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ITALIANI IN FUGA


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Questa discussione ha avuto 2 risposte

#1 Carlo

Carlo

    Tpx3MI

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    Medaglie



Inviato 23 March 2010 - 12:25:48


In un sito le avventure degli italiani in fuga.

Mollo tutto, e vado via! Chi non l’ha pensato almeno una volta nella vita, sgranando un rosario di motivazioni che vanno dallo stress da traffico a quello da capoufficio, passando per l'inquinamento, la suocera e le liti condominiali.

Ma quello che per molti è solo il pensiero di un attimo, per altri si trasforma in un desiderio irrefrenabile. Fare la valigia e salutare il Belpaese per chiudere con il passato e cambiare vita. E magari raccontare poi la propria storia, come esempio per altri sognatori, o semplicemente per far schiattare d'invidia gli ex colleghi di lavoro.

«Da anni giro il mondo, e in ogni angolo ho trovato italiani che all'improvviso hanno dato una svolta alla propria esistenza, reinventandosi all’estero. Ho iniziato a raccogliere le loro esperienze e a metterle in rete per far condividere idee, progetti e suggerimenti».

E così tre anni fa, Alessandro Castagna, commerciante veronese di oggetti etnici, fischiettando una hit degli anni 40 del tenore Ferruccio Tagliavini, apre per hobby il sito www.voglioviverecosi.com, che diventa ben presto un punto di riferimento per tanti italiani in fuga.

«Ho raccolto più di 300 storie fino ad oggi, anche molto diverse tra loro. In tutte però traspare sempre la voglia di cercare ritmi più umani, di rallentare un po’, di avere qualche soldo in meno, ma potersi godere il lusso del tempo». Come confessa Aldo, quando spiega perché a 48 anni, davanti ad una birra e pensando all'ennesima coda in tangenziale, ha deciso di lasciare Clusone, in provincia di Bergamo, per aprire un piccolo lodge a Watamu nel cuore del Kenya.

Stesso discorso per Alessandro, che ha abbandonato la routine di Ferrara per andare a fare il barista alle Isole Cayman, giustificando così nel sito la sua meta finale: «Tutti le conoscono come paradiso fiscale, e invece sono un vero paradiso terrestre».
E c'è anche chi sceglie l'estero quasi a scatola chiusa, per andare alla ricerca di un riscatto: non ha paura ad ammetterlo Roberto, stanco a 50 anni di fare il precario in Italia e deciso a riprovarci per l'ultima volta, scegliendo il Messico come nazione da cui rialzarsi in piedi. E un piccolo «Bed&breakfast», aperto come disperata ancora di salvezza, diventa il punto di partenza per un sogno che finalmente prende corpo.

Quarant’anni, un lavoro che comunque dà soddisfazioni economiche, tanti viaggi alle spalle e qualche euro da investire: è un po' questo l'identikit di chi sceglie di partire. «Sì, molti di quelli che scrivono sul sito corrispondono a questa descrizione - dice Alessandro -. In pochi hanno lasciato l'Italia senza soldi in tasca, e tutti consigliano sempre di pianificare bene la partenza, suggerendo anche di lasciare aperta qualche porta per un eventuale ritorno in patria.
Servono volontà e motivazioni per mettersi in gioco e bisogna sì seguire l'istinto, ma è meglio anche prepararsi bene a quello a cui si va incontro».

E chissà se Luisa, aretina con una laurea in Letteratura angloamericana in tasca, ha seguito l'istinto. quando si è inventata un lavoro da tour operator nella regione dell'Harjedalen in Svezia, tra i pastori Sami o 45 mila renne? «Nel nostro Paese - racconta - si assiste non solo alla fuga dei cervelli, ma anche a quella di persone normali, come me, che non hanno trovato il giusto spazio nel mondo del lavoro. Non saprei dire se è stata una scelta estrema. In quel momento mi sembrava una valida alternativa per poter finalmente fare ciò che volevo», scrive Luisa nel sito, prima di parlare della magia della notte artica e del decisivo «battesimo della solitudine» che ha attraversato.

E a quel punto diventa quasi normale, di storia in storia, scoprire che per alcune persone il «voglio vivere così» diventa lo spostarsi dall'Alto Adige per andare a fare la guida alpina in Nepal, aprire una gelateria nel Sud del Portogallo, inventarsi un centro di spiritualità nel cuore dell'Argentina o convincere tutta la famiglia ad andare a vivere in un deserto in Israele. «Nel raccontare le loro storie tutti fanno anche un po' di autopromozione alle proprie attività - aggiunge Alessandro, un attimo prima di svelare che a 45 anni non ha ancora trovato la forza di mollare tutto ed andare a vivere a Minorca. - Ma quello che mi piace è l'energia che esce dalle loro parole: non ne posso più di gente che si piange addosso. Qui traspare tanto coraggio, sudore, fatica e a volte un pizzico di follia: ma anche tanto ottimismo».

Ma tra tutti quelli che hai conosciuto chi è quello che hai invidiato di più? «Il mio mito personale è Giorgio, un sessantasettenne che è andato in Nicaragua per lavorare come volontario alla costruzione di un ospedale. Quando i suoi colleghi sono tornati a casa, lui è rimasto là: si è comprato un pezzo di terreno a Corn Island, e oggi se la spassa tra pesca, rum e una natura spaventosamente bella, vivendo giorno per giorno il famoso motto locale che è tutto un programma: “Perché fare oggi quello che puoi fare domani?”
Ecco: anche io voglio vivere così».

“All’estero molti sogni diventano realtà”
di FEDERICO TADDIA

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#2 XCXC

XCXC

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  • Ambasadiani MIra
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    Medaglie








Inviato 23 March 2010 - 15:30:49


prima pero' truffate qualche banca, assicurazione, avvocato, commercialista, notaio e qualche grande ladrone di stato :)))))

per vivere in relax sapendo di aver fatto del bene e guadagnarsi il Paradiso terrestre e quello eterno :)



.


#3 Carlo

Carlo

    Tpx3MI

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    Medaglie



Inviato 23 March 2010 - 15:50:15


Visualizza messaggioXCXC, su 23-Mar-2010 14:30, dice:

prima pero' truffate qualche banca, assicurazione, avvocato, commercialista, notaio e qualche grande ladrone di stato :)))))

:thumbsup:

risparmiate solo gli architetti ...  :girl_haha:







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