Lavi, su 29-Apr-2010 16:10, dice:
Sono d'accordo, è un forum, anch'io scrivo "c'"e uso altre espressioni della lingua parlata che in un altro contesto non userei mai, che c'è di male?
"C'" si può scrivere solo se dopo c' è una "i" oppure una "e". Se dopo c' è un' altra vocale, è un errore di scrittura.
Non c' è nulla di male. Capita a tutti di scrivere in fretta e con errori.
Gli anglosassoni scrivono, tutti quanti, infarcendo i loro testi di errori di "spelling". Basta sapere che si tratta di scivoloni, lapsus e piccoli infortuni che capitano appunto a tutti.
Il guaio succede quando qualcuno si vanta di tali errori, sostenendo che la lingua si deve adattare ai suoi strafalcioni, perché lui addirittura crea neologismi. Queste persone fanno veramente male alla lingua che usano, o dicono di usare.
Ad esempio, m' è capitato di incontrare molte persone allergiche alla grammatica; ma di una protervia come XCXC francamente è difficile trovarne.
Questo forum è frequentemente visitato da tante persone, che lo seguono anche con l' intento di far pratica della lingua. Una lingua che non è la propria materna, ma di cui ci si può impadronire sempre meglio, frequentando i madrelingua.
Tra le mie passioni c' è anche quella della lingua italiana, che amo veramente. E piange il cuore vedere com' è ridotta, ad iniziare dalla scuola.
Purtroppo in Italia il livello scolastico è scaduto pesantemente negli ultimi decenni ed abbiamo ormai persone, anche adulte, che sono cresciute con l' idea che si possa scrivere come c***o ti pare, tanto gli altri si devono adeguare.
Nella scuola ormai comandano i bulli. Quelli che non si preoccupano di fare le cose correttamente. Poi se qualcuno si permette di notare qualche dettaglio, per prima cosa ti menano e poi continuano imperterriti a lanciare i loro strafalcioni. Il bullismo, dalla scuola è passato ormai alla società civile e soprattutto alla rete. Ci sono esempi eclatanti in questo senso. Il modello ormai da tutti imitato è quello di Fabrizio Corona. Quello che non rispetta mai nessuna regola; ma si fa da sé le sue regole.
Che cos' è una lingua? È semplicemente una grande collezione di convenzioni, o se preferisci, di regole e regolette che si sono sedimentate nel tempo, su cui tutti, piú o meno, convengono.
Mediante queste convenzioni, quando uno dice o scrive qualcosa, gli altri sanno a cosa si riferisce. Se scrivo "cane" o "sedia" tu sai cosa intendo. In un' altra lingua ovviamente le convenzioni sono diverse.
Le convenzioni, o regole riguardano parole e costrutti.
Per fare un esempio, in Italiano esiste una regoletta semplice semplice che si impara alla prima elementare e riguarda il modo di scrivere le lettere "g" e "c", per far risultare i loro due diversi suoni.
Forse vale la pena ricordarla per chi ne sia interessato.
Se le scrivo senza aggiungere nulla, si leggono dolci davanti ad "i" ed "e", dure se seguite da "a", "o", "u".
Ma posso anche scriverle in modo da fare risultare il contrario. Per le dure davanti ad "i" ed "e" si mette di mezzo un' "h", che non ha suono.
Per indicare la dolce davanto ad "a", "o" ed "u", si mette invece una "i", che pure non ha un suo suono specifico. In questo caso la "i" è solo un simbolo grafico, come l' "h".
Questa regoletta fra l' altro è comune all' Italiano e al Romeno. A me preme far notare questo, perché in fondo, chi frequenta il forum può rendersi conto che è tutto come ha imparato al proprio paese.
Se abbiamo questo piccolo patrimonio che accomuna le due lingue e le distingue dalle altre, perché non farlo notare, e caso mai renderlo utile?
La regola è molto semplice, anche perché vale sempre; pure se di mezzo c' è un' interruzione di parola, un' altra "h" che non ha suono, ma che rafforza caso mai il suono duro, ecc.
Quindi in definitiva. C' intendiamo, c' incontriamo, c' eravamo già visti, c' inzuppo il pane, c' è, c' erano, c' entra; sono tutte cose che si possono scrivere; anche se non rientrano in quello che si può definire un bello stile di scrittura.
C' hai, C' ho, c' azzecca, c' unisco, ecc. non si possono scrivere. La scrittura corretta è: ci hai, ci ho, ci azzecca, ci unisco, ecc. senza togliere la "i", che comunque in questi casi non si pronuncia; come in ciao, camicia, o giugno.
Le sgrammaticature qui sopra non sono dei neologismi; perché non esprimono nessun concetto nuovo: sono cose vecchissime come il cucco, e si possono altrimenti definire delle castronerie.
Si può tollerare che molti le scrivano perché sbagliano, ma non che ne vadano orgogliosi e le facciano passare come nuove regole. In questo caso, le regole esistono già, sono semplicisssime e non sono mai cambiate.
Per quanto mi riguarda; quando mi salteranno agli occhi delle cose che proprio mi spingono a non stare zitto, continuerò a farle notare. In questo modo sono convinto di dare anche qualche indicazione utile agli amici di origine straniera.
Se non potrò piú farlo; beh, a questo punto mi dovranno cacciar via dal forum.
Vorrà dire che anch' io, come altri, me ne andrò a frequentare altri lidi. Tanto non ho sposato nessuno qui. Però è veramente un peccato dover lasciare un forum, tutto sommato interessante, solo perché amo la lingua e ci tengo pure.
Saluti.