rikky1(one), su 3-Jul-2009 14:51, dice:
Io sono italiano, provincia di Varese, citta' di Saronno, e parlo italiano.
bravo !!!! io per farmi capire da tutti parlo in toscano e se sono con i miei conterranei parlo in meneghino.
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Parlato in: Italia, Svizzera, San Marino, Città del Vaticano, Slovenia, Croazia e Sovrano Militare Ordine di Malta, nonché presso le comunità di emigrati in Canada, Stati Uniti, Argentina, Brasile, Australia, Venezuela, Uruguay, Germania, Francia, Belgio, Regno Unito e Lussemburgo.
Conosciuto da una parte significativa della popolazione in: Principato di Monaco, Corsica, Malta, e, in misura minore, in Albania, Montenegro, Eritrea, Somalia
L'italiano è una lingua romanza, diretta erede del fiorentino, appartenente al gruppo italico della famiglia delle lingue indoeuropee.
L'italiano modello convive anche in Italia con un gran numero di idiomi neo-romanzi e ha delle varianti regionali, per via dell'influenza che su di esso esercitano le lingue regionali. L'italiano è lingua ufficiale dell'Italia, di San Marino, della Svizzera (insieme al tedesco, al francese e al romancio), della Città del Vaticano (insieme al latino) e del Sovrano Militare Ordine di Malta. È seconda lingua ufficiale, dopo il croato, nella Regione Istriana (Croazia) e, dopo lo sloveno, nelle città di Pirano, Isola d'Istria e Capodistria in Slovenia. L'italiano è inoltre diffuso in alcune aree dei paesi mediterranei e nelle comunità di origine italiana nei diversi continenti.
Origine
L'italiano moderno è, come spesso accade con le lingue nazionali, un dialetto che è riuscito a far carriera; ad imporsi, cioè, come lingua ufficiale di una regione molto più vasta di quella originaria. Alla sua base si trova infatti il fiorentino letterario usato nel Trecento da Dante, Petrarca e Boccaccio, influenzato dalla lingua siciliana letteraria elaborata dalla Scuola siciliana di Giacomo da Lentini (1230-1250) e dal modello latino.
Il fiorentino trecentesco, come i moderni dialetti italiani, trae a sua volta verosimilmente origine dal latino volgare (parlato dal popolo, volgo) parlato in età classica (e non direttamente dal latino illustre, che fu la lingua usata dai letterati dell'epoca).
Mentre la lingua latina letteraria rimase cristallizzata, nel corso dei secoli la lingua parlata dalla plebe si trasformò, divenendo sempre più simile ai vari idiomi italiani attuali (e alle altre lingue romanze nel mondo romano fuori della penisola) e differenziandosi a seconda delle aree geografiche. Tra gli effetti comuni di questa mutazione si possono indicare per esempio la scomparsa dei casi e la nascita degli articoli. Per quanto riguarda gli articoli, il numerale latino unus, per esempio, che significava anche qualcuno, un tale divenne articolo indeterminativo (unus indeterminativo è usato anche da Ovidio nelle Metamorfosi); alcuni pronomi dimostrativi divennero articoli determinativi e nuovi dimostrativi vennero formati fondendo i vecchi ille e iste con eccu(m). Caddero inoltre le consonanti finali delle parole (es.: amat diventò ama).
Gli storici della lingua etichettano le parlate che si svilupparono in questo modo in Italia durante il Medioevo come volgari italiani, al plurale, e non ancora lingua italiana. Le testimonianze disponibili mostrano infatti marcate differenze tra le parlate delle diverse zone mentre manca un comune modello volgare di riferimento.