Le coltivazioni per la produzione
dei biocombustibili possono essere un rischio
anche per i coltivatori moldavi
L'aumento della produzione di biocombustibili rischia di peggiorare le condizioni dei piccoli coltivatori nei paesi in via di sviluppo, tra cui la Moldova.
E' questo il nuovo allarme che va lanciato, come ha già effettuato dalla Fao, secondo il quale le colture su larga scala destinate alla produzione di biocombustibili liquidi quali bioetanolo e biodiesel, richiedano un uso intensivo delle risorse (terra, acqua, fertilizzanti chimici e pesticidi) e dei fattori produttivi, a cui i piccoli agricoltori hanno tradizionalmente accesso limitato.
“A meno che nei paesi in via di sviluppo non verranno adottate politiche capaci di rafforzare la partecipazione dei piccoli agricoltori alla produzione bioenergetica mediante un maggiore accesso alla terra, al capitale e alla tecnologia, le disuguaglianze di genere diverranno probabilmente sempre più marcate”, ha affermato Yianna Lambrou, co-autrice del rapporto FAO.
“La produzione di biocombustibili sicuramente può offrire nuove opportunità - aggiunge - ma affinché esse vadano a beneficio dei piccoli agricoltori è necessario che vengano attuate politiche a loro favore”.
L’economia internazionale affronta una crisi causata dall’amministrazione finanziaria delle economie più potenti del mondo. I paesi poveri non devono pagare il conto. La mondializzazione non può trasformarsi in un modo per trasferire le perdite ai paesi in via di sviluppo che sono piuttosto quelli che più hanno contribuito a mantenere il livello della crescita mondiale.
In Moldova si stanno concentrando le attenzioni di imprenditori interessati alle coltivazioni multiestensive, finalizzate proprio alla produzione di biocombustibili, nonostante che la legislazione locale impedisca al cittadino straniero di acquistare terreni agricoli.
La produzione di biocombustibili è una opportunità, ma attenzione alle conseguenze che ne potrebbero derivare, soprattutto per i piccoli e medi coltivatori.