quanto vogliamo seguire con attenzione e con vigilanza la situazione in contatto con le autorità italiane. Vogliamo che tutto ciò venga trattato nella piena trasparenza e nel rispetto di tutti i diritti comunitari".

Quindi, ha concluso Barrot, "quando disporrà di tutte le informazioni pertinenti, la Commissione dovrà vegliare alla giusta applicazione da parte dell'Italia del diritto comunitario applicabile nella fattispecie. In generale, come ha detto anche il commissario Spidla, sono convinto che occorra trovare soluzioni effettive e adeguate ai problemi che i rom devono affrontare, soprattutto i minori che sono le prime vittime. Occorre aiutare i rom non stigmatizzarli".


#10 Guest_Azzurro_*

Guest_Azzurro_*
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Inviato 12 August 2008 - 10:55:05


Questioni d'immagine (e di sostanza)

08.08.2008    

scrive Mihaela Iordache

Traian Basescu e Silvio Berlusconi


Nonostante la visita del presidente romeno in Italia i rapporti tra i due Paesi rimangono difficili. Intanto Bucarest lancia una campagna per migliorare l'immagine dei propri cittadini. Ma per molti, in patria, l'operazione è esclusivamente cosmetica.

Il governo di Bucarest, vista l’immagine negativa dei romeni in Italia ha deciso di passare al contrattacco, stanziando milioni di euro con l’obiettivo di migliorarla. I rapporti tra i due paesi sono tesi da quando Roma ha adottato misure presentate all'opinione pubblica come necessarie alla sicurezza interna, e che la Romania e vari organismi internazionali considerano invece discriminanti nei confronti dei cittadini romeni, rom compresi.

La visita del presidente romeno Traian Basescu in Italia, il 31 luglio scorso, ha rimarcato la distanza tra le posizioni dei due paesi. Per i cittadini romeni in Italia, nulla è cambiato. L’Italia continuerà la politica intrapresa, riservandosi di poter espellere i cittadini romeni comunitari che a tre mesi dall'ingresso in Italia non siano in grado di dimostrare il possesso di mezzi legali sufficienti al mantenimento, e continuerà a prendere le impronte digitali ai rom, con la motivazione di identificarli e dare così un futuro migliore ai minori mandandoli a scuola.

In occasione della visita, il presidente romeno ha voluto ammettere davanti al premier italiano Silvio Berlusconi una parziale incapacità da parte della Romania nell’integrazione della minoranza rom. Ma lo stesso Basescu ha dichiarato, in conferenza stampa a palazzo Chigi, di essere in totale disaccordo con le misure prese dal governo italiano. Il suo approccio molto diretto ha lasciato perplessi i ministri del quarto governo Berlusconi e soprattutto il ministro dell’interno Roberto Maroni, a cui Basescu ha “osato” consegnare un “Non paper” (una presentazione non ufficiale), che contiene le opinioni delle autorità romene riguardo alla legislazione italiana in materia di immigrazione.

Nel corso degli incontri Maroni aveva annunciato una visita a Bucarest, proprio per dimostrare la volontà di rafforzare la collaborazione tra i due paesi e di attivare progetti sostenuti da finanziamenti europei per l’integrazione dei rom, sia in Italia che in Romania. Il ministero degli Esteri romeno, però, si è visto costretto ad annunciare il giorno dopo la rinuncia del ministro italiano alla visita a Bucarest, e tutto è stato rimandato a settembre. Ad ottobre, intanto, dovrebbe arrivare a Roma il primo ministro romeno Calin Popescu Tariceanu, per una riunione congiunta tra i due governi.

Intanto quasi un milione di romeni in Italia, che nella stragrande maggioranza lavorano e contribuiscono attivamente al PIL del paese, si confrontano con un clima poco favorevole, anche se Berlusconi ha dichiarato dopo l’incontro con Basescu di essere lieto della loro presenza. E allora il governo di Bucarest ha deciso di sborsare milioni di euro per una campagna volta a migliorare l’immagine dei propri cittadini all'estero. Tra l’altro, i romeni che vivono e lavorano in Italia potrebbero portare voti decisivi alle elezioni politiche che si terranno in Romania in autunno, un aspetto da non sottovalutare.

