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affascinante le opere di due artisti moldavi


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rodi

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    Medaglie



Inviato 05 May 2008 - 19:01:48


BIENNALE DELLE ARTI DELL’UNITÀ D’ITALIA: UNA SPERANZA PER LA CREATIVIÀ ITALIANA.

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Dopo l’anteprima della Biennale delle Arti dell’unità d’Italia presso la Reggia di Caserta nel 2004, la manifestazione torna nella provincia casertana nel Complesso Monumentale del Belvedere di San Leucio e presso il "Polo della Qualità". Come dice nella prefazione del catalogo il prof. Angelo Calabrese, noto storico dell’arte, la realizzazione della Biennale delle Arti dell’Unità d’Italia intendeva prima di tutto: “mettere in moto una vera macchina di civiltà culturale”, ripartendo proprio da quei luoghi simbolo dell’unità del nostro paese, grazie a personalità come Cavour e Garibaldi.
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San Leucio è prima di tutto un luogo che incarna una volontà di rinnovamento, sede storica di un esperimento culturale di socialismo “ante litteram” attuato dal re Ferdinando IV di Borbone, che diede avvio all’attività di panni in seta tutt’ora esistente e che ha dato a queste località la denominazione di Terra Di lavoro.
Ed è da qui che “ parte l’iniziativa di una documentazione che si giova di una non sottovalutabile sede istituzionale, il Museo delle Arti dell’Unità d’Italia di Teano…”, promotore dell’evento, dove “ si favoriscono scambi e confronti su scala nazionale ed internazionale e si custodisce un ben selezionato contributo di varie generazioni che con le loro opere arricchiscono l’arte contemporanea”.
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Nel “tempo dell’incertezza” l’esperimento della Biennale si propone “ al confronto con l’Europa delle nazioni” convinta che l’Italia possa “ritrovare la sua unità nell’eredità culturale”.
Attrattiva principale per i visitatori sono le opere di Picasso; 26 tavole rappresentative di una tra le sue più grandi passioni: “La Tauromaquia,” metafora della vita, un pezzo fondamentale nel percorso dell’artista più importante del ‘900, ossia la cristallizzazione della sua passione: la corrida.
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In esposizione ci sono anche le tre sanguigne della “Plaza de Toros”, l’unico progetto architettonico firmato da Picasso in collaborazione con Antonio Bonet, architetto argentino grande collaboratore di Le Corbusier e Roberto Matta.

Madrina d’eccezione, Lucia Bosé, attrice di grande cultura, ha raccontato la sua personale amicizia con Picasso.
Ma anche le opere degli oltre 100 artisti italiani e stranieri ospitati alla Biennale non passano inosservate; tre grandi sale raccolgono il meglio delle arti visive nazionali: pittura, scultura, fotografia, arti elettroniche street art, installazioni, performance e land art per un evento che mira ad affermarsi nel vasto panorama di attività promozionali e culturali realizzato in Italia.
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L’allestimento è ben pensato e strutturato in maniera efficace: le “formiche”, sculture di Stefano di Maulo, accompagnano il visitatore per tutto il percorso indirizzandolo verso sale espositive, che ospitano insieme opere di artisti italiani e stranieri.
Elencare tutte le opere è impossibile, anche se meriterebbero tutte un’analisi; colpisce l’originalità della pittura a mosaico “Vabbuò è cultura” di Alessandro Antonino, artista napoletano che utilizza questa tecnica per l’amore che nutre verso la sua terra con le sue tradizioni e le sue radici multirazziali. Il quadro “Sentieri improbabili” dell’artista Attilio Michele Varricchio così viene commentato dal prof. Angelo Calabrese: “geometrizzando le sue visionarie pulsioni, variabili in itinere, offre all'indagine l'immediatezza della percezione di una sincronica vertigine ottica che lievita come in sogno articolato in una architettura esperta dei miti del nostro tempo dell'incertezza”.
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Il torinese Claudio Magrassi con la sua “Pietà” rielabora il grande tema religioso in chiave metropolitana vestendo i soggetti con indumenti del ventunesimo secolo e immaginando un Cristo scuro di pelle, totalmente distante dalle raffigurazioni tradizionali. Tra gli italiani si possono ancora segnalare Carlo Cane con il suo quadro “Tracce di civiltà”o il “pollockiano” Enzo Gladioli con “Schumann: sinfonia n.4”, Matteo Appignani, Aniello Scotto, Antonio Scala.
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Affascinanti le opere di due artisti moldavi: Svetlana Ostapovici e Octavian Micleusanu; in particolare il progetto della Ostapovici è basato sulla identificazione del genere umano, dell’umanità . L’umanità vista sotto diversi aspetti, tormentata dai conflitti sociali ed etnici, dalla disperazione, dalle varie fasi della vita . Sono opere in cui prevale l’immagine della figura umana, ma solo nelle forme, senza identità, in quanto ognuno deve trovare se stesso quasi specchiandosi in una profondità infinita come l’universo. Da segnalare tra gli stranieri il brasiliano Canazzaro Rose Mari, la romena simona Vilau e Zelmir Baric.
Attuale e provocatoria è l’installazione di Leonardo Amendola “Lavoro nero e morte bianca” che nel “tempo dell’incertezza” diventa il simbolo di una denuncia verso questa società poco attenta all’essere umano.
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E probabilmente la Biennale della Arti dell’Unità d’Italia si fa capofila di un impegno, di una “richiesta di eticità senza la quale all’arte è negata la vita e la capacità di rinnovarsi”.



Nel momento in cui tutto era buio, tu sei arrivato ad illuminare il mio mondo con un sorriso, una mano tesa che non mi ha lasciato nemmeno quando stavo per sprofondare nelle ingiustizie della vita. Grazie di esserci.

                                                                  A mio marito e mia figlia....




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