In totale, 7,6 milioni di euro verranno destinati a migliorare l’immagine dei romeni in Italia e in Spagna. L’Agenzia per le Strategie governative ha approvato due contratti con le società Playteam (Italia) e Saatchi&Saatchi (Spagna). La scelta del governo romeno non è passata inosservata sulla stampa, che ha criticato la mancanza di una vera e propria gara d'appalto. L’Agenzia per le strategie governative però, in un comunicato, ha fatto sapere di non aver potuto bandire una gara pubblica in quanto il contratto era troppo complesso, ma che tramite un dialogo competitivo si è riusciti a migliorare l’offerta presentata dalle compagnie.

Secondo il direttore dell’Agenzia, Dan Jurcan, la scelta ha permesso alle compagnie selezionate di diventare “più creative”. Lo stesso comunicato illustra come la campagna, intitolata “I romeni in Europa”, si proponga di offrire informazioni “alternative al discorso mediatico emozionale generato da atti di delinquenza commessi da alcuni cittadini di origine romena in Italia e Spagna”, e di assicurare una riflessione coerente e corretta delle realtà romene nello spazio mediatico dell’UE, comprese nelle situazioni di “crisi mediatica”.

Dove non possono diplomazia e politica, è la speranza, riuscirà invece la società Playteam di Milano. Secondo i giornalisti del quotidiano Curentul, questa società sarebbe vicina al premier liberale Calin Popescu Tariceanu, e in Romania avrebbe due associati pachistani.

Con fondi pubblici saranno organizzate due distinte campagne, una in Italia e l'altra in Spagna. I rappresentanti del governo romeno riconoscono che la situazione più difficile è nel “bel paese”. L’obiettivo è migliorare la percezione e l'immagine della comunità romena. In Italia la Playteam ha proposto un'iniziativa intitolata “Casa Romania”.

Nelle grandi città italiane saranno dislocate delle strutture che ricostruiscono case tradizionali romene, dove i visitatori potranno tra l’altro assaggiare i prodotti culinari del paese. Ci saranno poi proiezioni multimediali e verranno distribuiti depliant. Saranno poi mostrati spot video e documentari sui romeni che hanno avuto successo nei due paesi, con testimonianze di persone che lavorano nell’edilizia oppure nelle università. Giornalisti italiani e spagnoli, attentamente selezionati dalle ambasciate, saranno invitati in Romania, con la speranza che in seguito possano scrivere storie positive.

Visto il fiasco di altre iniziative del genere, organizzate in passato per promuovere la Romania (tanto bella e interessante quanto sfortunata con la propria classe dirigente), molti giornalisti e analisti si dichiarano però scettici sui risultati, ed accusano le autorità di voler solo “cosmetizzare” la realtà. Perché, sostengono, bisognerebbe prima agire da dentro, e migliorare l’immagine della Romania in Romania. O meglio, non solo migliorare l’immagine, quanto piuttosto migliorare la realtà.

Intanto si parte con oltre 7 milioni di euro da spendere. Non senza una certa ironia, Curentul scrive che il governo proverà a migliorare l’immagine dei romeni in Italia a forza di “mici”, “sarmale” e “tuica”, prodotti culinari tradizionali. In Spagna dove l’immagine della comunità romena è un po' migliore, ci saranno anche spot televisivi. In realtà, il popolo romeno, che ha dato alla cultura universale personaggi del calibro di Mircea Eliade, Emil Cioran, Constantin Brancusi ed Eugene Ionesco, ed allo sport campioni come Nadia Comaneci (la prima ginnasta ad ottenere il punteggio della perfezione, 10 alle parallele asimmetriche durante le olimpiadi del 1976 a Montreal) si trova oggi a doversi difendere da una percezione negativa che per motivi diversi è stata ingiustamente generalizzata.

Il guaio è che nemmeno le decine e decine di associazioni dei romeni che si trovano in Italia rendono la situazione più semplice. Anzi, spesso la complicano. In competizione tra loro per motivi personali oppure economici e politici, nella speranza di aggiudicarsi dei fondi, queste associazioni si propongono come partner del dialogo e, data la loro frammentazione, disorientano le autorità italiane, che faticano ad individuare rappresentanti autorevoli con cui potersi confrontare.

In attesa della campagna che sbarcherà presto in Italia, e che si spera dia dei risultati positivi, il presidente Basescu ha fatto un appello durante la sua visita lampo in Italia. Quello di trattare i cittadini romeni, a prescindere da ogni connotazione etnica, come quello che sono: cittadini dell'Unione Europea.





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